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21 ottobre

Lettere al Direttore (2)

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emanzini@laprovinciacr.it

23 Ottobre 2017 - 04:00

Le foto dei lettori
I problemi della differenziata

Signor direttore,

scrivo per segnalare il buon funzionamento della raccolta rifiuti in Casalmaggiore come la differenziazione sia più nel disinteresse che nel servizio.
In prossimità dell’incrocio tra le vie Verdi e via Trento, nei pressi del Polo scolastico Romani, da ormai tre settimane, permangono sul marciapiede della vicina edicola tre sacchetti di immondizia. In origine il sacchetto era uno solo, ma ovviamente col passare delle settimane il deposito è aumentato. Casalasca Servizi non li raccoglie...
La Polizia Locale non se ne interessa... neanche i carabinieri provvedono con almeno una segnalazione alla polizia locale sebbene sorveglino l'ingresso a scuola dei circa 700 studenti che frequentano quotidianamente il Polo Scolastico. Data la posizione e i residenti la zona non credo sia cosi difficile risalire a chi degrada lo spazio comune.
Ciò nonostante, il degrado più preoccupante è il disinteresse totale di chiunque. Ottimo esempio di differenziazione del problema. Differenziano i compiti senza che nessuno si preoccupi della soluzione.
Marzio Azzoni
(Casalmaggiore)

Ne parlo con...

La replica di Linea Più
L'installazione e la lettura contatori non è nostro compito
Egregio direttore,
in relazione al contenuto della lettera inviata dal signor Max Petrone, pubblicata su La Provincia del 19 ottobre 2017, Linea Più intende rassicurare i propri clienti e in generale tutti i cittadini che ogni segnalazione, anche quelle inviate tramite lettera alla stampa, è immediatamente presa in carico per la verifica di quanto riportato al fine di fornire una risposta precisa e puntuale.
A tal proposito, ringraziando La Provincia e il suo direttore per l’importante spazio di dialogo con i cittadini che viene sempre garantito, Linea Più ricorda che i clienti possono rivolgersi con fiducia agli sportelli e al call center per ottenere in tempi rapidi informazioni e fornire segnalazioni.
Nello specifico di quanto segnalato dal signor Petrone nella precedente lettera, Linea Più precisa che l’installazione e la lettura dei contatori non sono di propria competenza ma di altra società che, a seguito della recente sostituzione dei contatori, procederà prossimamente all’attivazione del servizio di telelettura. Per questo motivo, in assenza di un dato di autolettura fornito dai clienti, Linea Più provvede a emettere le bollette secondo una stima basata sullo storico del cliente.
Per quanto riguarda invece i tempi di segnalazione dell’autolettura, Linea Più sottolinea come la finestra temporale indicata in bolletta sia unicamente funzionale all’utilizzo del dato comunicato affinché la fattura immediatamente successiva possa essere emessa a saldo. Ciò è dovuto alle normali tempistiche di fatturazione e non pregiudica la possibilità dell’utente di inviare la propria autolettura in qualsiasi momento. In questo caso il dato indicato verrà utilizzato per emettere a saldo la prima fattura utile. L’azienda intende inoltre precisare che i conguagli non avvengono anno su anno, ma alla successiva fattura per la quale è disponibile una lettura del distributore o un’autolettura.
Linea Più coglie l’occasione per segnalare che, per venire incontro alle esigenze degli utenti e semplificare le incombenze legate al pagamento delle bollette, ha recentemente lanciato il servizio gratuito Bolletta Express, che permette di ricevere subito tramite email la propria bolletta e accedere da pc, tablet o smartphone a numerosi servizi, tra i quali un promemoria per la calendarizzazione delle autoletture. (...)
Linea Più Spa
(Ufficio Stampa)

La marcia su Roma
Un pezzo di storia che merita il ripasso
Signor direttore,
per non dimenticare ‘La marcia su Roma’ (28 ottobre 1922), dai politici di Forza Nuova chiamata ‘la marcia dei patrioti’, sfidando l’ANPI che ci vede il pericolo neo-fascista, e ammesso che il ministro dell’Interno Marco Minniti rilasci le relative autorizzazioni, si potrebbe cogliere l’occasione per ripassare un pezzo del nostro non lontanissimo passato e farlo conoscere alle generazioni giovani. E sperando, soprattutto, che i politici, i politici tutti, non ostacolino gli insegnanti, il cui compito mi pare sia quello, fra le varie materie, di insegnare, semplicemente, anche la storia. Insegnanti però che non siano solo docenti, e che siano quindi capaci, con fedeltà alla parola, di lasciare, appunto, un ‘signum/segno’.
Gianfranco Mortoni
(Mantova)

Che guaio il ‘pensiero unico’
Non c’è libertà senza cultura e conoscenza
Signor direttore,
la libertà, quella vera, è figlia della capacità di ragionare in senso critico, per capire e di conseguenza produrre un pensiero, un parere, un giudizio, autonomi e non condizionati dai fabbricanti di opinione pubblica, sulle varie problematiche e soprattutto su quelle sociali che determinano e sono determinate dai rapporti tra le persone ed i loro simili e tra essi e le istituzioni.
Insomma, la libertà vera è libertà di scelta e la libertà di scelta si realizza soltanto quando il giudizio che la determina non è viziato né da ignoranza, né da condizionamenti.
Per poter scegliere sono necessarie tante cose, ma principalmente: gli strumenti e le opportunità! Gli strumenti sono la cultura generale e non specializzata, quella che la scuola dovrebbe dare (e che una volta dava) a tutti gli studenti e che faceva da cornice e da terreno di cultura all’istruzione più specifica, quella cultura che non dà nozioni, ma apre la mente e insegna a pensare, quella cultura che è il risultato dello studio del greco, del latino, della letteratura, della filosofia e di tutte le discipline che, a ragion veduta, sono chiamate ‘umanistiche’, quella cultura insomma che le moderne teorie di un utilitarismo miope e stupido definiscono ‘inutile’ perché non insegna a costruire un’automobile, a programmare un computer o a sintetizzare un fertilizzante.
Le opportunità sono, sarebbero, la possibilità di uscire dalla tutela psicologica del ‘pensiero unico’ imposto dalle oligarchie economico-finanziarie che ce lo inculcano con la martellante azione mediatica e pubblicitaria che mira a convogliare in un unico fiume omogeneo la vita e l’azione dei cittadini. (...)
Nella realtà di questa nostra società abbiamo invece una scuola che non prepara e non insegna a pensare e che produce laureati istruiti ma non colti, quasi robot specializzatissimi che diventano, nella logica dell’economia di chi li userà, niente di più che schiavi di serie A da porre accanto alla massa scarsamente istruita e poco scolarizzata che costituisce la categoria degli schiavi di serie B. (...) Insomma, meglio una massa di rinco... e assuefatti consumatori che una di cittadini pensanti: chi pensa rischia di capire, di criticare, di voler cambiare e tutto ciò è sabbia negli ingranaggi. In questo quadro, è chiaro che le oligarchie che dominano la società non hanno alcun interesse a promuovere una scuola che produca individui liberi perché capaci di scelte e dunque si spiega il perché del degrado culturale che ha sistematicamente infettato, con successive riforme peggiorative, tutti i livelli dell’istruzione pubblica.
Il risultato è la semplificazione delle pulsioni, specie di quelle giovanili, più vitali e piene di fermenti, verso obiettivi tutti banali e superficiali che si riassumono nella triade: ‘sesso, droga e rock and roll’ alla quale noi aggiungiamo la passione sportiva che è stata anch’essa snaturata e declassata da partecipazione agonistica e palestra di carattere a fenomeno spettacolare mutando la competizione in ‘guardonismo’.
L’esasperazione del consumismo, figlio del capitalismo, ha poi fatto il resto cancellando concetti come ‘elevazione spirituale’ e sostituendoli con l’appagamento della ebete sazietà da possesso di beni non essenziali e spesso inutili!
Il potere sa, per raffronto con gli eventi della storia, che il vero, l’unico pericolo gli viene dalla cultura. (...) Di qui la strategia del distrarre i cittadini dal pensiero fornendo dei surrogati come divertimenti, stupidi come i ‘reality show’, la discoteca, la droga e i grandi magazzini.
Ne deriva che la cultura è la nemica dell’oppressione, che il pensiero è il nemico dell’omologazione e che entrambi sono gli strumenti fondamentali della libertà! (...)
Alessandro Mezzano
(Cremona)

Italiani in Africa
La realtà va guardata con entrambi gli occhi
Egregio direttore,
nei giorni scorsi il signor Fedeli prendendo spunto da mie affermazioni precedenti mi faceva capire che prima di parlare occorre documentarsi. Lui riportava affermazioni da giornali stranieri che elogiavano opere benemerite eseguite dagli italiani in Libia e altrove. Sono fatti che io non ho mai contestato. Io non ho capacità né possibilità né pretese di andare a rovistare negli archivi nazionali ed esteri. Le informazioni le trovo in articoli riportati dai quotidiani italiani e firmati da giornalisti i quali come fa Fedeli vanno a rovistare negli archivi ma a differenza di Fedeli che vede solo con l’occhio destro, essi vedono anche con quello sinistro.
Le malefatte degli italiani in camicia nera o comandati da camicie nere perché dovrebbero essere ignorate? La battaglia del grano ha preso il via dopo che la Società delle Nazioni ci impose le sanzioni economiche, si è fatto immortalare su una trattrice cingolata in Libia quando in alcune zone d’Italia l’aratro era trainato da bovini. La necessità di migliorare la viabilità al Sud (la Salerno-Reggio Calabria), incanalare e distribuire l’acqua là dove si producono verdura e frutta tutto l’anno. La manodopera non mancava, che di migliorie ci fosse bisogno anche in Libia e in Etiopia non c’è dubbio ma là c’era gente che si difendeva dagli invasori e in Italia c’era gente che soffriva fame e freddo. Questo si può dire sì o no?
Angelo Rosa
(Viadana)

Lettere e poesie
Lo spazio è limitato, Biagi si contenga
Signor direttore,
una preghiera al signor Ernesto Biagi, fisso scrittore di lettere a ‘La Provincia’ dove esprime la sua arte poetica: lo spazio è limitato, si contenga!
Elena Mantovani
(Cremona)

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