L'ANALISI
05 Novembre 2018 - 07:32
Novembre 1988: l’inaugurazione con monsignor Enrico Assi
CREMONA - Dall’ingresso grande su viale Trento Trieste, sono passati i migranti di allora — romeni e albanesi, i primi — e continuano ad entrare i profughi di adesso, africani. E alla porta piccola che si affaccia a via Sant’Antonio del Fuoco, hanno bussato e continuano a bussare poveri e bisognosi: cremonesi. Da una parte e dall’altra, gli stranieri quanto gli italiani sanno che troveranno «una casa con le porte sempre aperte per tutti», come la definisce l’attuale direttore della Caritas, don Antonio Pezzetti. E oltre le periodiche polemiche politiche, a dispetto di ogni attacco — l’ultimo lo scorso venerdì notte, con lo striscione razzista appeso da Forza Nuova —, è in effetti così da sempre la Casa dell’Accoglienza, struttura di cui ricorre il trentesimo anniversario di apertura. Era il 12 novembre 1988, infatti, quando l’allora vescovo Enrico Assi la inaugurava «in segno di comunione e come un luogo di crescita sulle strade della santità». Il simbolo da prima linea dell’impegno caritativo della Chiesa cremonese.
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