Lamezia, Tavella (Rifondazione Comunista) su sentenza Tar: “Terreno su cui Mascaro poggia la vittoria è un terreno melmoso”

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Lamezia Terme - Rosa Tavella, già consigliera regionale Prc interviene in merito alla decisione del Tar sullo scioglimento del consiglio comunale di Lamezia. “Non sono in grado di commentare da un punto di vista giuridico la sentenza” scrive in una nota e, aggiunge “so per certo che quel tribunale non ha messo in discussione lo scenario politico istituzionale che ha messo in moto la richiesta di scioglimento. Né il pronunciamento del TAR rappresenta un atto definitivo potendo lo stato appellarsi a tale giudizio”.

Rosa Tavella sposta l’attenzione sulla campagna elettorale “chi fa politica in questa città, chi ricorda la campagna elettorale del 2015, chi ha seguito le inchieste che hanno coinvolto vari esponenti dello schieramento di centro destra,  chi ha letto gli atti della commissione di accesso non può sentirsi tranquillo e soddisfatto né tanto meno condividere le dichiarazioni di Mascaro e di quanti attraverso la stampa e i social hanno inteso esprimergli solidarietà. Lamezia, oggi più di prima, rischia di sprofondare in un pantano. A Lamezia c’è una criminalità organizzata forte, diffusa che ha penetrato pericolosamente la cosiddetta società civile, la politica, il mondo imprenditoriale e delle professioni. Non sarà la sentenza di un tribunale amministrativo a cancellare tutto questo purtroppo. Paolo Mascaro, avvocato che esercita non da oggi la sua professione in città, avrebbe dovuto da tempo farsi domande sulla compagnia che aveva scelto per la sua corsa a sindaco in campagna elettorale e poi dopo, quando, mese dopo mese, consiglieri comunali ed esponenti della sua maggioranza venivano messi sotto inchiesta dalla magistratura. Anziché dimettersi, come ragionevolmente ci si sarebbe aspettati da parte di chi si dichiarava estraneo alle vicende che coinvolgevano tanti suoi compagni di strada, il sindaco è rimasto al suo posto fino al decreto di scioglimento. Oggi esulta non rendendosi conto che questa vicenda non può essere ridotta all’esito di un provvedimento amministrativo”.

Per la Tavella “Il terreno su cui Mascaro poggia la sua vittoria è un terreno melmoso che momentaneamente può anche mettere sotto la superficie i suoi mali senza però eliminarli davvero. Dobbiamo essere tutti consapevoli di questo. Altro che Viva Lamezia!. Intanto dovremmo augurarci che ci sia un altro giudizio, quello del consiglio di Stato, per confermare o meno la sentenza del TAR. Ma soprattutto, cosa oltremodo necessaria, dobbiamo restituire alla politica il suo significato più profondo non solo garantendo legalità, trasparenza e contrasto ai poteri criminali, ma costruendo progetti precisi, non intercambiabili con quelli dell’avversario, con uomini e donne capaci di comunicare una idea di città e di governo, non disponibili a passare da uno schieramento all’altro. Si può avere un giudizio negativo della gestione commissariale e sicuramente per molte ragioni essa non è stata fin qui adeguata alla gravità dei problemi che abbiamo di fronte ma lo stato delle cose in questa città in larga misura dipende dalle responsabilità della sua classe politica e dirigente, dall’indifferenza e dalle responsabilità di chi in questa città è un privilegiato e preferisce bendarsi gli occhi di fronte al degrado, al malaffare, alla distruzione dei beni comuni, dalla responsabilità di chi a Lamezia e al governo del paese anziché affrontare e risolvere i problemi reali delle persone: il lavoro, la salute, la scuola, la messa in sicurezza del territorio, la salvaguardia dell’ambiente, la difesa dei diritti di tutti e in particolare dei più svantaggiati, fomenta intolleranza, odio e razzismo,trasformando i migranti che cercano salvezza sulle nostre coste in nemici, responsabili di ogni nostro male”.

“A Lamezia, in Calabria e in Italia - conclude - i nostri avversari sono i corrotti, i mafiosi, i collusi, gli indifferenti sono quelli che in sordina stanno costruendo la marginalizzazione definitiva del Sud e della Calabria, sono coloro che  non intendono affrontare concretamente le enormi disuguaglianze e ingiustizie che abbiamo di fronte anche nella nostra comunità. Si tratta allora di ragionare senza facili scorciatoie sulle prospettive di riscatto di questa città preoccupandosi non del facile consenso o del consenso a tutti i costi ma della costruzione di un progetto condiviso, alternativo alle destre, intransigente, di contrasto concreto ai poteri criminali e alle sue tante ramificazioni, un progetto che non strumentalizzi e stravolga il bisogno di sicurezza delle persone torcendolo verso indifesi e facili bersagli. Un progetto, come dicevamo una volta, per una città più giusta e solidale”.

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