Gratteri: “Mi chiamano da tutti partiti ma poi non mi ascoltano” 

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Roma – In occasione della presentazione del libro ‘Storia segreta della ‘ndrangheta’ tenutosi nel teatro Vittoria a Testaccio, il procuratore di Catanzaro Gratteri, insieme allo storico delle organizzazioni criminali, Antonio Nicaso e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha incontrato i ragazzi che gli  hanno rivolto tante domande così come tanti gli argomenti trattati, tra cui quello politica e ‘ndrangheta, la chiesa e la mafia, e le riforme nel campo della giustizia che sarebbero necessarie. Gratteri riguardo alla questione della politica afferma: "Se la politica dovesse chiamarmi ancora? Sono il felice procuratore di Catanzaro e sono nel contempo il 'consulente gratuito', sul mio telefono chiamano parlamentari di tutti i partiti. Dico quello che penso e poi fanno esattamente il contrario – e prosegue - "Roma Capitale, Roma città aperta. C’è spazio, c’è un territorio per tutti, chiunque può fare affari, chiunque può fare business. Ci sono locali in Lombardia, in Piemonte. A Roma è stato deciso quarant'anni fa di lasciarla aperta. Se ancora rimane questo dato vuol dire che è conveniente lasciarlo in questo modo. C’è spazio per tutti".  A chi gli chiedeva se nella Capitale ci fosse il pericolo di uno scontro tra clan, Gratteri ha risposto "No. La 'ndrangheta uccide quando è assolutamente necessario. Ma purtroppo nei momenti in cui ha deciso di sparare, in pochi anni nella provincia di Reggio Calabria, ha ucciso 700 persone".

Sul rapporto tra chiesa e mafia afferma: “Il rapporto con la Chiesa è molto forte, la chiesa da Roma in giù è anche potere, una cosa che sanno bene politici e 'ndraghetisti. Le mafie hanno bisogno di pubblicità. Quando un capomafia da' dei soldi alla chiesa, o si fa vedere con il vescovo o con il prete, è una esternazione del potere – e aggiunge - oggi il rapporto è cambiato grazie anche a Papa Francesco perché' è una persona rude e diretta - ha aggiunto Gratteri - però dei comportamenti della Chiesa sono cambiati. Ha nominato vescovi nuovi e positivi. Incomincia a vedersi qualcosa rispetto alla sua idea della Chiesa. Speriamo arrivino altri vescovi come il vescovo Oliva di Locri". E sull’argomento delle riforme nel campo della giustizia afferma: "Sono arrabbiato con la politica, dall'estrema destra all'estrema sinistra, perché sto ancora aspettando un governo e un Parlamento che concretamente, stando col culo sulla sedia, scriva articolati di legge. Ci devono fare le leggi, io sono arrabbiato col potere politico che non ha alibi. Portino un articolato in aula e poi vediamo chi sta da una parte o dall'altra... – e prosegue - in Europa purtroppo la legislazione antimafia è all'anno zero, non è attrezzata non solo sul piano normativo ma anche culturale.

La strage di Duisburg non è servita a nulla - e aggiunge - le mafie esistono in Germania, in Francia, in Portogallo, in Spagna e anche a Copenaghen, ma man mano che si sale in Europa c’è sempre meno contrasto alle mafie. Questo vuol dire che non c’è l'idea di combatterla - ha spiegato ancora Gratteri - io sono per l'Europa ma mi arrabbio quando parla solo di economia e banche, discutono settimane per le dimensioni della frutta da importare mentre le mafie si comprano tutto quello che possono – e ancora -  se il Paese è pronto a una vera riforma della giustizia? Oggi dico no, perché' io ancora non l'ho vista. Sono abituato a dire quello che vedo e penso. A oggi con tristezza non vedo la volontà di fare una rivoluzione sul piano giudiziario e soprattutto legislativo -  se è la politica che non la vuole? - ha detto ancora Gratteri - certo. La politica se volesse potrebbe fare questa rivoluzione e nell'arco di meno di dieci anni abbattere le mafie dell'80 per cento, nel rispetto della Costituzione se il potere politico volesse creare un sistema giudiziario diverso proporzionato a questa realtà criminale".

                                                                                         

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