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24 ottobre

Lettere al Direttore

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

26 Ottobre 2017 - 04:05

Ne parlo con...

La verità sui formaggi sfusi
Contengono sostanze
nocive riciclate
Egregio direttore,
tanti amici e conoscenti mi hanno contattato per sapere dell’etichettatura sul latte e suoi derivati rigorosamente 100% italiano, perché c’è ancora molta confusione negli scaffali dei supermercati della grande distribuzione, in effetti molti non sanno che la stragrande maggioranza dei formaggi e gelati in circolazione da moltissimi anni sono prodotti in polvere. Ho parlato dei formaggi sfusi chiedendo loro se nessuno si era mai chiesto che fine fanno tutti quelli scaduti, croste , eccetera? Questi vengono portati alla temperatura di 90 gradi con due obiettivi: a quella temperatura si uccidono i microrganismi patogeni (cioè dannosi e che provocano disturbi alla salute umana) e a quella temperatura i formaggi fondono cioè si liquefano, così si mescolano e si riconfezionano nella carta stagnola. 2 I formaggi si liquefano per le proprietà specifiche delle proteine del latte di trasformarsi a 90 gradi (ad esempio la mozzarella sulla pizza che fa i fili quando è calda). Per facilitare il processo di fusione si utilizzano dei sali che si dicono sali di fusione che sono il sodio nitrito e altri. Questi sali però alla lunga si accumulano all’interno delle vene stringendone il diametro con problemi conseguenti.
I formaggini, vedi le pubblicità alla televisione, li mettono nel brodo per l’alimentazione dei bambini di pochi mesi, pensa che contro senso ai bambini che devi dare da mangiare cibi sani, genuini gli dai prodotti ottenuti da scarti e con sali dannosi. Ma a loro interessa solo vendere. L’unico vantaggio è che costano poco perché riciclati da altri alimenti. Concludendo sono prodotti sicuri dal punto di vista microbiologico, costano poco (non tutti), però contengono sostanze riciclate e per rimanere in tema ecologico, certamente non si spreca o si butterebbe cibo scaduto. Questa operazione di riciclaggio per legge possono farlo fino a due volte, ma essendoci le multinazionali e industrie casearie tra le più grosse e famose non mi sorprende che lo facciano per 3-4-5-6 volte.
Filippo Boffelli
(Codogno)

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Le foto dei lettori

Egregio direttore, alla fermata dell’autobus in via del Giordano, all’incrocio con via degli Aceri, nella apposita pensilina,
è stata posizionata una sedia per gli utenti. Penso che una panchina potrebbe risolvere il problema. Ivano Spadola (Cremona)

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Movimento 5 stelle/1.
I ‘lanfrediani’
sanno solo odiarmi
Signor direttore,
le chiedo cortesemente ospitalità per rispondere alla lettera pubblicata in data lunedì 23 ottobre a firma di Giuseppe Storti sul tema ‘Tanti personalismi nel M5s di Cremona’. L’autore afferma «io sto con Lucia Lanfredi», ma allora come mai in passato l’ha attaccata personalmente con una lettera al direttore, segnalata dalla stessa destinataria allo Staff del M5S?
In realtà, l’unico programma politico seguito dal signor Storti e, temo, dalla quasi totalità degli attuali (pochi) sostenitori della signora Lanfredi è l’odio nei miei confronti, credo generato dalla mia incapacità di soggiacere alle loro prepotenze e forse da un malcelato sentimento di invidia. Per rispondere al signor Storti ed informare l’opinione pubblica su quali siano i veri motivi che animano il gruppetto dei ‘lanfrediani’, non userò le mie parole, ma quelle che il signor Storti mi ha inviato tempo fa tramite due ‘delicati’ sms. Il primo sms: «Caro bava beccari ricordati che userò il mio tempo la mia volontà e il mio denaro per distruggerti politicamente e di queste 3 cose a differenza di te ne posseggo in abbondanza. Se fino a ieri ti consideravo un fallito da commiserare da oggi ti considero un nemico mi raccomando fai leggere tutto alla Digos». Il secondo sms: «E ricordati che ti sei fatto molti nemici e poco onore ma del tuo peggior nemico non potrai liberarti mai liberarti e si chiama gabriele beccari in minuscolo proprio come è scritto faccia di me...a». Se queste sono le persone di cui si circonda la signora Lanfredi per fare politica.
Gabriele Beccari
(Cremona)

Movimento 5 stelle/2.
Il Grillo del ‘vaffa’
ora si scopre ‘etico’
Signor direttore
questa mattina, in una rassegna stampa radiofonica, ho sentito leggere un pezzo scritto da Grillo su di un quotidiano del quale mi è sfuggito il nome. Parte sorprendendo subito con un pistolotto introduttivo su politica e morale fatto di considerazioni filosofico psicologiche di uno stile che non gli conoscevo. Se ne serve per accusare le attuali istituzioni europee e la stessa idea di Europa di non avere morale. Di non essere idonee al compito di costruire una «morale politica» valevole per tutti i cittadini come invece sembra che si riuscirebbe a fare nelle singole nazioni partendo dall’insegnamento nelle scuole.
Rimango basito: forse non ho capito bene, ma il bravo comico del congeniale e sacrosanto «vaffa» contro l’ormai insopportabile degenerazione della nostra ‘democrazia’ partitocratica sta invocando il costituirsi di uno Stato Etico.
Qualche buon amico grillino mi smentisca, ma secondo questa impostazione, anziché alle riforme necessarie perché l’attività politica soddisfi le necessità reali dei cittadini, il loro movimento si accingerebbe al compito di insegnare ai cittadini ad essere soddisfatti delle riforme che si faranno. È la vecchia storia dello Stato Etico, di quando si doveva non solo essere sudditi, ma anche contenti di esserlo.
Quanto poi all’Europa, lo sa chi ha operato nel Movimento Federalista Europeo degli anni ’50, quella attuale è sì un inganno, ma politico, non morale. Dannoso quanto lo sono gli Stati Nazione che vi hanno aderito senza cedere la sovranità nei settori di governo per i quali hanno via via perduto, da oltre un secolo ad oggi, la forza necessaria e che hanno mantenuto per non ridurre privilegi alle classi dirigenti nazionali.
Ermanno de Rosa
(Cremona)

FN e ‘Marcia su Roma’
Gli studenti
ignorano cosa sia
Signor direttore,
un affezionato lettore mantovano ha scritto per sostenere il corteo di Forza Nuova previsto all’Eur sabato prossimo. Era scontato il richiamo alla Marcia su Roma del 1922, quando il sovrano con la sciabola corta disse «sembrano bravi ragazzi, proviamoli». Poi si videro i risultati a Settembre del 1943 : suo figlio Umberto voleva comandare le truppe del Regio Esercito, seguendo l’esempio del Duca d’Aosta a capo della 3^ armata e venne apostrofato con la celebre frase «in casa Savoia si regna uno alla volta».
Fino alla riforma Berlinguer nel 1996, questi argomenti restavano fuori dai programmi scolastici delle medie superiori. Sottolineo questa scomoda verità; abbiamo imparato di più dai film di Alberto Sordi, come ‘Tutti a casa’ e di Ugo Tognazzi, come ‘il Federale’.
Dunque si è creata una generazione di studenti (e poi di cittadini) che ha studiato la storia del suo Stato fino al ‘biennio rosso’ 1919-1921, nella migliore delle ipotesi. A chi dare la colpa, sport nazionale secondo solo ai campionati di calcio ?
Forse a qualche funzionario democristiano del ministero della Pubblica Istruzione; ma non certo al corpo docente, che si doveva attenere alle disposizioni emanate da Roma.
E basta, una volta per tutte, con questa filastrocca degli insegnanti sessantottini che avrebbero plasmato i ragazzi italiani come la gioventù comunista della Germania Est !
Non so a Mantova, ma qui a Cremona non funzionava così.
Stefano Bandioli
(Castelvetro Piacentino)

L’Italia e i richiedenti asilo
L’accoglienza
cervellotica
Egregio direttore,
alcuni giorni fa lessi sul vostro giornale che a Monticelli D’Ongina un'Associazione si stava attivando a far ritornare a lavorare i migranti al loro paese d’origine coi fondi europei alla cifra di € 2.400 ciascuno e questa iniziativa la esaltavano, senza considerare che è pazzesca, in quanto: questi migranti hanno pagato cifre anche maggiori per venire in Europa con soprusi e con diversi anni trascorsi nel percorso, facendo ingrassare i delinquenti scafisti, in Italia il contribuente italiano spende 35 euro più Iva al giorno (l’Ue sborsa solo il 5/6% della spesa totale), se minori circa il doppio, di conseguenza siccome il visto d’ingresso arriva dopo oltre 2 anni, arriviamo a sborsare almeno 25.000/30.000 euro ciascuno, senza tener conto di spese sanitarie, carcerarie, degli enti locali, quelle sostenuto dalle forze di polizie ed altre. E poi ci si viene a dire che è un successo se li rimandiamo indietro con 2.400 euro compreso il prezzo del biglietto di ritorno, è un fallimento, queste persone vengono illuse e poi tornano peggio di prima e chi ci guadagna sono solo gli scafisti, molto meglio è attivarsi ed aiutarli sul posto coi fondi europei unitamente ai singoli stati, in quanto ho avuto modo in questi giorni di constatare che diversi italiani in difficoltà sono abbandonati o aiutati ma con scarse risorse.
dalicr@alice.it

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