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La «Dichiarazione di Verona» uscita dal Congresso

WCF: «No utero
in affitto. Aborto?
Dare alternative»

Siglata per «acclamazione» la carta con le richieste tra cui il diritto dei bimbi di avere «mamma e papà» e un’educazione che «non metta in discussione l'identità sessuale biologica»
Il 13° Congresso mondiale delle famiglie (Marchiori)
Il 13° Congresso mondiale delle famiglie (Marchiori)
CONGRESSO FAMIGLIE VERONA (MARCHIORI)

Per il concepito il «riconoscimento della perfetta umanità». Per le donne «valide alternative all’aborto». Per le famiglie la tutela, in primis se «in difficoltà economiche» e «numerose». Per i bambini il diritto di avere «una mamma ed un papà» e un’educazione che «non metta in discussione la loro identità sessuale biologica e non li induca a una sessualizzazione precoce». Ma soprattutto contrastare la «pratica dell’utero in affitto» con «una rogatoria internazionale» e «l’inverno demografico» con leggi per incentivare la natalità. Sono queste le principali richieste che vengono dalla tre giorni del Convegno Mondiale delle Famiglie sintetizzate in quella che gli organizzatori dell’evento hanno chiamato in modo quasi solenne «Dichiarazione di Verona» e la cui adozione, hanno spiegato, è avvenuta «per acclamazione» a chiusura della manifestazione.

 

I VALORI. I promotori rivendicano di aver ribadito «i valori previsti dalla Costituzione» e di essere tornati, dopo il Family Day, a rilanciare il proprio ruolo «per il bene comune» sollecitando le istituzioni «ad un’attenzione che non sempre è stata all’altezza». Questo perché, è la motivazione, «non ci sono solo i diritti a senso unico, ma i diritti di tutti, soprattutto quelli dei più deboli». Perché ammoniscono: «La vera forza non si misura da chi hai sconfitto, ma da cosa hai protetto».

 

RICHIESTE. Tra le «esplicite e concrete» richieste contenute nel documento - di due pagine - si sottolinea «l’urgenza della tutela dei diritti delle donne, dal ricevere valide alternative all’aborto, alla protezione dallo sfruttamento sessuale e dalla pornografia, alla parità di trattamento salariale, fino alla conciliazione tra lavoro e maternità» attraverso più lunghi congedi parentali e per chi lo desidera flessibilità, part time o telelavoro. «Le madri che scelgano di dedicarsi esclusivamente ai figli e alla famiglia - aggiunge la Dichiarazione - andrebbero tutelate con una remunerazione adeguata per il lavoro casalingo, laddove lo stipendio del coniuge non sia sufficiente per un’esistenza libera e dignitosa».

 

DEMOGRAFIA. Il documento approvato contiene anche, spiegano gli organizzatori, «una domanda forte», ma senza risposta, emersa dal tavolo sulla demografia: «Perché la Ue prevede fondi salva-stati che, nella pratica sono salva-banche e non istituisce un fondo salva-famiglie»?. La «Dichiarazione di Verona», infine, chiede un «radicale contrasto» «alla legalizzazione di ogni tipo di droga» e la difesa del diritto dei genitori alla libertà di scelta educativa per i propri figli soprattutto della «sfera sessuale e l’affettività».

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