Lamezia, incontro formativo sul bullismo: “Bisogna sensibilizzare alla cultura della legalità”

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Lamezia Terme - "Incontro formativo rivolto agli studenti sul fenomeno del bullismo", è questo il nome dell'evento che si è tenuto presso l'Università Telematica Pegaso, e che ha avuto come centro del dibattito l'analisi del bullismo, anche come chiave di lettura di fenomeni più ampi. I protagonisti sono stati gli alunni di diversi Istituti lametini, che si sono interrogati sul fenomeno del bullismo, dando ognuno una spiegazione e riflettendo sul problema. Le loro esternazioni, raccolte in un video proiettato in sala, hanno fatto da apertura all'incontro e dato il la agli interventi dei relatori presenti al tavolo dei lavori. A introdurre la giornata i saluti di Caterina Carbone, responsabile della Sede Pegaso di Lamezia Terme, che ha sottolineato l'importanza della prevenzione nel fenomeno del bullismo: "Bisogna sensibilizzare i giovani e i meno giovani alla cultura della legalità - e prosegue - tali fenomeni sono diventati una vera e propria emergenza sociale, una malattia cronica del nostro paese a cui dobbiamo assolutamente porre un freno e soprattutto rimedio".  A porgere i propri saluti anche Calogero di Carlo, responsabile nazionale delle sedi d'esame Università Telematica Pegaso.

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Assente per motivi di salute il vescovo Luigi Antonio Cantafora, i cui saluti sono stati portati da Don Andrea Latelli, che riportando quando scritto da monsignor Cantafora precisa: "Ciascuno impari ad amare sé stesso e gli altri, e il mondo intero nella ricchezza delle diversità". I relatori che hanno risposto alle domande dei ragazzi, e hanno dato loro consigli per vivere in una società civile sono stati Arturo Bova, presidente commissione regionale contro la 'ndrangheta, che si è concentrato, soprattutto, sul fenomeno del cyber bullismo, considerato al momento ancora più grave del bullismo "classico", e infatti Bova precisa: "Io ritengo il cyber bullismo come la forma più grave del bullismo, perché non solo per le conseguenze che produce sulla persona ma per la difficoltà di combatterlo - e aggiunge - perché il bullismo è per la strada, a scuola, in un centro commerciale, in un campo di calcio, nei luoghi di aggregazione sociale, ma l'atto di bullismo che avviene è visibile, nel cyber bullismo invece no - e spiega - non è visibile, è una notizia che parte ad esempio da facebook in 30 secondi può raggiungere migliaia di persone".

“Chi prevarica la dignità dell’altro essere umano, automaticamente è un essere che non ha rispetto, che invade, che vuole dimostrare a tutti i costi di essere prepotente rispetto all’altro, di valere di più rispetto all’altro e non si rende conto che quella volontà di prevaricare la dignità dell’altro automaticamente diventa una forma di bullismo” è così che la presidente dell’associazione “Risveglio Ideale”, Angela Napoli si rivolge ai ragazzi presenti. E, Angela Napoli, partendo dal bullismo ha spiegato il collegamento che c’è con altre piaghe della nostra società come la ‘ndrangheta, e infatti precisa: “Chi durante il periodo dell’adolescenza assume atteggiamenti di prevaricazione, di lesione dei diritti altrui, senza rendersene conto, si incammina su una strada estremamente pericolosa – e aggiunge – che porta alla criminalità organizzata – e ancora – voi giovani siete le vittime inconsapevoli perché se non aprite gli occhi, se non guardate realmente tutto ciò che vi è vicino e non reagite a ciò che di negativo c’è, automaticamente venite incoraggiati verso strade negative – e precisa – entrate nella cappa dell’omertà e l’omertà è ciò che fa forte il bullo da una parte e quando si diventa più grandi è ciò che rende forti gli uomini e le donne della ‘‘ndrangheta”.

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Presente al tavolo dei lavori anche Rita Tulelli, presidente dell’associazione “Universo Minori” e autrice del libro “Il fragile bullo”, il cui libro si riallaccia proprio ai concetti esplicitati dalla Napoli. Il libro è un racconto in cui vengono descritte le figure di Francesca, Beatrice, Niccolò, adolescenti come tanti che frequentano la scuola, e che si trovano a scontrarsi con le proprie personalità in crescita econquelle dei loro coetanei. Nella vita familiare non hanno un dialogo costruttivo, ma avrebbero bisogno dell'aiuto di un adulto. La “logica del branco”non ha perdono per coloro che vi si allontanano e ci si ritrova inconsapevolmente ad essere vittime, carnefici o semplici spettatori.  Presenti all’incontro Maria Gaetana Ventriglia, vice Commissario della Polizia di Stato Lamezia Terme, il colonnello Massimo Ribaudo comandante del Gruppo Carabinieri Lamezia Terme, un rappresentante della guardia di finanza e della polizia locale.  

Antonia Butera 

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