Lamezia, padre Ermes Ronchi chiude anno pastorale diocesana delle famiglie: "Quando amiamo qualcuno Dio sta già lì”

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Lamezia Terme - Un inno all’amore, declinato in tutte le sue sfumature, bibliche e umane, eppure straordinariamente unico e unificante: questo il cuore dell’intensa dissertazione dal titolo “La casa fondata sulla roccia” tenuta da Padre Ermes Ronchi sul sagrato della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, presso il Santuario di Sant’Antonio. Docente, teologo e scrittore formatosi fra Roma e Parigi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, Ronchi è noto al grande pubblico come curatore dei commenti al vangelo domenicale nella trasmissione di Rai Uno “A Sua immagine”. Il suo intervento, inserito fra gli eventi collegati alla Tredicina, è stato fortemente voluto dall’ufficio per la Pastorale Diocesana Familiare, guidato da don Leonardo Diaco che ha introdotto la conferenza, accompagnato dal Coro “Rorate Coeli desuper” diretto dal Maestro Attilio Lorenti.

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Collocato al termine dell’anno di attività della Pastorale e inteso come raduno diocesano delle famiglie, l’incontro con Padre Ermes ha riservato delle sorprese a quanti potevano aspettarsi una semplice e forse legittima presa di posizione, magari trincerata in dogmatismi, fatta di teorie contrapposte ad altre teorie: niente di tutto questo. Ronchi parte descrivendo un Dio accogliente, “che si fa roccia ma anche nido” , e che dunque somiglia ad una delle nostre case. Perché “il Cristianesimo inizia in una casa”, dice ricordando la Visitazione della Vergine, “una ragazza innamorata, che dice il suo primo si a Giuseppe, prima di dirlo a Dio”. Ancora, Ronchi ricorda che “per ben 40 volte nella Scrittura è riferita la presenza di Gesù in una casa: nel giorno del lutto, della festa, del miracolo, dell’amicizia”. Un Dio che si ferma a mensa - visto che “il primo altare è la tavola” - e che “è là dove lo si lascia entrare”.

Quindi la memoria di numerose metafore sponsali nella Scrittura, e l’idea che “credere in Dio significa credere nell’Amore in noi, e che per questo può crederci anche l’omosessuale e il risposato: avvicinare con il divieto chi si trova in situazioni complesse è sbagliato perché si rischia di allontanarlo per anni o per sempre dalla Chiesa.” Ronchi, che cita San Giovanni e San Paolo ma anche Mallarmè, sostiene che “non c’è differenza fra Amore umano e Amore divino: quando amiamo qualcuno Dio sta già lì, ascrive tutto a Suo conto.” Una posizione deflagrante, capace di incarnare il Vangelo nella vita, e che si traduce perfino in un decalogo dedicato alle coppie di innamorati. Presenti all’evento anche il vescovo Cantafora e il commissario Alecci.

Giulia De Sensi

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