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Dare lavoro ai giovani per rilanciare l’Italia

Il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti ieri al Teatro Nuovo FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORIIl segretario di Stato Parolin saluta la signora Sboarina e il sindacoIl cardinale Pietro Parolin con il prefetto Mulas a Sant’Anastasia
Il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti ieri al Teatro Nuovo FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORIIl segretario di Stato Parolin saluta la signora Sboarina e il sindacoIl cardinale Pietro Parolin con il prefetto Mulas a Sant’Anastasia
Il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti ieri al Teatro Nuovo FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORIIl segretario di Stato Parolin saluta la signora Sboarina e il sindacoIl cardinale Pietro Parolin con il prefetto Mulas a Sant’Anastasia
Il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti ieri al Teatro Nuovo FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORIIl segretario di Stato Parolin saluta la signora Sboarina e il sindacoIl cardinale Pietro Parolin con il prefetto Mulas a Sant’Anastasia

Sull’economia, gli stili di vita, l’ambiente, la cultura, tutti temi affrontati nella quattro giorni di lavori, «vi do un compito. Ricucire, anzi rammendare l’Italia. Gli uomini e le donne di buona volontà sviluppino un piano di rilancio del Paese valorizzando i talenti». E ancora «la famiglia e la messa in sicurezza del territorio con serie politiche per la tutela del lavoro e dei giovani, devono essere le priorità su cui si giocano il presente e il futuro della nazione».

Prima della messa solenne a Sant’Anastasia presieduta dal cardinale vicentino Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, la chiusura della settima edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa è stata affidata al cardinale Gualtiero Bassetti. Arcivescovo della Diocesi metropolita di Perugia e Città della Pieve, da sei mesi presidente della Conferenza episcopale italiana.

Il porporato ha proposto un patto fra politica, giovani e adulti partendo dal tema «Fedeltà e Cambiamento» attorno al quale si è svolta quest’anno la manifestazione ideata e organizzata da monsignor Adriano Vincenzi, presidente della Fondazione Toniolo. «È urgente elaborare e applicare nuove pratiche della Dottrina Sociale perché temi come il lavoro e la disoccupazione devono ritrovare centralità nelle riflessioni sociali. In questo senso, i cattolici hanno a disposizione un grande patrimonio di idee e pratiche che va valorizzato», ha sottolineato il porporato.

Poi, incalzato dal giornalista di Sky Emilio Carrelli, si è concesso al pubblico del Teatro Nuovo per una chiacchierata informale sugli argomenti più svariati. Dalla sua infanzia povera e contadina nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo, alla lotta alla pedofilia che impegna la Chiesa e «sulla quale c’è tollenza zero». Dal funerale pubblico negato a Riina, «abbiamo fatto ciò che dovevamo nella giustizia e nella misericordia», al futuro dei giovani ai quali è dedicato il prossimo Sinodo dei vescovi. «Diamo loro prospettive concrete di lavoro», ha ripetuto.

Cuore del dibattito, i temi dell’accoglienza e delle migrazioni. Alla vigilia del viaggio apostolico di Papa Francesco in Myanmar e Bangladesh e a pochi giorni dalla pubblicazione del suo messaggio per la Giornata mondiale della pace dedicata al tema «Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace».

Venti giorni fa, ha raccontato, «sono andato a Rimini a celebrare il decimo anniversario della morte di don Oreste Benzi, fondatore dell’associazione Papa Giovanni XXIII. Mi hanno regalato un pastorale (il bastone che indica l’autorità del vescovo, ndr) fatto con i legni delle barche che trasportano i migranti. La targhetta recita “il legno di questo pastorale e il legno della croce di Gesù sono un unico legno”. Vero. L’accoglienza è insita nel messaggio cristiano ma vale la regola della prudenza, per cui ogni nazione deve tenere conto di quanto può essere in grado di accogliere. Ciò non riguarda l’Italia, ecco perché ci vorrebbe maggiore unità in Europa. Perché diventasse una patria dove i problemi si risolvono insieme».

«In questi giorni abbiamo vissuto l’esperienza di una Chiesa diversa, semplice, bella, vera e buona. Non si è parlato tanto di Chiesa, ma di relazione. La Chiesa che tutti vorrebbero», ha concluso monsignor Vincenzi, prima di donare a Bassetti la scultura di un albero, riproduzione del logo del festival, fatto nell’azienda dell’imprenditore fiorentino Marco Bartoletti che dà lavoro ai malati di tumore.

Laura Perina

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