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Presina alza le barricate contro l’arrivo dei migranti

Via Villaraspa, dove dovrebbero trasferirsi i migranti DIENNE FOTO
Via Villaraspa, dove dovrebbero trasferirsi i migranti DIENNE FOTO
Via Villaraspa, dove dovrebbero trasferirsi i migranti DIENNE FOTO
Via Villaraspa, dove dovrebbero trasferirsi i migranti DIENNE FOTO

La frazione di Presina alza le barricate contro i richiedenti asilo: «Qui non c’è posto per il gruppo di profughi di via Chiesa», sostengono gli abitanti. Animata assemblea pubblica, martedì sera, nella sala parrocchiale di Presina, organizzata dal neonato «Comitato SOS Presina». La possibilità che venga trasferito in via Villaraspa, in una casetta degli anni Settanta recentemente ristrutturata di proprietà di un cittadino albaretano, il gruppo di 16 migranti ospitati attualmente in alcuni appartamenti in centro ad Albaredo, non viene accolta con favore dai 500 cittadini della frazione. Ce n’erano 50 presenti alla riunione indetta dal Comitato. Hanno partecipato anche alcuni rappresentanti della minoranza che, ad un certo punto, sono stati invitati a lasciare la sala «per non politicizzare» la serata. Non sono mancati i battibecchi e pure un principio di zuffa fra due persone, all’esterno del locale. L’organizzatore, Roberto Bissolo, indipendentista veneto di Presina che anni fa ricusò la cittadinanza italiana, ha riassunto gli ultimi avvenimenti che riguardano il gruppo di richiedenti asilo provenienti da Gambia, Ghana, Senegal e Nigeria. «Un cittadino di Albaredo, che conosco molto bene e che stimo, ha già stilato un accordo con la cooperativa San Francesco, che gestisce l’accoglienza dei migranti in via Chiesa, per spostarli in due appartamenti di sua proprietà in centro a Presina», ha riferito Bissolo. Durante l’incontro è stata pure resa nota la cifra che dovrebbe costituire l’accordo tra la cooperativa e il privato: 1.800 euro al mese. Il trasferimento sarebbe la conseguenza di alcune difficoltà incontrate dalla cooperativa nella gestione dei profughi in via Chiesa. I giovani africani sono rimasti per quasi un mese senza riscaldamento; fortunatamente, prima che arrivasse il grande freddo, gli operatori della cooperativa sono riusciti, dopo molte insistenze, ad ottenere che il proprietario degli alloggi adeguasse finalmente l’impiantistica. I problemi, dunque, sono stati risolti. Tuttavia l’idea dello spostamento del gruppo dal capoluogo a Presina è ancora contemplata dalla cooperativa ed è appoggiata dalla Prefettura. Per questo i residenti della frazione sono in fibrillazione. Due esponenti del «Partito nazionale» di Monteforte sono intervenuti all’assemblea, per ricordare che «non è possibile opporsi in alcun modo all’insediamento, se è già stato deciso». L’ex assessore Stefano Mattiolo, dopo aver ribadito quanto aveva già sostenuto in merito all’«errore dell’amministrazione nell’aver rinunciato ad aderire allo Sprar, progetto che avrebbe garantito un numero massimo di migranti pari al 3 per mille della popolazione», ha annunciato di aver avuto un recente colloquio con il privato. «Gli ho proposto un accordo diverso, che coinvolga i lavoratori stranieri che vengono impiegati nei vicini vivai», ha rivelato. «La somma totale dell’affitto si ridurrebbe di 500 euro, ma si tratterebbe di un investimento con maggiori garanzie, accolto con favore dai residenti». Al termine della riunione è intervenuto pure il sindaco Giovanni Ruta con i componenti della Giunta. Il primo cittadino ha raccontato i particolari del suo incontro con il viceprefetto Angelo Sidoti. «Ho sottolineato come la soluzione in centro storico sia la migliore possibile, perché i richiedenti asilo sono più vicini sia alla sede della polizia locale che alla caserma dei carabinieri. Presina è una frazione decentrata, con numerosi anziani e un numero consistente di immigrati già residenti», ha detto Ruta. Il giorno successivo all’incontro, il sindaco ha inviato una lettera al viceprefetto per ribadire la posizione contraria sia degli abitanti che dell’amministrazione comunale. •

Paola Bosaro

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