«Mai ci arrenderemo davanti alla follia della violenza che stronca la gioia della vita e che qui ha immolato una vittima innocente». Lo ha detto monsignor Alberto D’Urso nell’omelia durante i funerali, a Bitonto, della 84enne Anna Rosa Tarantino, uccisa per errore durante un agguato. Nella preghiera dei fedeli, dopo l’omelia, dalla cattedrale di Bitonto è stato lanciato anche un appello agli assassini, perché «possano comprendere la gravità del loro comportamento, pentirsi e dimostrarlo con gesti concreti».

«Dopo quanto è successo - ha detto monsignor D’Urso - non possiamo starcene in pace. È necessario reagire promuovendo l'economia della pace contro l’economia inumana delle cosche, che offende la libertà di chi lavora onestamente come aveva fatto nella sua vita Anna Rosa. La violenza non deve farla da padrona, non può essere strumento di giustizia. La comunità di Bitonto è stata umiliata da questa tragica esperienza, ma ora le coscienze devono essere scosse, a partire da chi ha responsabilità istituzionali e sociali».

Monsignor D’Urso ha lanciato quindi un appello «alle agenzie educative, prima fra tutte la famiglia» auspicando che «nel sangue innocente ci sia il seme dell’amore e del cammino che ripudia la violenza e l’odio». Ricordando la vittima, ne ha parlato come di una «donna di fede, che ci ha lasciato messaggi significativi di carità, amore, lavoro».

«Zia Anna è stata barbaramente uccisa dalla cieca malvagità degli uomini. Non ti dimenticheremo mai e speriamo lo faccia anche la città tutta». Alla fine dei funerali una nipote della 84enne Anna Rosa Tarantino, uccisa per errore durante un agguato a Bitonto (Bari), ha letto nella cattedrale affollata di gente un messaggio di saluto alla zia, che non era sposata.
Anche il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, dicendosi "certo che lo Stato troverà i colpevoli», ha auspicato che Anna Rosa, «sarta di tessuti e di relazioni umane, ci aiuti nella ricucitura della nostra comunità lacerata e provata da questo senso di rabbia e dolore».

LA MARCIA DEI SINDACI - «Si sta ripetendo un dramma che questa regione ha già conosciuto: queste sono vittime innocenti di mafia». Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, partecipa stasera alla manifestazione contro la violenza criminale organizzata. «A Bitonto da più di 25 anni opera una organizzazione criminale che non siamo ancora riusciti a sconfiggere - ha detto Emiliano -. Non siamo ancora venuti a capo di un sistema criminale durissimo e sconsiderato. La colpa è anche mia. Non ci si difende facendosi scudo di una persona innocente. Questa gente non è capace di rispettare neanche il codice criminale. Io vi chiedo stasera di non dargli più neanche lo sguardo. Devono capire che Bitonto non è più il loro posto, non è più casa loro».

«A loro dico: la vostra vita senza senso - ha rimarcato il governatore - non soltanto rovinerà per sempre voi e sta rischiando di compromettere la vita dei tanti giovani a cui vendete droga e a cui state insegnando principi sbagliati». La manifestazione nella centralissima piazza Aldo Moro di Bitonto ha raccolto attorno ad un palco montato per l’occasione i 41 sindaci dell’area metropolitana di Bari, accanto al presidente Emiliano, a parlamentari pugliesi e rappresentati di associazioni antimafia. Sotto la pioggia e nonostante il freddo, con il sottofondo delle campane, i sindaci si sono raccolti nel silenzio per poi urlare la necessità di reagire.

«Bitonto, alza la testa. Basta violenza» c'è scritto sui cartelloni. «Loro colpiscono e noi dobbiamo esserci - ha detto Paolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico - ma dobbiamo capire che non è sufficiente la risposta dello Stato, serve un impegno di tutti. Chi sa parli, chi ha visto denunci. A quei ragazzi che hanno le armi, che sparano, che uccidono, diciamo basta, scegliete la vita, la pace, salvatevi finché potete. Queste sono le terre di don Tonino Bello, ed è su queste idee e su queste persone che dobbiamo continuare a camminare».

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