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IL PUNTO

Crediamo in noi stessi, immaginiamo il futuro

Marco Bencivenga

Email:

dduchi@laprovinciacr.it

24 Febbraio 2019 - 09:16

Crediamo in noi stessi, immaginiamo il futuro

Marco Bencivenga

di MARCO BENCIVENGA*

Una settimana di lavoro da direttore - per quanto intensa, ricca di incontri e di appuntamenti, un’autentica full immersion sul campo - non basta certo per scoprire e capire un’intera provincia. Soprattutto se si tratta di una provincia policentrica e multiforme, con una città capoluogo ma non capitale (Cremona); due poli che rivendicano in ogni ambito la propria autonomia e la propria identità (Crema e Casalmaggiore) e una miriade di centri (Castelleone, Pandino, Soresina, Soncino, Pizzighettone...) orgogliosamente aggrappati al proprio campanile, alla propria dimensione, alle proprie specificità.

Mi servirà molto più tempo per conoscere nel profondo questo territorio. La scrivania da direttore de La Provincia, però, è un punto di osservazione privilegiato, garantisce relazioni importanti e continue occasioni di confronto. E da subito, se non proprio una conoscenza approfondita, offre quantomeno sensazioni, percezioni significative. E la prima sensazione, per chi arriva da fuori, è che Cremona, Crema, Casalmaggiore e tutti i centri della provincia nascondano sotto l’apparente ordinarietà una serie di tesori nascosti. Raramente ostentati. Forse volutamente sotto traccia e gelosamente custoditi. In un mondo che a volte va troppo in fretta (e spesso finisce fuori strada) nel territorio cremonese, cremasco e casalasco il tempo sembra scorrere a un ritmo più lento, dilatato, sostenibile. Fin troppo? Dalla scarsa diffusione della banda larga, se non addirittura della fibra ottica, alla atavica precarietà dei collegamenti (secondo il sito specializzato thetrainline il tempo medio di percorrenza della tratta ferroviaria Cremona-Roma è di 5 ore e 29 minuti, contro le 4 ore e 40 di Brescia, che pure dista dalla capitale 32 chilometri in più: 444 contro 412 km) per qualche aspetto è vero: la nostra provincia sconta qualche ritardo sulle sfide della modernità. Sull’altro piatto della bilancia, però, puó mettere una qualità della vita, relazioni interpersonali e un’efficienza dei servizi che compensano abbondantemente qualche criticità. E pure un livello di sicurezza superiore alla media nazionale: sul territorio cremonese il consumo di droga non manca, è vero, ma resta nella dimensione del commercio al dettaglio, non del narcotraffico internazionale; i reati predatori esistono, ma sono contrastati quotidianamente dalle forze dell’ordine; la Direzione investigativa antimafia distrettuale in settimana ha lanciato l’ennesimo allarme sul rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata (che, si sa, punta ai territorio in cui c’è più ricchezza) ma in fondo ha messo “sotto osservazione” soltanto un’azienda cremonese, mentre nelle province limitrofe si contano a decine le interdittive prefettizie, ovvero i provvedimenti che escludono dagli appalti pubblici le attività sospette.


Come direbbe il protagonista di un celebre spot, Cremona, Crema e tutti i centri del territorio sono “solide realtà”. Hanno radici profonde. È un tessuto sociale sano. E solo nell’ultima settimana ben due volte sono saliti sulla ribalta nazionale e regionale: nello sport grazie all’impresa della Vanoli, capace di conquistare con pieno merito la Coppa Italia di basket; nel sistema-Cremona mettendo in cassaforte i 900 milioni di euro che Rete Ferroviaria Italiana e Regione Lombardia si sono impegnate a investire in opere infrastrutturali sull’asse Mantova-Cremona-Milano.


Un successo d’immagine e uno di sostanza. Certo, gli impegni di Rfi e Pirellone per ora vanno catalogati alla voce “promesse” e nell’immediato non allevieranno i disagi dei pendolari. Però, accanto agli annunci ci sono date precise, impegni pubblicamente scolpiti nel calendario (“I lavori per il raddoppio della Mantova-Cremona-Milano inizieranno nel 2021 ed entro il 2025 i treni in servizio ogni ora passeranno da quattro a dieci”) e gli investimenti sono talmente significativi da essere rivendicati sia dalla parte politica che li ha potuti annunciare (la Giunta regionale di centrodestra guidata da Attilio Fontana) sia dalla parte politica che era al Governo fino a nove mesi fa (“Quei fondi li abbiamo stanziati noi!”, ha tuonato da Roma il deputato pd Luciano Pizzetti).


Due segnali importanti - la conquista della coppa e gli investimenti sul territorio - di cui dovrebbe essere orgogliosa l’intera provincia. Che a volte sembra invece difettare di autostima.


Ecco: la sensazione delle sensazioni, per chi arriva da fuori, è che i primi a non credere fino in fondo nel valore di Cremona siano i cremonesi; i primi a considerarsi soltanto “periferia di Milano” siano i cremaschi; i primi a non pensare in grande siano tutti gli altri. E invece no. Le elezioni amministrative ormai prossime nel capoluogo e in molti Comuni della provincia offrono a tutti l’occasione per provare a cambiare passo, a pensare un po’ più grande, a mettere in campo nuove idee e nuovi progetti. Certo, servirebbe una campagna elettorale diversa, più orientata sui programmi che sulle persone. Finora, invece, tutto si gioca solo su volti, nomi, alleanze. Poco o niente sui contenuti. Per fortuna il tempo per rimediare c’è. E da qui al 26 maggio mancano tre mesi e in questi cento giorni scarsi La Provincia farà la sua parte per stimolare il dibattito, offrire occasioni di confronto, pungolare i candidati. In fondo un direttore mica dura una sola settimana...

*direttore quotidiano La Provincia di Cremona

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