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5 febbraio 1994

Sarajevo, strage di innocenti in coda per un sacco di farina

Granate su Sarajevo

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

05 Febbraio 2019 - 07:00

Granate su Sarajevo

Andreatta propone un tavolo di pace. Wojtyla 'supplica' i croati per il cessate il fuoco

SARAJEVO — Ancora una strage a Sarajevo:  nove persone (tra le quali due bambini) sono rimaste uccise e 15 sono state ferite da colpi di mortaio sparati dalle linee serbe contro la folla in fila per il pane.

Tra indignazione, difficoltà e sempre nuovi lutti, la diplomazia continua a lavorare per la pace in Bosnia. Così, Beniamino Andreatta si appresta ad ospitare il prossimo 9 febbraio a Roma i duellanti Tudjman e Izebegovic. Nel frattempo, però, per un sacco di farina, un pacco di zucchero, uno di fagioli e due filoni di pane sono morte ieri a Sarajevo altre nove persone, tra cui due bimbe di otto e nove anni. Altre 26 persone lottano tra la vita e la morte. Ad uccidere è stato l'obice di un mortaio da 82 millimetri partito dalla collina di Lukavica, sotto il controllo dei serbi, che però negano di aver sparato. La morte, repentina, ha raggiunto una folla di donne, bambini e vecchi in un misero quartiere musulmano della capitale: erano le ore 11 di una mattina precocemente primaverile.

E vero colpo di scena diplomatico  potrebbe essere però quello annunciato con molta prudenza ieri da Andreatta: «Saremmo lieti di ospitare qui a Roma mercoledì 9 febbraio il presidente mussulmano Izebegovic e quello croato Tudjman», ha detto, pur aggiungendo che «si tratta di una possibilità, niente altro che una possibilità». Ci sarebbero anche due ipotesi di lavoro, su cui i due dovrebbero negoziare, sostenuti da una sorta di mediazione offerta dagli italiani: come risolvere il conflitto in quattro aree in Erzegovina, contese tra croati e musulmani e quali possibilità esistono per formare una confederazione croato-musulmana in Bosnia? Per il momento non si conosce comunque la reazione di Sarajevo, spesso non favorevole alle «facili pacificazioni».

Ieri, intanto, il Papa «ha supplicato» il vice-primo ministro e ministro degli Esteri di Croazia, Mate Granic, «perchè si faccia tutto il possibile per arrivare ad un 'cessate-il-fuoco' condizione indispensabile senza la quale non si potrà arrivare ad una sistemazione stabile di tutta la zona».

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