BARI - «Sei come Cossiga, sei tu il fascista, non puoi parlare». È il messaggio scritto sul cartello che alcuni giovani hanno mostrato nel teatro Petruzzelli di Bari rivolgendosi al ministro dell’interno Marco Minniti, invitato a discutere dell’emergere delle nuove destre. La polizia è intervenuta accartocciando lo striscione e invitando i ragazzi a uscire. Ma il ministro ha chiesto che fossero lasciati ai loro posti. «Lasciateli stare - ha detto - ascoltiamoci reciprocamente». Il presidio di contestazione è composto da una cinquantina di giovani di 'Alternativa Comunista', dei collettivi dell’ex caserma Rossani, 'Athena' e 'Non solo marange'. «Antifscismo e Antirazzismo. Minniti vattene» si legge sullo striscione dei manifestanti.

L'incontro si sta svolgendo come previsto. «L'antifascismo era, è e sarà un valore fondativo della democrazia italiana. Guai a noi se dovessimo perderlo» ha sottolinato con forza quasi in risposta ai contestatori, «L'antifascismo - ha aggiunto - è un valore fondamentale della democrazia italiana».

Per il ministro Minniti, «stroncare i trafficanti è condizione essenziale per aprire le porte alla legalità nella immigrazione». Precisando che occorre «gestire corridoi umanitari per coloro che scappano dalle guerre» e dare forma a una «immigrazione legale per coloro che vengono da noi per lavorare». «Una democrazia - ha concluso - deve rifiutare chi insegue processi governati da criminali e trafficanti». 
L'Italia e l’Europa non possono consegnare le chiavi delle proprie democrazie ai trafficanti di esseri umani» ha poi concluso sull'argomento il ministro dell’Interno.

Per il ministro dell’Interno, Marco Minniti, «è un cattivo maestro» chi «di fronte alla minaccia del terrorismo fa un ragionamento semplice: sicurezza in cambio di un pezzo della tua libertà». Minniti lo ha detto a Bari precisando che «non ci può essere in democrazia uno scambio tra sicurezza e libertà. La 'e' che congiunge queste due parole è il verbo essere. Non ci può essere vera sicurezza senza libertà di ogni cittadino. Non c'è libertà se non c'è sicurezza di andare e vivere».

Per il ministro dell’Interno «se non c'è una attenta politica verso l’Africa, c'è il rischio che il Nord Africa possa diventare un paradiso sicuro per i foreign fighters che vogliono tornare per l’Europa, e quindi l’Africa potrebbe diventare una piattaforma di attacco verso l’Europa». Il ministro ha ricordato il recente «drammatico attacco alla moschea in Egitto» in cui sono morte 300 persone della comunità sufi, che «pratica il dialogo interreligioso: sappiamo perfettamente - ha detto - che dietro questo attacco c'è l’idea di fare saltare qualunque punto di connessione».
«Noi - ha proseguito Minniti - oggi abbiamo il ritorno a casa di migliaia di foreign fighters che hanno combattuto in Iraq e in Siria. I numeri sono impressionanti: tra 25 e 30mila - ha sottolineato - provenienti da cento Paesi del mondo, la più importante legione straniera della storia». «Oggi - ha rilevato - una parte di loro sono morti a Raqqa e a Mosul, un’altra parte punterà a tornare indietro: cinquemila foreign fighters in Europa - ha concluso - migliaia in Nord Africa».

«L'idea che io mi sono fatto, e che penso di avere proposto anche ai grandi provider sul tema del terrorismo come sul tema del controllo delle notizie, è quella di una grande alleanza tra governi e provider contro il malware del terrore e contro il malware della falsità». Ha poi continuato Minniti, sottolineato che non bisogna «sottovalutare l’uso perverso del web, non bisogna sottovalutare l’uso perverso attraverso la diffusione di false notizie sui social». «Una democrazia - ha rilevato - potrebbe esserne ferita e in alcuni casi anche profondamente colpita». «Non c'è dubbio - ha evidenziato - che il web, internet, sono un grande veicolo di libertà, modernità e conoscenza, ma sono stati utilizzati in questi anni anche come un veicolo fondamentale dal terrorismo sia sul terreno della radicalizzazione, sia su quello del reclutamento, sia - ha concluso - sul terreno della propaganda degli atti terroristici fatti e dunque su quello della emulazione».

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