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Oggi all'ateneo scaligero

Altromercato all'Uninversità racconta
com'è cambiato il mondo equo e solidale

Oggi all'ateneo scaligero
Al via Altromercato Campus (Pasetto)
Al via Altromercato Campus (Pasetto)
Diego Parassole #Altromercato (Pasetto)

Si è aperta questa mattina, con la prima sessione coordinata Riccardo Iacona e con un intervento del comico di Zelig Diego Parassole, «Altromercato Campus 2018». Un’intera giornata in cui il Dipartimento di Economia aziendale dell’ateneo veronese diventerà, per il secondo anno, la “casa” di Altromercato e ospiterà incontri, dibattiti, laboratori sul tema della sostenibilità ambientale e sociale della filiera etica e di un futuro più equo e sostenibile da costruire insieme. Nel pomeriggio workshop, laboratori e sfilata di moda etica e sostenibile aperti a tutti i cittadini: qui il programma completo. 

 

 

 

 

«Noi siamo idealisti e solidali da 30 anni», ha detto il presidente di Altromercato Cristiano Calvi nell’incontro moderato dal giornalista Riccardo Iacona, «oggi l’economia in generale, finalmente, ragiona in termini di cambiamento. Noi da sempre sogniamo un mercato che si basi sulla responsabilità sociale d’impresa, che rispetti i lavoratori e garantisca la qualità del prodotto attraverso una filiera tracciabile».

Se ne è fatta di strada da quando, negli anni Novanta, si presentava il Commercio equo e solidale come una sfida. «La svolta è stata nel 2005, con i primi contributi dei ricercatori sul “Fair trade for all”, un fenomeno, dunque, adatto a tutto il mercato, a tutte le imprese», ha ricordato Francesca Simeoni, docente di Economia e gestione delle imprese all’Università di Verona. «Poi la crisi economica internazionale e le accuse di alcuni economisti che lo hanno definito ingiusto, addirittura controproducente, responsabile del blocco alle possibilità di sviluppo del mercato. Oggi, invece, questa realtà sta dimostrando con i numeri che ce la può fare. Purché, per il futuro, ripensi il suo business model, rifletta su chi vende e chi comunica questa realtà e ragioni sulla trasparenza delle certificazioni».

 

Le storie dei produttori

Per arrivare dalla materia prima alle Botteghe di Altromercato, però, la strada è lunga e spesso costellata di difficoltà, come testimoniano i produttori che da tempo collaborano con Altromercato e che, impegnandosi per la giustizia sociale e per tutelare i diritti delle comunità indigene nel Sud del mondo, arrivano ad essere minacciati e rischiano la vita.

Com’è accaduto a diversi rappresentanti di Pftc (Panay Fair Trade Center), che dal 1991, nelle Filippine, si occupa della produzione artigianale e della vendita, tramite il Commercio Equo e Solidale, dello zucchero bio integrale Mascobado: tre attivisti sono stati assassinati, altri quattro sono misteriosamente scomparsi.

«Cerchiamo di tutelare i diritti dei produttori sfruttati e delle donne marginalizzate del Paese», racconta Ruth Salditos, direttrice di Fair Trade Panay Foundation, «e per questo siamo soggetti alla repressione, la situazione è molto tesa. Ma insieme a tutte le persone possiamo davvero arrivare al cambiamento: basterebbe che i consumatori avessero la consapevolezza di quanto accade nei luoghi in cui vengono realizzati i prodotti che acquistano».

Kts, per esempio, ha base a Kathmandu, in Nepal, ed è nata nel 1983 con progetti di formazione gratuita per offrire la possibilità ai giovani e alle donne di emanciparsi dalla povertà attraverso l’istruzione e la formazione nei settori tessitura, lavoro a maglia, falegnameria. «In Nepal, uno dei paesi più poveri al mondo, lo sfruttamento del lavoro è una pratica diffusa», conferma il direttore Kiran Bahadur Khadgi.

 

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