BARI - La soluzione immaginata dalla Regione sta nell’accorpamento delle sedi, insieme all’attivazione di sistemi di sorveglianza che scongiurino i malintenzionati. Ma le guardie mediche restano nell’occhio del ciclone: l’Ordine dei medici di Bari ha chiesto alla Asl di chiudere tutte quelle che non garantiscono la sicurezza.

È l’effetto dei periodici casi di cronaca che hanno visto protagonisti, loro malgrado, i medici in servizio di notte. Casi che in Puglia si sono verificati con frequenza preoccupante. L’obiettivo finale è proprio la chiusura di queste strutture, ma per motivi diversi rispetto alle polemiche attuali. La Conferenza delle Regioni già dal 2013 ha stabilito che le guardie mediche devono scomparire: l’assistenza deve essere garantita (lo dice anche il nuovo contratto) dai medici di base per 16 ore al giorno, mentre di notte e nei fine settimana ci si dovrà rivolgere al pronto soccorso. Anche perché, in Puglia (ma nel resto d’Italia la situazione non è molto diversa), ciascuna delle sedi di guardia medica eroga in media tre prestazioni al giorno: i medici che lavorano nelle guardie mediche dovranno spostarsi nella continuità assistenziale.

Un discorso di prospettiva che però non interessa all’Ordine dei medici di Bari. «È inaccettabile - secondo il presidente Filippo Anelli, alla guida anche della Fnomceo - che strutture pubbliche da anni non ottemperino gli obblighi di legge per garantire la sicurezza di cittadini e operatori. Le Asl si giustificano dicendo di non avere i soldi ed espongono quotidianamente i colleghi al rischio di aggressioni. Ma possiamo mai accampare motivazioni economico-finanziarie quando si parla di sicurezza?». Nel Barese, dove il problema è particolarmente sentito (ma casi di aggressioni ai medici si sono verificati anche nei reparti psichiatrici degli ospedali e nei pronto soccorso), le sedi di guardia medica sono 49, di cui 38 coincidono con le postazioni 118: le altre 11 sono invece isolate e, secondo la Asl, dovrebbero essere accorpate. Lo scorso autunno, dopo una manifestazione sindacale dei medici pugliesi, la Regione aveva promesso tra l’altro di far scortare i medici in servizio notturno dalle guardie giurate, ma esiste un problema con le Prefetture (le guardie giurate possono presidiare un immobile ma non possono fare servizi alla persona).

Dal 1° giugno a Bari partirà il sistema di teleallarme in tutte le sedi, poi dovrebbe essere predisposta la videosorveglianza. Le 11 sedi isolate verranno accorpate per vicinanza, chiudendo quantomento nelle ore notturne (quando il servizio funziona su chiamata). Lunedì, in Comitato aziendale, il direttore generale Vito Montanaro dovrebbe illustrare una serie di proposte per il riordino. Ma ci sono polemiche feroci anche sulla Asl di Taranto.

Il «no» alla chiusura delle guardie mediche arriva dal consigliere regionale Mino Borraccino. «Ha ragione il l’Ordine dei medici a denunciare l’esistenza di strutture che non ottemperano agli obblighi di legge sulla sicurezza - dice il consigliere di Sinistra Italiana -. ma la risposta non può essere l’eliminazione di presìdi indispensabili per la tutela della salute». Borraccino rilancia la richiesta delle guardie giurate: «Nulla però si è mosso - dice - , come se i gravi episodi verificatisi in questi anni siano colpa del destino. Ed anche su queste questioni si misura l’inefficacia della gestione della sanità da parte del presidente Emiliano».

[red.reg.]

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