Minacce su social network a procuratore Marisa Manzini e Lia Staropoli

Marisa-Manzini-10152016-135429.jpgCosenza - Minacce e insulti sui social rivolti al Procuratore Marisa Manzini e alla dottoressa Lia Staropoli. La denuncia è del sindacato di Polizia Sap che in una nota esprime, a nome di Giuseppe Gaccione, Segretario del Sindacato Autonomo di Polizia di Vibo Valentia, la loro solidarietà alle due donne, “attaccate e minacciate da personaggi vicini alla ‘ndrangheta”. “Da oltre un anno, sempre da parte delle stesse persone, già identificate, - continuano - leggiamo insulti e minacce nei confronti di Magistrati, Carabinieri, Poliziotti, Giornalisti e nei confronti della Dottoressa Lia Staropoli, Presidente dell’Associazione “ConDivisa”. “Ci auguriamo - conclude la nota-  che la Procura di Vibo Valentia metta fine a queste costanti e devastanti condotte persecutorie, ai danni di persone di comprovata onestà che hanno dedicato la propria esistenza a contrastare la ‘ndrangheta e ogni e di forma di criminalità”.

Anche il Coisp calabrese esprime la propria vicinanza alla dottoressa Marisa Manzini e alla dottoressa Lia Staropoli che “insieme a giornalisti, ad Appartenenti alle Forze di Polizia e a tutti i componenti dell'Osservatorio per monitorare la mafia sul web, sono oggetto, ancora una volta, di diffamazioni e minacce” come sostiene Rocco Morelli, Segretario Generale Regionale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia.  “Abbiamo aderito fin dall’inizio all’Osservatorio – continua il Segretario calabrese del Sindacato Indipendente di Polizia – ed abbiamo subito e denunciato le diffamazioni e le minacce dei primi gruppi social creati contro la dottoressa Lia Staropoli e le Forze dell’Ordine. Consideriamo l’amica Lia Staropoli tra i “difensori” dello Stato e troviamo inaccettabili i continui attacchi, che adesso si estendono anche alla dottoressa Marisa Manzini, Magistrato in prima linea contro la 'ndrangheta. Si susseguono gli stessi profili e si leggono pesanti offese e insinuazioni, vergognosi poi i messaggi privati  inviati ai contatti della dottoressa Staropoli con offese e riferimenti espliciti addirittura al suo stato di gravidanza, rivelando ancora una volta una condotta persecutoria senza precedenti nei confronti di una donna incinta. Devastante il messaggio che passa -  conclude Rocco Morelli - di ingerenze da parte di questi personaggi nello spostamento di colleghi Carabinieri non graditi a loro e alle ‘ndrine. Riecheggiando un vecchio slogan come “chi difende i difensori?”, auspichiamo che la Procura fermi al più presto queste condotte criminali”.

Le minacce sarebbero state rivolte anche nei confronti di Klaus Davi che avrebbe reagito, come ha scritto in una nota, con una con i guantoni su Facebook e su Twitter: 'a Vibo Valentia le ho prese una volta ma non capiterà la seconda'".

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