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Assistenza agli ultimi a Verona

Medici per la pace
un anno solidale
con «We Care»

Assistenza agli ultimi a Verona
L'attività di Medici per la pace
L'attività di Medici per la pace
L'attività di Medici per la pace
L'attività di Medici per la pace

Bilancio di un anno di lavoro per la onlus veronese Medici per la Pace. Un anno di solidarietà con il progetto We Care, realizzato grazie al sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo. Il progetto ha portato assistenza alla popolazione a rischio povertà o esclusione sociale a Verona, raggiungendo più di 370 persone.

 

Il progetto impegna medici e volontari in una serie di interventi gratuiti rivolti a chi si trova in situazioni di precarietà. We Care, iniziato nel febbraio 2018 e della durata di 12 mesi, si è posto l’obiettivo di offrire servizi socio-sanitari diversificati alle persone e ai gruppi più vulnerabili sul territorio di Verona. Inoltre, intende facilitare l’accesso di queste stesse persone ai servizi socio-sanitari pubblici e promuoverne l’integrazione attraverso una sensibilizzazione alla conoscenza dei propri diritti. A questo fine, Medici per la Pace ha realizzato numerosi interventi di diversa natura.

 

Sono stati realizzati, in collaborazione con la Ulss 9 di Verona, 93 screening radiologici, presso la mensa gratuita di San Bernardino, volti alla diagnosi precoce della tubercolosi. Le persone che si sono rivolte a Medici per la Pace per questi interventi sono soprattutto persone senza fissa dimora che abitano in dormitori o per strada, la quasi totalità di sesso maschile. La maggior parte ha un’età compresa tra i 20 e i 40 anni, e sono perlopiù italiani (17%), marocchini (17%), rumeni (9,6%) e maliani (7,5%).

 

I casi sospetti di tubercolosi sono stati presi in carico dalla Ulss 9 per l’approfondimento diagnostico e le terapie del caso. Mentre lo screening radiologico per la diagnosi tubercolare è una prassi medica consolidata, è innovativo del progetto We Care il fatto di utilizzarlo quale primo strumento diagnostico nei confronti delle persone senza fissa dimora. Sono state inoltre realizzate campagne di vaccinazione e profilassi a favore della stessa popolazione difficile da raggiungere, nonché a favore di minori appartenenti alla comunità rom. Il progetto inoltre ha permesso di offrire gratuitamente, a chi ha avuto difficoltà nell'accesso alle cure sanitarie, numerose visite specialistiche, a cura di medici volontari dell'associazione.

 

Sono state così effettuate 26 visite oculistiche, 24 visite ortopediche, 16 visite mediche di base, 13 visite dermatologiche, una visita neurologica e una visita cardiologica, per un totale di 81 visite mediche specialistiche. Sono state inoltre realizzate 163 visite odontoiatriche e 8 protesi dentali, nonché uno screening odontoiatrico che ha coinvolto 31 persone. Molta importanza è rivestita anche dalle attività di sensibilizzazione alla salute sessuale e riproduttiva, con visite mediche ginecologiche offerte a donne in situazione di disagio economico ed emarginazione sociale, e incontri informativi e formativi sui metodi contraccettivi e sulla pianificazione familiare, che hanno coinvolto 42 donne.

 

Per completare la gamma di servizi offerti sul territorio di Verona alla popolazione vulnerabile, il progetto We Care ha supportato richiedenti asilo e stranieri nel loro iter di regolarizzazione della propria documentazione legale e sanitaria attraverso servizi di mediazione e accompagnamento. Nell’ambito di interventi di consulenza medico-legale, Medici per la Pace ha sottoposto a perizia quattro persone, di cui due giovani appartenenti ad un gruppo etnico nomade del Bangladesh, chiamato Bede. Si tratta di una comunità minoritaria e fortemente discriminata, cui non è concesso né l’accesso all’educazione né alle cure sanitarie all’interno del paese di origine, e che per questo cercano una vita dignitosa altrove.

 

Tutti questi servizi sono stati offerti a titolo gratuito, grazie a medici specialisti che donano il proprio tempo come volontari di Medici per la Pace, e grazie al supporto del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, che ha concesso un rilevante contributo tramite il proprio Fondo di Beneficenza. Oltre agli interventi sanitari diretti di prevenzione e cura, il progetto We Care ha preso in carico 29 persone vulnerabili a rischio di emarginazione (complessivamente 7 nuclei familiari e 1 individuo), e le segue in un completo processo di integrazione. Questo significa che sono stati esaminati tutti gli aspetti della persona, dalla sua situazione economico-lavorativa ed educativa, alle sue condizioni di salute, abitative, di tutela giuridica e della rete presenza o meno di una di sostegno sociale. L'obiettivo è stato quello di creare un piano personalizzato di contrasto alla povertà che andasse a rafforzare a 360 gradi gli aspetti che rendono vulnerabile una persona, creando un cambiamento positivo e sostenibile anche al termine del progetto. Le maggiori fragilità delle famiglie seguite riguardano la situazione lavorativa e la conseguente difficoltà nell'affrontare le spese quotidiane.

Sandro Benedetti

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