BARI -  Soddisfatto di avere «sconfitto» il "ministro Carlo Calenda» e il «governo» uscente che «volevano negare lavoro e salute» ai cittadini di Taranto, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), ripone ora la sua "fiducia» nel futuro titolare dello «Sviluppo economico, nella speranza che tutti i piani di rivisitazione della vicenda Ilva possano essere finalmente discussi in modo compiuto e consapevole». Nel momento in cui la trattativa per la cessione del colosso dell’acciaio alla cordata AmInvestco è bloccata, anche a causa dei circa quattromila esuberi respinti dai sindacati, Emiliano si dice disponibile a «collaborare lealmente» col prossimo esecutivo a guida Lega-M5s.

Ma avverte: "La sconfitta di Calenda deve far pensare anche il nuovo governo, e se dovessero ripetere gli errori del passato sanno con chi avranno a che fare».

Il governatore non nasconde la propria soddisfazione nell’aver visto Calenda «fare i bagagli» e andare via «senza avere realizzato la sua tragica visione del lavoro e della salute dei miei concittadini: è stata una vittoria straordinaria - sottolinea - lo abbiamo sconfitto assieme ai lavoratori e alla città di Taranto».

«Gongolare per l’arrivo di un ministro M5S - gli risponde Calenda a stretto giro di tweet - è in linea con la tua usuale coerenza politica. Sul 'lo abbiamo sconfittò ti sbagli. L’unica cosa che hai 'sconfittò è la dignità della carica che ricopri».

Quanto al futuro del siderurgico, Emiliano evidenzia di essere consapevole che le decisioni «spettano al governo nazionale», ma chiarisce che «se la fabbrica deve rimanere aperta non deve uccidere più, e quindi va riconvertita dal punto di vista tecnologico». Se viceversa il «governo decidesse di chiuderla», precisa, «non si possono buttare in mezzo a una strada 14mila persone e abbandonare l’economia tarantina». In ogni caso, la «visione del nuovo governo» sull'Ilva dovrà essere sottoposta ai pugliesi attraverso «una consultazione pubblica" prevista dalla legge regionale sulla Partecipazione.

Intanto, l’aspettativa del governatore è che il nuovo esecutivo ammetta «la Regione Puglia al tavolo» istituzionale per il siderurgico. Un auspicio, questo, espresso anche dal segretario generale della Fiom, Francesca Re David, secondo la quale «nella trattativa Ilva» c'è stato un eccesso «di scontro politico». Sull'occupazione la sindacalista ribadisce che «non si può partire con nessuna trattativa se non sono messi in sicurezza tutti i 14mila lavoratori».

E sulle proposte dei pentastellati per il futuro dell’Ilva, ritiene che «nel programma c'è scritto di andare a una chiusura progressiva delle fonti inquinanti» che «significa quello che pensiamo anche noi vada fatto». Ma «se si pensa di chiudere l’Ilva da un giorno all’altro - conclude - non siamo d’accordo perché vorrebbe dire lasciare una discarica a cielo aperto». di Vincenzo Chiumarulo

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