ARMANDO FIZZAROTTI

Arrivano i primi reclami ufficiali all’Arcidiocesi greco-ortodossa di New York, dopo lo stop (una «sospensione temporanea» è stata definita, ma non si sa quando e se i lavori riprenderanno) dei lavori di ricostruzione della chiesa di San Nicola a Manhattan, distrutta negli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. Il Comune di Bari con 258mila euro (portati a New York dall’allora sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia) è fra le organizzazioni che ha dato contributi all’Arcidiocesi statunitense, Chiesa ora pesantemente indebitata con l’impresa edile Skanska a causa di un probabile pasticcio finanziario, finito sotto la lente di ingrandimento di Società specializzata nella revisione dei bilanci.

Nella lista dei donatori (per un’opera dal costo totale finale previsto di 50 milioni di dollari), l’«American Hellenic educational progressive association», associazione di Atlanta (Georgia) che rivendica il proprio «peso» nell’operazione, forte di una raccolta fondi per un milione di dollari e che per così dire tira le orecchie ai vertici della Chiesa greco-ortodossa d’America.
«Siamo profondamente delusi dal fatto che la costruzione della Chiesa ortodossa greca di San Nicola e il Santuario nazionale presso il World Trade Center si sia arrestata e deploriamo l'inadeguata trasparenza fornita finora sullo stato di costruzione del progetto» attacca il presidente dell’Associazione Carl R. Hollister.

«Siamo stati in comunicazione con Sua Eminenza l'Arcivescovo Demetrios e membri del Consiglio dell'Arcidiocesi per esprimere le nostre preoccupazioni su San Nicola - prosegue Hollister -. Incoraggiamo l'Arcidiocesi a fornire completa chiarezza alla comunità sulle sfide che il progetto deve affrontare e fornire un piano globale per andare avanti, in modo che possa essere completato in modo tempestivo. Questo non il momento di rinfacciare colpe. Piuttosto, tutte le parti interessate devono lavorare insieme per completare questa nobile impresa».

Qualcuno insomma inizia ad alzare la voce, non tanto però per mandare qualcuno davanti ad un giudice, ma perché il sogno globale di vedere quella chiesetta «risorta» diventi realtà. Il «pasticcio» pare sia, secondo una fonte anonima newyorkese, la distrazione di 3,8 milioni di euro vincolati alla ricostruzione per il pagamento di debiti vari dell’Arcidiocesi. Un tesoro nel quale ovviamente sono contabilizzati i 258mila euro baresi. E qui a Bari qualcuno si chiede se l’Amministrazione comunale abbia consegnato quella cifra alla Chiesa senza però vincolarli alla «destinazione d’uso».
Qualcuno inizia a reclamare. Qui a Bari tutto tace?

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