TARANTO - «Voglio dare un messaggio chiaro a tutti coloro che hanno queste preoccupazioni (sulla possibile chiusura dell’Ilva, ndr). Qualsiasi decisione sarà presa con responsabilità e attenzione, non davanti alle telecamere, non in un’intervista». Lo afferma il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, a margine dell’incontro sulla Fedex. «Dobbiamo fare tutti i assaggi istituzionali». Per «grandi stabilimenti come Ilva ed Fca», ci sono «dossier aperti che stiamo affrontando con grande responsabilità senza farci campagna elettorale sopra».

IL SINDACO AVEVA SCRITTO A DI MAIO: LAVORO CALENDA DEGNO DI CONSIDERAZIONE - «Il lavoro svolto dal suo predecessore è degno della più alta ed imparziale considerazione, rappresenta un ottimo punto di ripartenza, specie se si vuole tenere come bussola lo scarso tempo ancora a disposizione». In una lettera al vice premier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci chiede di rivalutare l’impegno profuso dall’ex ministro Carlo Calenda per la vicenda Ilva e il negoziato per la cessione dell’azienda ad Am InvestCo. «Riconvochi presto tutti gli attori di buona volontà - aggiunge - e che hanno titolo. Facciamo svoltare insieme Taranto, sarà un test per la modernità dell’intero Paese.

Signor Ministro, io sono prima di tutto un papà tarantino, che di fronte alle coperture economiche, il sostegno pieno del Governo ed un progetto affidabile non avrebbe alcuna remora verso le più disparate soluzioni. Non a qualunque costo si può; tenere Ilva in esercizio, ma non con semplici promesse si può anche solo immaginarne la chiusura, contribuendo ad incendiare il clima già teso tra i lavoratori dello stabilimento. Qui non ci sono pirati del capitalismo in azione, nè lobby pronte a violentare il creato a cuor leggero, qui - sostiene Melucci - troverà soltanto amministratori, cittadini e stakeholder che hanno bisogno di un approccio serio e definitivo, illuminista». Il sindaco di Taranto consegna al vice premier «un suggerimento fondamentale: intorno ad Ilva - afferma - il più; drammatico errore che si può compiere è quello di non lavorare sulle carte, sulle copiose analisi degli organismi deputati al controllo sanitario ed ambientale, al riparo dalle speculazioni politiche e lontani dalle ideologie che forse ciascuno si porta dietro, anche inconsciamente»

IL SINDACATO - «In questa fase di stallo continua a verificarsi ciò che da tempo denunciamo: ogni giorno di ritardo nella vicenda Ilva è un pezzo di terreno perso che danneggia tutti». Lo afferma in una nota il segretario generale della Fim Cisl Taranto-Brindisi Valerio D’Alò.

«Oggi - aggiunge - al Pla2 l’ennesimo paradosso dove, nonostante lamiere pronte per la lavorazione della Cimolai, i saldatori vengono lasciati a casa perché l’azienda, a dire dei responsabili, non ha soldi per rinnovare i patentini degli operatori. Siamo in attesa di un nuovo incontro e che il governo avvii nuovamente la discussione su Ilva, ma intanto le condizioni dello stabilimento peggiorano».

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