LECCE - «In riva a questo mare, nel nostro punto più bello, dove dovrebbe approdare il gasdotto Tap che arriva dall’Asia, vorrei incontrare il vicepremier Di Maio per chiedergli: perché ci state tradendo così?». A dirlo è Marco Potì, sindaco no Tap di Melendugno, in un’intervista a Repubblica in cui invita a non cedere agli Stati Uniti: «Se si vuole bene al proprio paese, bisogna avere il coraggio di dire di no. Ricordiamoci di Sigonella».

«Sono socialista da generazioni. Sono stato eletto con una coalizione diciamo di centrosinistra. Eppure alle ultime elezioni ho votato N5S», racconta Potì. «Li ho votati, io come quasi il 70% della mia gente, perché ho creduto ad Alessandro Di Battista, al ministro Barbara Lezzi che sono venuti qui a dire che in 15 giorni avrebbero annullato il progetto del Tap. E invece...».
Per il sindaco pugliese «ci sono almeno tre motivi per i quali l’opera non si dovrebbe fare.

Il primo è che è inutile: quel gas non serve a niente, coprirebbe il 2% del consumo europeo. È pericoloso: hanno appena sequestrato pozzi con metalli pesanti che qualche mese fa, prima dell’inizio dei lavori, non c'erano. Infine è un’opera antieconomica: saremo noi contribuenti a pagare le infrastrutture che porteranno il gas da qui al Nord». 

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