L'ANALISI
16 Settembre 2018 - 08:24
SORESINA - «A parole si rifanno al Vangelo, ma in realtà il messaggio contenuto nel Vangelo è assai diverso dagli obiettivi perseguiti con le loro politiche». È al primo ministro ungherese Viktor Orban e, pur senza nominarlo mai direttamente, e al vice premier italiano Matteo Salvini che don Angelo Piccinelli addebita le contraddizioni sottolineate nell’ultimo notiziario parrocchiale.
Da sacerdote di campagna, il parroco soresinese si mantiene al di fuori della critica politica: la considererebbe una indebita ‘invasione di campo’. Il suo vuol essere un richiamo di tipo ‘evangelico’ e nasce dalla definizione che Orban ha dato recentemente di Salvini, chiamandolo il suo ‘eroe’: «Nel Vangelo, che i ‘nuovi eroi’ esibiscono come uno statuto programmatico nei loro comizi, l’amore presuppone la compassione, ovvero la capacità di fare propria la sofferenza altrui».
Don Piccinelli esprime anche una forte preoccupazione per un certo genere di politiche, e anche qui l’esortazione a correggere il tiro e ammorbidire i toni del confronto: «Seminare nelle nuove generazioni il disprezzo per i deboli e inoculare il virus dell’indifferenza per le sofferenze altrui non è mai stata una prodezza sotto il cielo, ed è, anzi, un’operazione assolutamente scellerata, una pericolosa ipoteca sul futuro».
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