BARI - Potrebbe avere sbloccato una situazione impantanata da giorni in un muro contro muro istituzionale la visita a sorpresa a Taranto del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che, preannunciato da una breve telefonata, ha incontrato in municipio il Sindaco, Rinaldo Melucci per discutere della vertenza Ilva. Riunione che si è conclusa con una nota congiunta che annuncia la riapertura del tavolo interrotto bruscamente dal ministro la scorsa settimana dopo la decisione della Regione Puglia e del Comune di presentare ricorso al Tar contro il Dpcm che autorizza il Piano Ambientale di ArcelorMittal per riambientalizzare il siderurgico.

La nota chiarisce che all’ordine del giorno della convocazione del tavolo negoziale ci sarà «quanto richiesto dal sindaco», mentre dal canto suo il primo cittadino annuncia che "al ricevimento della formale convocazione con l’ordine del giorno condiviso, sarà disponibile al ritiro del ricorso al Tar, previa consultazione sulla questione anche con il Governatore Michele Emiliano». Ma il presidente della Regione, raggiunto a Bari dalla notizia, ha mostrato di non gradire il blitz del ministro definendo l’iniziativa di Calenda una «scorrettezza" istituzionale. E mentre sindacati (Fim Cisl, Fiom e Cgil) e istituzioni (il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti) esprimevano soddisfazione per la «buona notizia» della riapertura del dialogo, il governatore pugliese è partito per Taranto dove ha a sua volta incontrato Melucci. Nella conferenza stampa finale le dichiarazioni del sindaco sono apparse meno concilianti col governo di quelle fatte al mattino subito dopo la visita di Calenda. E lo stesso Emiliano è stato deciso nel frenare le aspettative chiarendo che «il ricorso sarà ritirato solo se l’esito del tavolo sarà positivo». «Il ministro Calenda ha cambiato idea sul coinvolgimento degli enti locali e registriamo una sopravvenuta saggezza che è un fatto sicuramente positivo - ha detto - ma il ricorso contro il Dpcm sarà ritirato solo se l’esito del tavolo per Taranto sarà positivo, se cioè saranno prese in considerazione le nostre richieste, che pure sono state inserite all’ordine del giorno e questo ci fa ben sperare». Comunque, ha aggiunto, «non ci sono pregiudizi o condizioni particolari per il negoziato, è importante che sia iniziato».

«Non può bastare una velina di stampa per fermare una procedura del genere - ha confermato il sindaco riferendosi all’ipotesi di ritirare il ricorso di cui aveva parlato nel documento del mattino - Prima il tavolo si deve convocare e dobbiamo vedere l’ordine del giorno e capire la dotazione finanziaria, non solo legislativa, non può bastare la sola stretta di mano. Poi potrebbero cadere da soli i motivi che sono alla base di un ricorso che nasce anche per il mancato accesso ad atti importanti da parte degli enti locali». «Sicuramente - ha concluso - abbiamo recuperato tutti un poco di serenità».

Dal canto suo, l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro esprime la soddisfazione «per l'incontro tra il ministro Calenda, il sindaco Melucci e il presidente Emiliano, che hanno risposto al mio invito al dialogo. È un segno di responsabilità per il bene comune». Santoro dà «atto al sindaco di aver perseguito con convinzione e coerenza gli interessi dell’intera comunità, sostenendo le ragioni della salvaguardia ambientale, del lavoro e della salute dei tarantini a cominciare dai lavoratori. Da parte sua - aggiunge l’arcivescovo - il ministro ha dimostrato disponibilità al dialogo con la pronta venuta a Taranto, riaprendo il cammino verso un’intesa».

Mons. Santoro esprime «l'augurio che la trattativa si svolga in tempi brevi coinvolgendo tutte le realtà in campo, dal Governo alla Regione, al Comune e, soprattutto, ai lavoratori e a tutta la città. Continuo a sostenere - conclude l’arcivescovo - la necessità di un’opera 'segnò, come la copertura dei parchi minerali, con l’inizio del nuovo anno».

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