Lucano racconta la sua Riace a Lamezia: "Il mio paese ha già vinto" - VIDEO

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Lamezia Terme - Un mazzo di candele per illuminare le vecchie e buie case ormai abbandonate del centro storico. Così quelle lucine fioche che da lontano appena si percepivano, in realtà hanno illuminato non solo il centro storico di Riace ma hanno dato una speranza alle tante persone che da diverse parti del mondo sono approdate in Calabria in cerca di aiuto. Quelle lucine hanno pian piano dato luce e speranza al mondo intero. "È così che è nato Riace". A raccontare la storia di quello che oggi è conosciuto come un modello di accoglienza al mondo, è stato il Sindaco, ora sospeso, Mimmo Lucano. Invitato dall'associazione Graziella Riga, Lucano è stato accolto da un lungo applauso da centinaia di persone che nonostante la pioggia hanno voluto partecipare al primo evento organizzato dall'associazione e tenuto nel salone parrocchiale della Chiesa di San Francesco di Paola. Aderendo al Flash Mob poetico anche a Lamezia, così come tante altre città d'Europa, sono state lette delle poesie, da Achille Iera e Dario Natale per "Riace patrimonio dell'umanità".  In apertura dell'incontro pubblico, Antonio Saffioti ha rivolto un pensiero "ai tre angeli che ci hanno lasciato un mese fa, Stefania, Christian e Nicolò".

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Dopo un excursus storico sull'emigrazione della professoressa De Sensi, che ha sottolineato come non servano "muri, porti chiusi e filo spinato per fermare un fenomeno che è epocale" e, augurando un "giudizio equo" per Lucano, con il giornalista Carlo Macrì l'incontro è entrato nel vivo. Lucano ha parlato degli albori di Riace, come da paese disabitato dove si erano persi anche i servizi più essenziali, è ritornato a vivere. E, ora, sta ritornando verso quello che è il destino di tutti i piccoli comuni calabresi. Ma Lucano non ci sta, Riace non può spegnersi. "La vittoria c'è già stata a Riace " dice alla platea che non manca di dimostrarli il suo calore. Un personaggio che sta facendo discutere e dividere sia la politica che l'opinione pubblica. "Non voglio essere un personaggio dello spettacolo" afferma  ironicamente.  

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"Tutta la Calabria è accogliente"

Lucano, a margine dell'incontro parlando con i giornalisti ha manifestato tutta la sua amarezza e il suo dolore soprattutto per l'aver dovuto lasciare Riace, la sua città, la sua vita: "Sto pagando in maniera ingiusta" dice. Lucano vuole far emergere quella Calabria pulita e positiva che non è solo mafia o criminalità. "Tutta la Calabria è accogliente" dice anche con riferimento alla città di Lamezia dove ci sono degli Sprar e degli esempi positivi di fare accoglienza. Lucano, che si definisce un laico, nel partecipato incontro, parla del suo rapporto speciale con  Giancarlo Maria Bregantini, per tredici anni vescovo di Locri, con il missionario Padre Alex Zanotelli  e Felicetta. Incontri importanti che lo hanno reso quello che oggi è. "L'utopia sociale e il cristianesimo forse convergono" dice. Lucano si sofferma su quella che definisce "una scena biblica", quando dei profughi curdi sbarcarono a Riace, allora non era Sindaco ma semplicemente un volontario. "Sono diventato un volontario di un campo profughi - racconta - li avevamo accolti nella casa del pellegrino. Eravamo agli albori. In vista della Festa di San Cosimo e Damiano, a settembre, dovevano lasciare la casa che serviva libera per l'evento così questi curdi hanno chiesto a me dove andare".

"Riace - aggiunge -  era un paese di case senza gente e invece noi cercavamo delle case… in un paio d'ore ne abbiamo trovate almeno 20. Abbiamo comprato candele perché non c'era luce… ed è così che è nato Riace paese dell'accoglienza, con un mazzo di candele per la luce". Coinvolgendo la comunità, i vicini di casa, e ripristinando quei lavori che non si facevano più, come rimettere in funzione un vecchio frantoio, ma anche riaprire le scuole o l'asilo multietnico, un'accoglienza, dichiara Lucano "lontana da quello che è Rosarno o la piana di Gioia Tauro". Questa, "è la differenza che ha contraddistinto Riace nel mondo".  Poi, Lucano parla di come si è passati ad aderire al bando del Programma nazionale asilo e poi degli Sprar: "Da accoglienza spontanea ad accoglienza organizzata". Così, nel 2004 è diventato Sindaco di Riace. Dal recupero dei servizi, al turismo dell'accoglienza. "Riace era già un presepe vivente" racconta.

In riferimento alla rivista americana "Fortune" che lo ha inserito tra le 50 persone più influenti al mondo dice: "Poi, un giorno, hanno messo il mio nome su una rivista americana. Da li sono arrivati pure i problemi per me" dice con l'ironia che lo contraddistingue . Lucano parla a 360 gradi della sua persona, di quello che ha fatto "e che rifarebbe", fino ad arrivare alle note vicende giudiziarie. Parte dal raccontare il suo incontro con il Prefetto Morcone dopo quella che è stata definita "emergenza a Lampedusa", "chiamò a Riace".  "Abbiamo accolto 300 persone mentre Milano ne accolse 20" sottolinea. Questo è stato possibile grazie ad un'Intesa con i Comuni di Stignano e Caulonia.  "Me lo chiese il Prefetto, in tre giorni come facevamo la selezione pubblica". Da qui parla anche delle prime ispezioni e delle verifiche sulle "anomalie burocratiche".

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"La triste storia di Sacko e Becky, una brutta pagina della Calabria"

Lucano ricorda con un velo di tristezza anche la vicenda di Soumaila Sacko, il sindacalista ucciso a San Ferdinando e la storia di Becky, la ragazza morta nel rogo della tendopoli di San Ferdinando dopo che, da Riace, era stata trasferita: "ancora devo capire i motivi" dice Lucano. La giovane è morta bruciata e, vicino a lei, racconta Lucano "hanno trovato l’ultima carta di identità che gli avevo fatto io". Questa è una "Brutta pagina della Calabria". "La differenza di Riace è che da noi non sono dei dormitori". Lucano si addentra nella vicenda giudiziaria e ai reati che gli vengono contestati: favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti "a due cooperative fatte di immigrati e persone di Riace" evidenzia. "Si parla di un matrimonio - rimarca - allora è meglio quello che successo a Backy?". Non manca di manifestare la sua contrarietà alle politiche di Minniti, prima, e del Governo attuale "Qui c'è la responsabilità di Minniti, lui ha rovinato il modello Riace in primis".

"Questo è il Governo della disumanizzazione"

"Dimettermi? - dice rispondendo al giornalista Macrì del Corriere della Sera - Mai pensato. Vorrei continuare fino a fine legislatura per ricomporre Riace. Anche perché ora in Italia gli Sprar finiranno. Questo - aggiunge - è il Governo della disumanizzazione". Nell'incontro è emersa anche l'amarezza per la mancata messa in onda della Fiction su Riace con protagonista Beppe Fiorello. "Mi danno troppa importanza - afferma ancora - io sono una persona sola, non ho nemmeno una segretaria o uno staff. Influente... ma chi".   

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Solo grazie alla rete internazionale che si muove, Riace, come tanti altri paesini, non torneranno "ad essere paesi destinati a spegnersi nell'oblio sociale". "Riace potrebbe rinascere subito", rimarca Lucano che con sincerità ammette "io ci ho messo l'anima". "Qualcosa si deve muovere - conclude - e non possiamo tirarci indietro. Sempre avanti, senza paura".

Nel suo intervento, Domenico Lucano, non manca di manifestare la sua "ammirazione verso un sindaco di Lamezia che si chiama Gianni Speranza". Parla di una Calabria che non è solo criminalità: "la Calabria non è ad unica dimensione. Riace dimostra anche questo: è una terra pulita di gente normale". A conclusione dell'incontro l'ex sindaco di Lamezia ha voluto ringraziare Lucano descrivendolo come una persona "autentica, semplice e generosa ma che, anche se non lo lascia intravedere, questa persona sta soffrendo". "Vorrei che tutto quel che si è detto stasera fosse intercettato - afferma  Gianni Speranza - e tutti questi applausi non vogliono essere contro la magistratura perché noi chiediamo solo un giudizio equo". La serata si è conclusa con un "inno" a Riace della cantastorie Francesca Prestia.

Ramona Villella

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