BARI - «È impossibile il processo di cessione della fabbrica al nuovo acquirente senza il consenso popolare delle istituzioni rappresentative del popolo italiano e del popolo pugliese. Avere l’idea di ripristinare l’antica prassi per la quale la fabbrica si governa in un rapporto con il sindacato romano e con il governo romano, senza che il Comune e la Regione svolgano il loro legittimo ruolo costituzionale, non potrà mai dare una pace e un assetto definitivo a quella fabbrica». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando con i giornalisti dell’Accordo di programma sull'Ilva inviato nei giorni scorsi al governo da Regione e Comune di Taranto che hanno impugnato il decreto (Dpcm) che contiene il Piano ambientale del siderurgico.
Emiliano lo ha detto a margine di un convengo a Bari sul nuovo Regolamento Ue sulla tutela della privacy. «Anche perché - ha rilevato Emiliano - solo stando sul territorio si può tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini». «Perché i lavoratori - ha concluso - hanno perfettamente compreso che la nostra battaglia è intesa a tutelare i loro diritti essenziali».

«Immagino che stiano studiando» la nostra proposta che è «equilibrata e accettabile. E l’equilibrio della nostra proposta è un elemento politico importantissimo che mi auguro il presidente Gentiloni colga», ha risposto a chi gli chiedeva se il governo avesse risposto dopo l’invio dell’Accordo di programma sull'Ilva da parte di Regione e Comune di Taranto, che hanno impugnato il decreto che contiene il Piano ambientale del siderurgico.
Emiliano ha ribadito che «la nostra proposta è talmente equilibrata ed è talmente accettabile, che alcuni esponenti, sopratutto dell’ala estrema del Movimento Cinquestelle, l’hanno giudicata riduttiva». Il riferimento è alla richiesta di indennizzi per le malattie correlate all’inquinamento prodotto dallo stabilimento. Emiliano ha spiegato che questa clausola "inevitabile» si riferisce «ai danni alla salute che sono avvenuti nel passato». «Perché - ha concluso - se l’accordo viene stipulato e accettato, è chiaro che in futuro danni alla salute non ce ne saranno».

«Se il governo riuscirà a intuire l'importanza di un nuovo modello di relazioni industriali, sindacali e con gli enti locali, farà un passo avanti storico. Altrimenti si procederà alla cessione della fabbrica avendo lo sguardo rivolto all’800, che era un modello da ferriere». «Infatti - ha concluso - perfino nell’immaginario collettivo si adopera questo termine, proprio per dire che questo tipo di industrie o diventano trasparenti e democratiche, o non hanno futuro».

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