BARI«Non è ancora cominciata la procedura di lancio del congresso. Vediamo». Il presidente della Regione e leader di Fronte democratico, Michele Emiliano, prende tempo dinanzi alla corsa per la segretaria dei Dem - dopo l’annuncio di Renzi di farsi indietro dalle primarie - del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e del ministro uscente del Trasporti, Graziano Delrio. Il tempo, in questa fase, è fondamentale, alla luce del tracollo subìto dal Pd alle urne e della linea da assumere rispetto al nuovo governo, con Emiliano che spinge per un’intesa coi Cinque Stelle e buona parte del partito che, invece, intende seguire Renzi sul fronte dell’opposizione.

Sull’opportunità di candidarsi alla guida del Pd, pur governando una regione, Emiliano non ha dubbi: «Se è necessario perché non ci sono altre possibilità, tutti sono candidabili. D’altra parte abbiamo avuto un segretario premier, quindi sarà ancora più facile, credo, fare un segretario presidente di Regione. Se dicessi il contrario mi escluderei dal novero dei candidati». Sull’opportuinità, invece, del suo doppio ruolo di politico e di magistrato sarà la Consulta, il 17 aprile, ad esprimersi. Il caso che lo ha portato sotto processo disciplinare davanti al Csm, cioè la sua precedente candidatura alla segreteria del Pd, approda infatti alla Corte costituzionale, chiamata ad esprimersi sull’accusa di aver violato il divieto per i magistrati di iscriversi a partiti politici, anche per essere stato in passato segretario e presidente del Pd pugliese.

La procura generale della Cassazione ha chiesto per lui la condanna all’ammonimento, la sanzione più lieve. Ma il Csm ha sospeso il processo sollevando una questione di legittimità costituzionale. E la Consulta ha fissato per il 17 aprile prossimo l’udienza in cui si occuperà del caso. La Corte deve decidere se sia in contrasto con la Costituzione la norma che non esclude dal divieto i magistrati che, come Emiliano, sono fuori ruolo, cioè in aspettativa per ragioni elettorali. È quello che pensa il Csm che ha ipotizzato la violazione di una serie di articoli della Carta (2,3,18,49 e 98). Secondo Palazzo dei marescialli è l’impianto stesso della Costituzione , con il riconoscimento della libertà di associazione, a suggerire che «il diritto di iscriversi ai partiti e di partecipare alle loro attività, se può trovare delle limitazioni, non può tuttavia essere completamente eliminato». Un discorso che vale a maggior ragione quando un magistrato è in aspettativa per mandato elettorale.

È il caso di Emiliano che da 12 anni è in aspettativa, perchè eletto prima sindaco di Bari e poi presidente della Regione Puglia. Si tratta di cariche che non possono essere svolte «senza disporre di una maggioranza politica organizzata» e che dunque comportano la partecipazione attiva alla vita politica e quindi all’attività di partito, ragiona il Csm. Giudice-relatore per una mera coincidenza sarà proprio un ex consigliere del Csm, Nicolò Zanon, che è stato componente laico dal 2010 al 2014.
Tornando alla politica, il leader del Fronte Dem ironizza sulle aperture al Pd arrivate da Salvini. «Sto aspettando di vedere chi parla su questo, perché - minaccia ironicamente - poi avrà a che fare con me. Sto attendendo». E, nel frattempo, su facebook posta le opinioni sulla necessità di aprire ai Cinque Stelle.

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