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Lettere al Direttore del 24 maggio

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

26 Maggio 2018 - 07:00

Lettere al Direttore del 24 maggio

Semafori in via Dante
Fino a due mesi fa non c’erano code
Egregio direttore,
mi consenta un breve riscontro a quanto scrive l’assessore.
Spettabile signora Manfredini, quanto ho affermato, un po’ ironicamente, nella mia precedente è in realtà verificabile semplicemente percorrendo la via Dante negli orari in cui i semafori sono attivi. Le code che durante tutta la giornata si formano nel tratto fra incrocio via Aselli e Stazione fino a due mesi fa non esistevano.
I fatti smentiscono la sua affermazione che nulla è cambiato. Ma, ricordandoci che parliamo di strada a senso unico, se l’attuale coordinazione dei semafori è frutto della professionalità di una ditta che lei definisce «specializzata in progettazione, costruzione, vendita, installazione ed assistenza di apparecchiature e sistemi di controllo del traffico», la cosa lascia a dir poco perplessi.
P.S.: la verifica di cui parla forse era meglio farla prima di rispondere. Se non ha il tempo basta una telefonata a un qualunque taxista che lavora in zona stazione ferroviaria.
Giorgio Volpi
(Cremona)

17 giugno, ‘più siamo più doniamo’
Un pranzo solidale per chi è in difficoltà
Gentile direttore,
a nome della conferenza di San Vincenzo della parrocchia di San Pietro, invito i cremonesi a un evento ‘unicum’: un pranzo di beneficenza, nel salone dell’oratorio recentemente ristrutturato ‘Pei nostri fanciulli’ di via Giordano 73. I proventi raccolti andranno a beneficio delle famiglie in difficoltà della parrocchia. Il pranzo ‘Più siamo, più doniamo’ sostituisce la cinquantenaria pesca di beneficenza che ogni anno riscuote grande successo per i premi che i negozi della città ci offrono. Ma per problemi logistici quest’anno non si potrà fare. Ringrazio tutti quelli che vorranno venire e... «più siamo, più doniamo». Occorre prenotarsi per conoscere la data data del pranzo è: domenica 17 giugno 2018 alle ore 12,30 nell’oratorio di via Giordano 73 ‘Pei nostri fanciulli’. N. B.: prenotazioni in chiesa, chiedere di don Stefano, Rosamaria fino alla fine di maggio, massimo 3 giugno.
Rosamaria Riccio
(Cremona)

Il governo M5s-Lega/1.
A destra e sinistra: lasciatelo lavorare
Gentilissimo direttore,
non riesco a capacitarmi di una cosa che riguarda le elezioni e la formazione del nuovo governo, non riesco a capire come gran parte delle forze politiche che gli italiani hanno solennemente bocciato di colpo si sentano paladini del nostro Paese quando durante la loro gestione tutto è andato storto, tutto quello che facevano era giustificato, la povertà era una sorta di privilegio per il nostro Paese per poter uscire da tutto il debito che avevamo. In particolare la sinistra ma anche la destra del Cavaliere che una volta riabilitato si sente in dovere di entrare di forza nella gestione di un Paese che tenta di uscire da una situazione estremamente difficile.
I piddini poi hanno trovato le energie che prima non pensavano di avere promettendo il cielo a tutti ma dimenticano ancora una volta ciò che non ci fa crescere lavoro, stato sociale e i soldi che vengono giornalmente buttati per spese inutili …(clandestini ). Dico una sola cosa, lasciamo lavorare questo governo, non critichiamo ancora prima che si possa lavorare e soprattutto cara sinistra non lamentarti perché di governi fasulli ne hai inventati troppi e sempre con la complicità di un presidente disponibile. Per Berlusconi dico una sola cosa: se veramente vuoi il bene dell’Italia e degli italiani smettila di fare il piagnone e comportati da vero uomo politico.
Pier Alfredo Gualdi
(Grontardo)

Il governo M5s-Lega/2.
Salvini sarà solo la ruota di scorta
Signor direttore,
l’attuale intesa di governo tra M5S e Lega una volta definita non sarà altro che l’ennesimo inciucio politico, in quanto non si può formare un governo con chi ha perso le elezioni e una parte di chi ha vinto e farsi dettare condizioni da chi ha perso. Non si può formare un governo con il M5S il cui capo è quel damerino di Di Maio (‘giocattolo’ nelle mani di Beppe Grillo). Questo conferma soltanto l’ambizione e l’arrivismo di due leader che non conoscono i loro limiti, ma hanno la frenesia e l’ambizione e l’arrivismo di due leader che non conoscono i loro limiti, ma hanno la frenesia e l’ambizione di primeggiare in ambito politico. Tanto più che la Lega capeggiata da Matteo Salvini, che era parte della coalizione di centrodestra, ha ottenuto da sola una percentuale del 17,37% mentre il M5S ha ottenuto il 32,68%, praticamente il doppio. La Lega sarà in minoranza nel nuovo governo e dovrà fare la ruota di scorta al M5s, che la farà da padrone, trovandosi a governare nonostante abbia perso le elezioni. La Lega ha girato le spalle alla coalizione di centrodestra alla quale avevano dichiarato fedeltà. Quanto è accaduto e quanto sta accadendo è purtroppo colpa della nuova legge elettorale che non è stata altro che un aborto politico firmata irresponsabilmente ed incoscientemente dagli schieramenti di centrodestra e di centrosinistra. Se questo governo si insedierà c’è solo da sperare che vadano d’accordo e che riescano a risolvere alcuni problemi sociali importantissimi (...).
Franco Nico Ranzenigo
(Cremona)
(Grontardo)

Il governo M5s-Lega/3.
Fumo passivo: Di Maio abolisca i divieti
Gentile direttore,
lo scorso 22 maggio la ministra dell’Economia austriaca Margarete Schramboeck ha detto all’onorevole Gigi Di Maio «Dobbiamo giudicare» il nuovo governo governo italiano «sui fatti e non sulle parole, e vedere cosa farà». Si spera che Di Maio sappia superare, come avvenuto in Austria, le leggi che vietano il fumo passivo nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.
Silvio Pammelati
(Roma)

Il governo M5s-Lega/4.
La laurea non fa un buon ministro
Egregio Direttore,
in questi di giorni di ambasce politiche, di rebus politici di stile freuidiano, incorro purtroppo sovente nei malumori (in primis dell’esimio presidente Mattarella) per le lauree italiane e/o straniere, veritiere e/o secondo alcuni quotidiani abituati a seminare zizzania, fasulle, dei ministri proposti per il nuovo governo.
Di acqua sotto i ponti dopo le elezioni ne è passata tantissima, e i drammi di un sistema elettorale scellerato ‘Rosatellum’, altresì approvato dall’esimio presidente Mattarella, sono apparsi nella loro tragica interezza, gli inguacchi previsti ed accertati sono tanti e le difficoltà innumerevoli, ma come mai questo accanimento sulle lauree delle persone proposte dalle due maggioranze?
«Mattarella vuole farsi un’opinione precisa, è intenzionato ad approfondire non limitandosi alla lettura dei giornali ma raccogliendo riservatamente pareri. Guai a sottovalutare i potenti mezzi del Quirinale. Il vaglio scrupoloso di cui parlano da quelle parti non sarà circoscritto al potenziale capo di governo. Pare che Mattarella intenda regolarsi allo stesso modo per tutti quanti gli verrrano indicati successivamente come ministri. Ora tocca a Conte, poi verrà il loro turno», scrive Ugo Magri su La Stampa. Questo rigurgito di massima professionalità e serietà mi fa sovvenire ad una mente tardiva come la mia esempi del tipo di ministri senza arte né parte e soprattutto senza lauree quali: Rutelli, Matteoli, D’Alema, Veltroni, Bossi, Meloni, Poletti, Orlando, Lorenzin, Fedeli, Turco. Ma allora caro direttore i casi sono due, o una volta la laurea non esisteva o al contrario esistevano presidenti della Repubblica che se ne sbattevano di lauree bocconiane roboanti e che guardavano solo alla serietà ed alla professionalità, altrimenti mi scusi, ma non si comprende questi continui ritardi e perplessità.
Ivan Loris Davò
(Spinadesco)

Dilaga la moda dei tatuaggi
Sono esibizionismo e scarsa autostima
Signor direttore,
dilaga la moda dei tatuaggi che sconciano i corpi di tante persone, da un fiore sulla spalla a quasi tutto il corpo ricoperto dai disegni e dalle scritte più strambe. La cosa è abbastanza recente perché in passato era caratteristica solamente di poche persone e per lo più malavitosi mentre oggi la mania sta infettando forse la maggioranza dei giovani e meno giovani che spesso devono girare a dorso nudo per esibire. Da cosa può essere scatenata questa mania che dà risultati che non sono più emendabili e restano sulla pelle per tutta la vita, anche quando, in età matura, magari ci sene vergogna un poco?
La molla scatenante questa forma di esibizionismo è una situazione di scarsa autostima, più o meno cosciente, che porta a cercare negli altri quella attenzione che si pensa di non meritare. Un surrogato dei valori che determinano la stima e l’attenzione altrui.
Logico in una civiltà dell’apparenza come quella in cui viviamo, dove apparire è molto più importante di essere (...) Naturalmente, mancando le basi culturali che giustifichino tali atteggiamenti, il tutto poggia sul vuoto.
Aiuta anche lo sbracamento generale che ha ridotto la scuola ad un caravanserraglio di ignoranti individui bercianti cancellando regole, educazione, strutture sociali e senso di appartenenza ad una società civile!
Se andiamo all’indietro nella storia vediamo che tutte le civiltà antiche sono nate, sono cresciute, e sono morte e prima di morire hanno espresso costumi degenerati e probabilmente anche noi stiamo vivendo la fine della nostra civiltà che sta morendo. Indietro non si torna, è solo questione di tempo ed anche la nostra civiltà, che ha visto splendori e fasti, finirà, soppiantata da qualche nascente civiltà barbara, più forte e più vitale.
Alessandro Mezzano
(Cremona)

Due papà per i gemelli/1.
E il diritto umano di quei bambini?
Egregio direttore,
la Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, ha trascritto nei registri anagrafici del Comune la paternità di due papà per i due gemellini. La Bonaldi si giustifica: l’ho fatto per un diritto umanitario. Egregio sindaco, non è un diritto umano dei bambini che crescono con un papà maschio e una mamma femmina. La natura umana del diritto dei bambini è questa, non quella che espone lei. Il diritto umano dei bambini non è di essere affidati a due persone dello stesso sesso che per loro egoismo vogliono fare i genitori ma, il loro diritto umano è di nascere dalla propria mamma e dal proprio papà li hanno concepiti con un atto d’amore.
Cesare Forte
(Oradea, Romania)

Due papà per i gemelli/2.
Da Gennuso e Cappelli soltanto silenzio
Signor direttore,
tiene banco la polemica delle settimane precedenti circa l’atto di trascrizione svolto dall’Ufficio Anagrafe e firmato come ufficiale di stato civile dal sindaco Stefania Bonaldi, perché ci tiene a farsi pubblicità a tutti i costi, dove Comune di Crema ha riconosciuto due padri di due fratellini nati con la pratica della maternità surrogata in Nord America, che in Italia è reato, scatenando una serie di commenti e anche proteste, alcune anche forti. Rimango molto colpito dall’«assordante silenzio» dei sedicenti credenti che in passato hanno dichiarato che convivere con partiti come il Pd non lede alla fede personale. Penso tra gli altri Michele Gennuso e Vincenzo Cappelli. Il sindaco Bonadli preferisce apparire mentre firma un atto illegittimo che è una ‘bugia’. Contra legem facit qui id facit quod lex prohibet, agisce contro la legge colui che compie ciò che la legge proibisce; il nostro ordinamento proibisce di trascrivere atti di nascita con genitori dello stesso sesso. Ed adversa natura, va contro natura; perché fino a prova contraria, che si creda o meno, si nasce da un uomo ed una donna. Ma cosa che fa più pensare non si tiene conto dei diritti del nascituri. Ma dai ‘credenti’ a palazzo nessun commento. Strano: visto che intervengono praticamente in tutto. Proprio vero: impossibile per un credente convivere in certe aree politiche ma pur di rimanere dei posti di potere si scende a compromessi e ci si tappa il naso. Come già scrissi non si può servire due padroni.
Marco Mantovani
(Crema)

A rischio per un cantiere
Che fine hanno fatto quei coniglietti?
Signor direttore,
come premessa potrei dire che qualcosa può essermi sfuggito. Ho letto qualche articolo e anche lettere riguardo i coniglietti o mini lepri che gravitavano nel campetto adiacente il Cremona Po. Ora in fase di riassetto con ruspe per nuovi lavori. Mi chiedo che fine hanno fatto tutte le colonie di questi esserini che disponevano di tale habitat? C’erano tanti buchi, senz’altro le loro tane, ora rasi al suolo e soppressi? Con abbondanza di terra schiacciata ben bene. Sono rimasti chiusi o rinchiusi nelle tane. Non oso immaginarlo!
Giusi
(Cremona)

IL CASO
Attraversamenti pedonali, strisce sbiadite o inesistenti
Caro direttore,
Cremona, segnaletica orizzontale per quanto concerne gli attraversamenti pedonali. Mi spiace ammetterlo, purtroppo non siamo messi benissimo, anzi!
Parecchi sono sbiaditi, addirittura quasi inesistenti. Altri soffrono di allocazioni casuali. Là dove poi avrebbero dovuto esserci, spariti, cancellati dall’usura causata dal persistente traffico cittadino. Se poi ci si mette anche l’insistente pioggia di questi giorni che tutto confonde, si salvi chi può. Credetemi direttore, è un azzardo attraversare certe strade ove la segnaletica è ‘penuriosa’, peggio là ove le strisce pedonali sono quasi inesistenti.
Ho veduto scene da brivido, ho constatato che il rischio per i pedoni era diventato ‘il loro mestiere’. Non perdiamo altro tempo, mamma santissima.
Il ricorso ad oculati interventi di manutenzione, soprattutto a ritoccatine doverose di certe sofferenti strisce pedonali, oggi come oggi deve essere il minimo sindacale. Sicurezza, sicurezza ed ancora sicurezza, costituiscono un indispensabile must.
Ed allora, illustre signor sindaco, consapevole che è ormai trapassato il tempo in cui Berta filava, consapevole pure che vi so capace di eccellenti disamine, implementate da argomenti diversificati non già diversi, pur tuttavia non digiuni da nutrita saggezza, armatevi di penne, pennarelli, pastelli (che sono metafore di un variegato variopinto intuito), per implementare sacrosante ritoccatine qua e là alle strisce pedonali bisognose di rigenerazione. E ricordatevi che ogni supporto per informare la cittadinanza è valido: una carta colorata comunica allegria, una carta ruvida comunica simpatia, un pennarello colorato racconta la voglia di staccarsi dalla tradizione e di guardare ad un ‘sano e robustoso’ futuro.
Utilizzateli dunque sempre più sovente certi ‘pennarelli’ colorati, perché la nostra gente ne sente tanto la mancanza. Vedete signor sindaco: «Cambiare è la regola della vita. E quelli che guardano al passato e si fermano al presente, certamente perderanno il futuro» (J. F. Kennedy).
Giorgino Carnevali
(Cremona)
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Accolgo questo suo accorato (dovrei dire colorato e colorito?) appello. La sicurezza delle nostre strade non è mai troppa.


LA POLEMICA
Da due anni aspetto le alberature in via Chiese
Signor direttore, faccio riferimento all’articolo pubblicato il 19 scorso, nel quale si dà notizia di nuove piantumazioni in sostituzione di alberi ammalorati, con relativa estirpazione delle ceppaie. Due anni fa, esattamente il 5 aprile 2016, scrissi congratulandomi per la piantumazione di nuove acacie in via Serio, lamentando però che in via Chiese vi erano ben quattro spazi - uno con ceppaia già eliminata e tre con ancora il moncone di tronco, che aspettavano un intervento. L’assessore Manfredini rispose ringraziando per la segnalazione, assicurando a breve il rispristino delle quattro alberature. Visto che nell’elenco delle vie interessate ai lavori non ho trovato via Chiese, dovremo aspettare il prossimo piano straordinario di piantumazioni per vedere finalmente concluso l'intervento?
Volevo segnalare a chi di dovere la pericolosità della svolta a sinistra in uscita dal senso unico di via Chiese, dove i cespugli alla base dei tigli coprono completamente la visuale, già compromessa per la presenza delle auto e furgoni parcheggiati.
Fiorenza Brognoli
(Cremona)

L'INTERVENTO
Utero in affitto è mercato, altro che femminismo
Allibito dalla lettera del sindaco Bonaldi, in risposta al suo editoriale sull’utero in affitto...., desidero esprimerle privatamente la mia solidarietà ed esaminare alcune tra le mille contraddizioni in cui la signora si dibatte per dimostrare, ammesso che ce ne sia ancora bisogno, l’assurdità delle sue affermazioni.
A suo dire ci son personaggi che «si sgolano su un tema (si deduce contro) che richiederebbe apertura, prudenza e spirito umanitario».
Cosa richiederebbe apertura? La pratica dell’utero in affitto da cui è derivata la trascrizione anagrafica contestata? Ovvero la compravendita di bambini partoriti da una donna di cui viene misconosciuta non solo la maternità, ma anche l’identità?
Un vero e proprio pugno nello stomaco a quel femminismo di cui la signora Bonaldi vorrebbe ergersi come paladina!
Perché di questo si tratta, se ancora non l’ha capita, di un mercato. Un mercato però dove le merci non sono borse gioielli e balocchi, bensì esseri umani.
Questo mi ricorda quanto avvenne presso le antiche civiltà europee con la compravendita degli schiavi, quanto avviene oggi in altre parti del mondo con la compravendita delle figlie spose bambine.
E' questo mercato, pertanto, esempio di quell’evoluzione della società civile verso cui, secondo la signora, ci vorrebbe apertura, prudenza e spirito umanitario?
Se fosse, per solo questo lascia molto a desiderare quella «difesa degli esseri umani» che tanto si arroga.
Ma forse la parola mercato la disturba.
Forse preferirebbe convertirla secondo una moda linguistica di moda oggi, nell’espressione ‘scambio responsabile’ e ‘consapevole’ di beni per la promozione di alternative genitorialità».
Comunque l’intenda, un fenomeno a mio avviso sempre da condannare, che i beneficiari siano coppie omo od eterosessuali.
Vien da sorridere, amaramente però, a leggere quanto riportato dalla replica del sindaco, sul giornale ‘La Provincia’ il 19 maggio, a pagina 21, in risposta agli striscioni comparsi a Crema contro il suo operato.
Parole testuali: «Il clima orrendo e maschilista in cui la donna era solo una... fabbrica di figli, grazie a Dio, è passato....».
E' straordinaria la forza della convinzione, ammessa la buona fede, perché quello che il sindaco dice di voler combattere, è esattamente quello che indirettamente, con la sua iniziativa personale della trascrizione anagrafica dei gemelli a Crema, va sponsorizzando, perché grazie alla pratica dell'utero in affitto si è inaugurata per le donne e relative creature una nuova stagione di schiavitù, che le rende a tutti gli effetti e mai così nella storia identiche a quella ‘fabbrica di figli’, che tanto disgusta la signora Bonaldi.
E questo anche perché almeno prima per le donne era consentito di rimanere madri, e non è poco; ora invece, grazie a questa pratica, questa nobilissima prerogativa che non lo si vuole certo negare comportava oneri e sofferenze ieri come oggi, ma anche soddisfazioni, è stata loro sottratta per quello che sembra tutt’altro che un atto d’amore, bensì un atto di egoismo maschilista: già proprio quello che il sindaco, dimostrando di avere le idee molto ideologicamente confuse, vorrebbe stigmatizzare.
Molto altro ci sarebbe da dire, mi limito a commentare quanto dice a proposito del diritto alla vita, e cioè che «non dev’essere perimetrato, da personaggi... perennemente fuori dalle righe».
Ebbene, se c’è qualcuno che ha dato a moltissime persone l’idea di essere veramente ‘fuori dalle righe’, nella questione affrontata, questi è proprio lei, il sindaco Bonaldi, perché ha attaccato offeso insinuato tirato in ballo a sproposito terzi nel rapporto col direttore del giornale in maniera inopinata; ha quindi espresso argomentazioni che nulla centravano col tema in questione, facendo leva sul solito cliché di moda fatto di parole ad effetto (maschilista.), attribuite a vanvera e usate forse perché pensava di suggestionare la platea per il semplice fatto di averle pronunciate o usate per prima, o di bypassare il confronto come se lo temesse o come se al contrario avesse una fede talmente integralista nelle proprie convinzioni, da disprezzare in toto, negando ogni possibilità di contraddittorio, alle opinioni altrui... secondo uno stile ahimè già arcinoto.
In sintesi, il senso della sua risposta è: o credete a me senza discutere, senza confrontarci, o siete degli "arretrati integralisti maschilisti.
E se il sindaco non ritiene che ci sia di meglio da fare per tutelare questi bimbi, di iscriverli all’anagrafe della sua città, perché allora non ha pensato di registrare anche l’identità della madre biologica, in nome di quel femminismo di cui tanto vanamente lei si riempie la bocca ?
Forse perché, tra l’altro, vendere il proprio figlio viene percepito come un atto sconveniente.
Ma se la pratica dell’utero in affitto come il sindaco lascia intendere è da ritenersi buona, un passo di emancipazione di civiltà, di cosa ci si deve vergognare?
E se, a suo dire, «la vita non è una questione ideologica» e «il diritto alla vita non può essere perimetrato» e perciò si deduce va difeso sempre, chissà cosa ne pensa questo sindaco dell’aborto o, secondo un’espressione meno truce nella forma ma non nella sostanza, ‘interruzione volontaria di gravidanza’?
La soppressione dei bambini nel grembo materno è da ritenersi un segnale di civiltà, di apertura alla vita o piuttosto una sua tragica ‘perimetratura’?
Visto il suo tanto decantato zelo per i minori dove va a finire quando in discussione sono vite a rischio soppressione nel grembo materno?
Forse che, dal suo punto di vista, cessano di essere minori o più ancora esseri umani per cui non è neanche il caso di nominarli su una tomba , quando vengono sepolti?
Evento, quello della sepoltura, che è già un grande passo avanti sul piano civile se pensiamo che fino a non molto tempo fa, almeno a Cremona, i feti abortiti venivano letteralmente bidonati.
E perciò, e questa è ahimè la prassi, è sufficiente semplicemente numerarli, così come si dava il numero agli ebrei candidati allo sterminio nei campi di Auschwitz, per mettersi la coscienza a posto?
E perché, infine, non iscrivere anche queste giovani vite spezzate nelle anagrafi comunali, grazie all’input della signora Bonaldi, ammesso che già non lo si faccia da qualche parte e su cui chiedo lumi?
S. A.
(Cremona)


Ne parlo con...


È una parola chiave
Dicendo ‘cittadinanza’ si esprime l’identità
Signor direttore,
ritengo di non sbagliare se affermo che oggi, in vari contesti comunicativi, le parole utilizzate corrono il rischio di apparire ambigue, quindi di non esprimere con chiarezza il loro significato.
Come spesso accade, questa dimensione si coglie nel mondo (o nei mondi) che attengono alla sfera politica: non da oggi, del resto. Le ‘convergenze parallele’ e gli ‘equilibri avanzati’ sono esempi di politichese che hanno fatto scuola.
Un termine che, oggi, viene usato a mio avviso, non sempre a proposito è ‘cittadinanza’. Nella realtà didattico-formativa, esiste un ambito specifico denominato educazione alla cittadinanza, mentre la parole stessa, ‘cittadinanza’, appunto, in grammatica è un nome collettivo, ma anche astratto, se si prescinde dall’individualità concreta dei singoli cittadini. La cittadinanza è anche un requisito per godere di alcuni benefici; il ‘reddito di cittadinanza’ è (o dovrebbe essere) la condizione che permette di fruirne. In ogni caso, la ‘cittadinanza’ appare-risulta essere un traguardo: detto in riferimento all’espressione che ho indicato sopra, ciò che permette ad un cittadino di essere tale, in quanto portatore di diritti. Non posso, allora, fare a meno di chiedermi - e di chiedere a lei, direttore, e ai lettori del suo quotidiano: i cittadini non sono anche ‘persone’? Sono soltanto ‘portatori di diritti’ anche economici (non voglio parlare di elargizioni)? Un vecchio proverbio, recitava: ‘Uomini si nasce, ricchi si diventa!’. Anche cittadini?
Giampietro Ottolini
(Solarolo Rainerio)
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Correggo il proverbio da lei citato: «Signori si nasce, ricchi si diventa».

La ‘lezione’ di D’Acquisto
Più di tanto la vita non può toglierci
Signor direttore,
le ultime parole che disse l’eroico carabiniere Salvo D’Acquisto medaglia d’oro, che durante la Seconda Guerra Mondiale si fece fucilare dai tedeschi in cambio della vita di 22 ostaggi - parole che sono «una volta si nasce, una volta si muore» - valgono per tutti noi e suonano come un richiamo nei momenti più dolorosi ricordandoci che più di tanto la vita non può toglierci.
Ernesto Biagi
(Casalmaggiore)



Infinity Dance a Giocagin, spettacolo emozionante
Egregio direttore
sono una mamma della scuola di danza Infinity Dance Asd di Cinzia Guadrini. Le scrivo in riferimento al vostro articolo pubblicato il 21 maggio relativo alla giornata dedicata allo sport il Giocagin organizzato da Uisp. Anche la nostra scuola ha partecipato con entusiasmo all’evento (come da voi menzionato nell’articolo) ma nessuna immagine delle nostre ragazze è stata pubblicata. Le allego le fotografie per rendere omaggio all’impegno che anche la nostra scuola ha messo per riuscire a creare uno spettacolo emozionante.
Sabrina Denti
(Cremona)

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