TARANTO - L’ambasciata della Repubblica Dominicana in Italia ha annunciato che si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento penale che potrebbe nascere in futuro dalla denuncia presentata da una cittadina domenicana, regolarmente residente in Italia, contro l’ ex marito Alessandro Axo e la sorella di quest’ultimo Romina Axo, avvocato tarantino e dirigente di Forza Italia.

Una vicenda, raccontata qualche giorno fa dal quotidiano «La Repubblica», nella quale i due fratelli sono accusati di maltrattamenti in famiglia aggravati dall’odio razziale. La donna agli investigatori ha spiegato che l’ex marito l’avrebbe minacciata di «farle togliere l’affidamento della figlia - si legge negli atti dell’inchiesta - rivolgendole continui insulti» e dopo la rottura della relazione avrebbe, anche alla presenza della bambina, offeso la donna con espressioni discriminatorie» a causa delle sue origini e del colore della sua pelle.

L’uomo, secondo quanto emerso dalla denuncia, si sarebbe rivolto alla donna dicendole di «essere un gatto nero che porta solo sfortuna (sfiga)» e l’avrebbe paragonata «a prostitute» affermando che «nel suo paese si fanno mettere incinta per sfruttare gli italiani». La donna, poi, ha accusato anche l’ex cognata Romina Axo sostenendo che quest’ultima l’avrebbe insultata dicendole che in quanto straniera era «una vergogna» ed era anche «dannosa per la sua attività politica in Forza Italia e per la sua attività professionale» come consigliera dell’Ordine degli avvocati di Taranto. A tutto questo, inoltre, c’è da aggiungere che, stando alla versione della vittima, i due fratelli l’avrebbero anche accusata «di essere collegata a narcotrafficanti di cui era l’amante» ed espresso giudizi negativi sulla sua razza «come adusa alla prostituzione».

Secondo la Procura, i due indagati avrebbero assunto una serie di atteggiamenti che avrebbero costretto la donna a vivere una «esistenza improntata alla sofferenza psicologica e alla umiliazione».

Con una nota stampa, come detto inizialmente, è intervenuta l’ambasciata in Italia della Repubblica Dominicana, che ha spiegato di aver appreso dagli organi di stampa della chiusura delle indagini preliminari e di «seguire attentamente la vicenda e i relativi sviluppi» evidenziando «la grande attenzione per il lavoro della Magistratura jonica, manifestando un sentimento di mortificazione nei confronti di atti assai gravi che imputano la particolarità dell’origine domenicana quale discriminante». Nel comunicato, inoltre, l’organo diplomatico ha affermato di confidare «nel lodevole lavoro delle autorità giudiziarie» e che «valuterà come esercitare le proprie prerogative garantendo - com’è obbligo - la tutela consolare alla propria cittadina e attivando - com’è di prassi - ogni iniziativa di legge, anche con il supporto della diaspora e di quelle associazioni particolarmente sensibili, pur attraverso la costruzione di parte civile nel procedimento penale».
Infine, l’ambasciata ha annunciato di aver «incaricato Michele Ahmed Antonio Karaboue, docente titolare del corso di Diritto dell’lmmigrazione e avvocato di Roma di supportare le azioni di rito dell’ambasciata, ricevendo già un appunto dettagliato all’avv. Massimiliano Madio di Taranto che difende e rappresenta in giudizio la cittadina domenicana vittima dei fatti denunciati e costantemente - si legge da ultimo nella nota - in contatto con questo presidio diplomatico».

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