L'ANALISI
31 Luglio 2018 - 22:01
Lo scenario è ormai cristallizzato: sono cambiati i vertici di Ferrovie dello Stato, con Gianluigi Vittorio Castelli nuovo presidente e Gianfranco Battisti amministratore delegato al posto di Renato Mazzoncini; e la Regione, che proprio sul rapporto diretto fra il governatore Attilio Fontana e l’ex ad aveva puntato forte per riorganizzare il servizio ferroviario lombardo, mettendo sostanzialmente all’angolo Trenord per riportare al centro Trenitalia, di fatto scelta come nuovo gestore di tutte le linee dei pendolari comprese quelle che attraversano Cremona e provincia collegandole con Milano e Brescia, vede potenzialmente pregiudicato quel progetto.
È stata politicamente sotto attacco Trenord per settimane, si ritrova nel mirino la giunta regionale adesso. Incalzata in particolare dal Movimento 5 stelle, che a Milano è opposizione (contro la Lega) ma a Roma governa (con la Lega) ed esprime proprio il ministro dei Trasporti, il cremonese Danilo Toninelli.
Ecco che allora, nella prospettiva di un riordino che appare più che mai a rischio, pur al momento solo ‘congelato’, assumono un significato sostanziale le dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Buffagni: «Quel piano è scellerato — lo ha bocciato senza appello lasciando chiaramente intendere di parlare a nome dell’esecutivo nazionale — e senza visione: c’è Trenord, si faccia funzionare Trenord».
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