BARI - Due ex magistrati, Gianrico Carofiglio e Michele Emiliano, un magistrato- scrittore Giancarlo De Cataldo, una regista Margarethe Von Trotta e Felice Laudadio, direttore artistico del Bif&st, stamani al Petruzzelli per parlare di lotta alla mafia, delle sue vittime e inevitabilmente del presente-futuro di questa organizzazione criminale. L’occasione è la proiezione de Il lungo silenzio film del 1993 diretto dalla Von Trotta e scritto e prodotto da Laudadio. Un’opera che racconta l’epoca delle stragi, il disagio delle mogli, spesso rese vedove, e delle coraggiose scorte.

«A quell'epoca eravamo pochissimi ad occuparci di mafia - spiega Carofiglio - è così uccidere un magistrato era un modo per risolvere il problema. Ma - aggiunge con orgoglio -da allora è stato fatto tanto. Molti di quei mafiosi ora sono in galera e anche gli omicidi sono diminuiti: erano 2000 nel 1992 e, nel 2017, sono solo 317. Insomma bisogna essere riconoscenti per chi ha fatto quel lavoro. Oggi - ha aggiunto - Cosa Nostra è al suo minimo storico». E, sempre per Carofiglio, a parte l'utilizzo della Mafia di investimenti finanziari, i grossi introiti della mafia restano ancora oggi gli stupefacenti.

Michele Emiliano, attuale presidente della Regione Puglia, ricordando quei tempi eroici dice:"Eravamo allora senza scorta e con auto che non superavano i 100 all’ora, ma eravamo anche giovani e più che la paura prevaleva la voglia di sfidare quelle persone». E riguardo alla trattativa Stato-mafia ci tiene a dire: «è vero che la sentenza in corte di Assise a Palermo non è ancora passata in giudicato, ma se fosse vero che lo Stato invece di fare la guerra a Cosa Nostra cercava di negoziare con lei sarebbe una cosa di una gravita inaudita».

Come è cambiata la mafia? «La mafia di una volta - per Emiliano - si occupava di settori limitati, droga, estorsione, appalti e traffico d’armi, ma poi si è cominciata a sentire la globalizzazione e tutto è cresciuto. Sono entrati così in settori legali come la gestione delle acque, i rifiuti, l'ambiente e in affari legali e, solo in misura minore, nel flusso migratorio. E così, per affrontare un traffico internazionale, ci vuole oggi un Europa unita in questa lotta che permetta la collaborazione tra magistratura e intelligence».

Per Giancarlo De Cataldo, oltre che magistrato, sceneggiatore di Suburra e Romanzo criminale, infine, «Il concetto trattativa stato-mafia fa parte della nostra cultura. La vera lotta contro la mafia si fa con la politica, ma va detto - spiega - quel senso di comunità che si vede nel film della Von Trotta oggi non c'è più. Falcone e Borsellino erano molto piu bravi e coraggiosi di me. Oggi - conclude - ci sono tanti modi per uccidere un magistrato. Lo si fa, con il gossip, i social e l’indifferenza Oggi dire magistrato è come dire una parolaccia».

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