di Michele De Feudis

BARI - Le grandi manovre per le prossime elezioni europee? Sono già iniziate nei partiti - al netto delle fasi convulse per la formazione del nuovo governo - con inevitabili riflessi anche in Puglia. Si voterà nei giorni tra il 23 e il 26 maggio del 2019 e dal momento che si tratta di una delle campagne elettorali più complesse - con un collegio che ricade in ben cinque regioni meridionali, dall’Abruzzo alla Calabria - si iniziano a delineare liste di papabili candidati. Di sicuro la contesa avrà un respiro differente rispetto al passato, e le famiglie politiche tradizionalmente europeiste - Partito popolare e Partito socialista - dovranno mettere in campo calibri da novanta per arginare la crescente onda populista anti-establishment. Le dinamiche interne, poi, registrano un derby storico tra candidati campani e pugliesi per assicurarsi i seggi in palio.

Forza Italia, con il quasi 20% raccolto nelle politiche, è una lista ambita per andare a Bruxelles. Il coordinatore regionale azzurro, Gino Vitali, ha già però messo i paletti sui possibili candidati, commentando così una indiscrezione che prefigurava un ritorno di Raffaele Fitto, eurodeputato uscente, nel partito berlusconiano: «Nulla di personale, ma politicamente non è possibile che dopo aver prefigurato il fallimento di Forza Italia, ricandidarsi per l’Europa con gli azzurri. Non so se la sta chiedendo a Forza Italia, ma io sono assolutamente contrario». Per Noi con l’Italia lo sbarramento al 4% (dopo il risultato delle politiche al di sotto del 3%) è un ostacolo che porterà inevitabilmente a cercare di gareggiare con liste rassemblement (in Molise tuttavia ha conquistato un seggio alle ultime Regionali). Gli azzurri, in ogni caso, schiereranno l’uscente Barbara Matera e non si esclude anche l’ex senatore barese Massimo Cassano. «I nostri candidati? Saranno espressione di coerenza e territorio. Insomma affidabili e dovranno conquistarsi il seggio con le preferenze», conclude Vitali.

I partiti sovranisti, Lega e Fratelli d’Italia, contano di aumentare i propri consensi e portare almeno un pugliese a Bruxelles: i meloniani potrebbero puntare su Paolo Perrone, ex sindaco di Lecce, o su Erio Congedo, consigliere regionale; il Carroccio su dirigenti cresciuti negli enti locali.

Michele Emiliano o Antonio Decaro? Il Pd, in crisi di consensi nel Mezzogiorno, potrebbe chiedere ad uno dei due leader pugliesi di gareggiare. Entrambi però sarebbero orientati a privilegiare la conquista del secondo mandato (alla Regione nel 2020 e al Comune nel 2019), ma le dinamiche interne ai dem potrebbero generare imprevedibili corto circuiti. Cercherà una conferma l’uscente Elena Gentile, identitaria vicina alla corrente di Matteo Renzi. Sempre a sinistra punta al bis Eleonora Forenza, eurodeputato di Rifondazione comunista e poi dirigente di Potere al Popolo, eletta nella (ormai tramontata) Lista Tsipras.

La Puglia ha già un deputato europeo grillino: è Rosa D’Amato, ecologista tarantina, al primo mandato (quindi ricandidabile). Il risultato plebiscitario del 4 marzo, però, in caso di nuovo exploit, aprirebbe la strada ad un secondo pugliese nel parlamento di Bruxelles.

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