Dalle escort agli outlet, non c'è pace per l'avvocato fasanese Salvatore (Totò) Castellaneta. Il gip di Firenze Fabio Frangini ha convalidato un sequestro preventivo di 1,4 mln di euro finiti in un conto bancario in Svizzera. Il sequestro è stato disposto d’urgenza dal pm Christine von Borries che indaga per appropriazione indebita in concorso l’avvocato pugliese Castellaneta, 58 anni di Fasano (Brindisi) - già coinvolto nell'inchiesta Tarantini e condannato in via defiitiva dalla Cassazione a 11 mesi e 10 giorni per favoreggiamento alla prostituzione -  e il manager calabrese del lusso Carmine Rotondaro, 44 anni originario di Cosenza e residente nel Principato di Monaco.

L’inchiesta è un filone autonomo che scaturisce dalle indagini della guardia di finanza di Firenze, più ampie, sulle società dell’imprenditore barlettano degli outlet, Luigi Dagostino ,attivo in Toscana e in rapporti di affari anche con aziende dei genitori dell’ex premier Matteo Renzi, che sono estranei a questi ultimi accertamenti.

Nei giorni scorsi il pm Christine von Borries ha disposto il sequestro di 1,4 mln dopo che l’ufficio Uif di Bankitalia aveva segnalato il 13 marzo un’operazione sospetta su Milano. Si tratta di un bonifico con l’intera somma che Castellaneta, liquidatore della Rotondino Mall, una srl con sede a Firenze, disponeva da un conto della stessa società nella filiale Monte Paschi di Fasano, verso un conto svizzero intestato personalmente a Carmine Rotondaro presso Hyposwiss Private Bank Geneve. Per l’accusa i due si sarebbero appropriati della somma appartenente alla Rotondino Mall - di cui Rotondaro controlla il 48% delle quote tramite due società panamensi - senza una reale giustificazione economica. Per il pm von Borries è fittizia la causale apposta al bonifico per «revocatoria azione di pignoramento» da parte della Torrado Holdings Inc. di Panama. La prima notizia di segnalazione sospetta Bankitalia l’aveva comunicata alla procura di Milano che poi ha trasmesso gli atti per competenza a Firenze.

L'INCHIESTA TARANTINI - Castellaneta, come già detto, era balzato agli onori della cronaca in uno dei filoni di inchiesta sulle escort portate alla corte dell'ex Premier, SIlvio Berluscono. A gennaio, la III sezione penale della Cassazione ha confermato la pena (e la multa di 1.200 euro) inflitta all'avvocato dalla Corte di appello: avrebbe presentato nel 2008 all’imprenditore Gianpaolo Tarantini una ragazza con aspirazioni nel mondo dello spettacolo, disponibile ad avere rapporti sessuali con l’allora premier Silvio Berlusconi. Ripercorrendo la vicenda, i supremi giudici ricordano che «correttamente» la Corte di appello ha affermato che «se non vi fosse stato l’intervento dell’attuale imputato, la ragazza non avrebbe compiuto con il facoltoso cliente attività sessuale dietro utilità economica», tenuto conto anche del dato che «tutto ebbe inizio proprio presso lo studio legale di Castellaneta».

Il verdetto ricorda infatti che fu la stessa ragazza aspirante «attrice» - della quale si omette il nome per la richiesta di privacy - a dichiarare che «fu proprio presso lo studio dell’imputato che questi le riferì che le avrebbe potuto presentare un suo grande amico imprenditore che, a sua volta, le avrebbe potuto far conoscere il Berlusconi, ossia proprio quel «qualcuno che potesse risultare utile per la sua carriera cinematografica e teatrale». In questo comportamento di Castellaneta, sostengono i giudici, «non vi è chi non veda come sia agevole ravvisarsi quella “determinazione” in altri alla prostituzione». La ragazza trascorse una notte ad Arcore con l’ex premier, dopo esservi stata accompagnata da Tarantini.

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