Mattarella ad Assisi, il figlio di una vittima: "Evito ancora di entrare in Basilica"

Vent’anni dopo il sisma del ’97 il Capo dello Stato nella città umbra. Le testimonianze di chi ha perso i propri cari

Mattarella depone dei fiori nella Basilica di Assisi (foto Ansa)

Mattarella depone dei fiori nella Basilica di Assisi (foto Ansa)

Assisi, 3 ottobre 2017 - E' il giorno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi nella città di San Francesco per ricordare, a vent’anni dal terremoto, le vittime del sisma che mise in ginocchio Umbria e Marche. Un omaggio alle vittime di allora in un luogo simbolo del dramma, la Basilica Superiore di San Francesco: le volte affrescate da Giotto e Cimabue crollarono in un attimo alle 11.42 del 26 settembre 1997, investendo una ventina di persone nel corso di un sopralluogo, uccidendo  due tecnici della Soprintendenza, Bruno Brunacci e Claudio Bugiantella, e  Padre Angelo Api, e il postulante polacco Zdzislaw Borowiec.

Il presidente della Repubblica è arrivato ad Assisi intorno alle 10,30. Ad accoglierlo la presidente della Regione Catiuscia Marini, che lo ha invitato, e il custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti. Mattarella ha deposto una corona di fiori sulla mattonella collocata all'ingresso della Basilica superiore di Assisi dove morirono due tecnici della Soprintendenza e due religiosi. Accompagnato dal custode padre Mauro Gambetti, il Capo dello Stato ha quindi visitato la chiesa. La Sovrintendente ai Beni culturali Marica Mercalli, ha illustrato a Mattarella i restauri della volta, spiegando che allora si trattò di «un cantiere pilota». Il presidente - ha riferito Mercalli - «ha evidenziato l'importanza della sinergia tra vari enti dello Stato». Mattarella ha poi salutato i parenti della vittime. «Ciascuno di noi ha perso un caro - hanno detto i congiunti - ma abbiamo trovato una famiglia nella comunità dei frati francescani con i quali ci ritroviamo ogni 26 settembre». Il presidente della Repubblica si è poi raccolto in preghiera sulla tomba di San Francesco. 

Il presidente della Repubblica al teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli ha incontrato i rappresentanti del sistema nazionale di protezione civile, i volontari, le forze dell'ordine e quelle del soccorso. Un migliaio le persone in sala. Con loro numerosi sindaci della regione e i vertici delle istituzioni umbre.

Di fronte ai protagonisti del soccorso, dell'aiuto, del sostegno e della ricostruzione il primo pensiero è alle vittime del terremoto di 20 anni fa, alle sofferenze che crolli e distruzione hanno comportato in tante persone", ha sottolineato  Mattarella. Il Capo dello Stato ha rivolto «un grazie molto grande a coloro che sono impegnati nel soccorso, nell'aiuto, nel sostegno alle popolazioni colpite". Ricordando le parole della presidente della Regione Catiuscia Marini ha quindi fatto riferimento "ai vari rami della pubblica amministrazione intorno alla protezione civile e a quella straordinaria e numerosa avanguardia di generosità che è il volontariato nel nostro Paese". "Un grazie da parte dell'intera Italia - ha detto Mattarella - per quello che è stato fatto allora e per quel che viene fatto in ogni occasione che ne presenta necessità".

IL SINDACO DI ASSISI - «Nel 1997 Assisi fu colpita al cuore ma proprio in quei momenti in cui tutto sembrava crollare fu determinante la solidarietà»: lo ha detto il sindaco Stefania Proietti intervenendo all'incontro con i volontari e il sistema di protezione civile impegnato nel terremoto del 1997 e in quello dello scorso anno. «La sua presenza nella città Serafica, a 20 anni dal terremoto del 1997, nel giorno di apertura delle festività di San Francesco Patrono d'Italia - ha detto Proietti rivolgendosi al Capo dello Stato -, assume un significato di straordinaria importanza per tutta la nostra terra». Il sindaco ha ringraziato il sistema nazionale della Protezione civile, forze dell'ordine, vigili del fuoco e i volontari da tutta Italia «impegnati nella gestione delle emergenze sismiche del '97 e del 2016». «Ci rialzammo con sacrificio e dignità - ha aggiunto - grazie all'opera di Istituzioni, tecnici, famiglie, cittadini». «Assisi - ha detto ancora Proietti - si strinse da subito intorno al simbolo ferito della Basilica di San Francesco e la speranza generata dal vederla tornare in tempo record al suo splendore ha fatto rinascere una intera città che ha fatto anche da motore di sviluppo per tutta l'Umbria». Per Proietti oggi «Assisi e le sue Basiliche ricostruite sono un esempio per il mondo». «Una regione e una città che - ha aggiunto - possono mostrare al mondo che con il terremoto si può e si deve convivere grazie alla prevenzione».

I FAMILIARI DELLE VITTIME -  «La ferita non si rimargina e non si dimentica, ma abbiamo una speranza e una esortazione, che non ci siano più vittime del terremoto e che si proteggano i nostri beni culturali e la gente. Non è possibile che negli anni 2000 si muoia ancora di sisma»: a dirlo è Dina Bugiantella, sorella di Claudio, una delle quattro vittime del crollo della Basilica di San Francesco. «Vogliamo dare un senso al nostro dolore e trasformarlo in un atto di solidarietà, così abbiamo deciso di fare una donazione a una famiglia bisognosa di Assisi», racconta Luciana Spitoni, vedova Brunacci. «Venti anni dopo è come se fosse lo stesso giorno, Angelo manca sempre di più. Bastavano pochi passi e si sarebbe salvato», dice la sorella Giannina Api. Ad Assisi non sono presenti invece i parenti del frate polacco. "Vent'anni non aiutano a digerire la morte di un padre, evito ancora di venire in Basilica". Così, rivolgendosi ai giornalisti, il figlio di Bruno Brunacci che perse il padre sotto le macerie. "Noi negli anni non abbiamo sentito molto lo Stato vicino se non all'inizio. Ricostruire non significa solo rimettere in piedi gli edifici pubblici, ma anche ridare dignita' alle singole famiglie".

IL VESCOVO DELLA DIOCESI DI ASSISI-NOCERA UMBRA-GUALDO TADINO -  "Confido in una sinergia tra enti pubblici e privati per una corretta e veloce ricostruzione". E' questo l'auspicio del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, riferito al sisma che lo scorso anno ha colpito l'Umbria e altre regioni limitrofe. L'augurio  stato espresso dal presule a margine della visita per il ventennale dal terremoto del 1997, celebrato martedi' 3 ottobre alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita alla Basilica di San Francesco e poi al Lyrick.

Il vescovo Sorrentino ha accolto il presidente Mattarella unitamente al custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, al sindaco di Assisi, Stefania Proietti, al presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e al presidente della Provincia Nando Mismetti annunciandogli anche la recentedel Santuario della Spogliazione e con l'occasione invitandolo a visitarlo. "Non ero presente nel 1997 quando c'e' stato il forte sisma - ha detto ancora - ma in questi anni ho sentito quanto e' viva questa ferita soprattutto nel ricordo di quelle vittime che persero la vita. Abbiamo bisogno - ha proseguito - di assicurare il nostro territorio e assicurare alla gente un futuro sereno. L'anno scorso un altro terremoto ha toccato l'Umbria insieme ad altre regioni. Dobbiamo rimboccarci le maniche perché alle popolazioni interessate sia data una speranza concreta ed effettiva. Sotto lo sguardo di San Francesco - ha poi concluso - veniamo oggi a rinnovare il nostro impegno e ad attingere la forza per andare avanti nella solidarietà, fratellanza e pace". 

UNA SCATOLA DI BACI DAI DIPENDENTI DELLA PERUGINA  - "Abbiamo portato i nostri 'Baci' al Presidente Mattarella, per ringraziarlo della sua costante attenzione al mondo del lavoro, però questa volta il messaggio contenuto nei cioccolatini non è una frase d'amore, ma piuttosto un grido d'allarme e una richiesta di aiuto: difendiamo il lavoro, difendiamo la Perugina". Lo ha detto uno dei componenti della delegazione di dipendenti Perugia che stamani, in occasione della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Assisi, ha fatto avere al Capo dello Stato, tramite il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro, una scatola dei famosi cioccolatini. C'era anche una lettera - riferisce una nota di Cgil Umbria - che illustra al Capo dello Stato la situazione della fabbrica e le grandi preoccupazioni dei lavoratori, dopo la richiesta di 364 esuberi avanzata da Nestlè.