Ricerca di Libera su fenomeni criminali: "Per i calabresi mafia sempre più preoccupante e socialmente pericolosa"

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Catanzaro - Mafie e corruzione, qual è il livello di percezione di tali fenomeni criminali da parte dei calabresi? Se lo è chiesto il coordinamento regionale di “Libera contro le mafie” che, questa mattina, all'Università Magna Graecia di Catanzaro nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte Don Ennio Stamile e il coordinatore regionale della segreteria di Libera Calabria, Umberto Ferrari, ha presentato i risultati di “LiberaIdee”, una ricerca sociale, quantitativa e qualitativa, una fotografia rispetto alla percezione dei fenomeni criminali e della partecipazione alla vita sociale nel territorio calabrese. “L'indagine - ha spiegato Don Ennio Stamile – non è stata affidata a centri di indagine e statistica ma è stata costruita insieme alla rete territoriale e posta nelle mani dei volontari dell'associazione”.

A partire dal rapporto, Libera ha organizzato un tour, “Idee in Viaggio”, che vedrà la disseminazione dei dati in 200 tappe nazionali e internazionali, fino al giugno 2019. Le tappe calabresi sono state illustrate nel dettaglio, durante l'incontro con i giornalisti da Ferrari: si parte il 18 gennaio da Limbadi con un incontro dal titolo “La libertà non ha pizzo”, si prosegue il 19 a Reggio Calabria con un focus dedicato alle periferie: “Arghillà – Sviluppo economico-sociale e decoro, antidoti alla illegalità e degrado”, mentre il 22 sarà la volta di Crotone con “La Calabria che vogliamo, confronti e proposte con gli studenti degli istituti superiori”. Il viaggio proseguirà il 23 a Gioia Tauro con un incontro dedicato al porto, “futuro, occupazione e legalità” e il 24 farà tappa a Cosenza, nella sala stampa dell'Unical, con un incontro dal titolo “Dalle rappresentazioni delle mafie alle azioni della società civile”, e poi ancora a Rossano per la costituzione del presidio di Libera “Corigliano-Rossano” che sarà intitolato a Mario Congiusta. Il tour si concluderà il 25 dicembre a Catanzaro alla presenza di Don Luigi Ciotti e di Simona Dalla Chiesa con un incontro intitolato “Verso il 21 marzo: memoria, testimonianza e impegno”.

La ricerca

Politica. Dalla ricerca emerge con forza una concezione della politica come di una sfera “altra” rispetto al proprio vissuto quotidiano, un tema sul quale ci si informa ma senza partecipazione diretta: soltanto il 13,8% dei rispondenti si ritiene politicamente impegnato, mentre il 50,7% dice di tenersi informato ma senza partecipare. Il 22,3% dichiara che la politica non gli interessa o che genera disgusto.

Partecipazione, associazionismo. Circa un rispondente su due non aderisce ad alcuna associazione, mentre la maggior parte degli associati dedica il suo tempo soltanto ad uno specifico gruppo. Tra questi prevalgono quelli di impegno civile (32,7%), di volontariato sociale (27, 4%) e culturali (25, 9%). I rispondenti calabresi dichiarano in misura nettamente superiore alla media nazionale di partecipare ad attività di varia natura su mafia e antimafia, sia con continuità (27%) sia sporadicamente (61, 9%).

Mafie. Il fenomeno mafioso – secondo quanto emerge dal lavoro di Libera – è percepito da tre intervistati su quattro come un fenomeno globale, mentre di fatto quasi nessuno ritiene che i gruppi mafiosi siano presenti solo nel Sud del paese. Rispetto al campione nazionale, infatti, quello calabrese si distingue per un'affermazione molto netta della mafia come fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso (76% contro 38% nazionale). Secondo i rispondenti tra le attività principali della mafia in Calabria vi sono il traffico di stupefacenti (63,3%) e l'estorsione, quest'ultima segnalata in maniera molto più rilevante rispetto al campione nazionale (55, 4 % a fronte del 23, 8%). Tra i fattori sociali considerati rilevanti per l'adesione a gruppi mafiosi spiccano da un lato il ruolo della famiglia e del contesto di riferimento, dall'altro l'assenza di istituzioni e di una cultura diffusa della legalità. In Calabria, con percentuali decisamente più elevate della media nazionale, è la ricerca di prestigio e potere uno dei fattori che inducono ad affiliarsi alle mafie.

Beni confiscati. Per quanto riguarda i beni confiscati, nella maggior parte dei casi, due rispondenti su tre nel campione nazionale, tre su quattro in quello calabrese – gli intervistati sanno che i beni vengono poi dati in uso per fini istituzionali o sociali. La conoscenza di progetti di riutilizzo dei beni confiscati nella regione è molto diffusa tra i rispondenti calabresi rispetto al campione nazionale (63,4 % a fronte del 33,2%).

Mafie straniere. Solo due intervistati su cinque ritengono che in Calabria vi sia la presenza di organizzazioni criminali di origine straniera con caratteristiche similari alla mafia tradizionale italiana.

Corruzione. La percezione della diffusione della corruzione in Calabria risulta molto più ampia rispetto al campione nazionale (93% a fronte del 73,4%). Quasi la metà dei rispondenti dichiara di conoscere personalmente o di aver conosciuto in passato qualcuno coinvolto in pratiche corruttive (avere ricevuto o offerto tangenti o favori indebiti): si tratta di una quota elevata, superiore a quella nazionale che è pari al 30,5%. La conoscenza diretta è più diffusa tra gli adulti e gli over 65.

B.M.

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