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Christian attore a 8 anni

«Sono il nipotino
della Milo
e della Sandrelli»

Christian attore a 8 anni
Christian Marconcini sul set nel film «A casa tutti bene»
Christian Marconcini sul set nel film «A casa tutti bene»
Christian sul set

«Vi presento mia mamma Sabrina Impacciatore, mio papà Giampaolo Morelli, mia nonna Stefania Sandrelli e l’altra nonna Sandra Milo, e poi gli zii Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Gianmarco Tognazzi, Giulia Michelini, Massimo Ghini e Claudia Gerini»: Christian Marconcini, 8 anni, il cast del film A casa tutti bene lo racconta così, nei panni di Vittorio, il primo ruolo che gli è stato assegnato per il primo film in cui ha recitato e che è quello, nelle sale dal giorno di San Valentino, diretto da Gabriele Muccino.
«Non serve essere belli per fare un film», dice il piccolo, che vive a Castelletto di Soave e frequenta la terza elementare alla Ippolito Nievo di Soave, «ma serve che ti impegni». «Per me è stato una specie di passatempo che ha però richiesto tanto impegno, quasi un lavoro», spiega cercando le parole giuste per raccontare quel che sente. Parla con accento romano, e quando ti stupisci lui ti guarda dritto da dietro gli occhiali tondi: «Cosa ti devo dire? Sette settimane a Ischia tra persone che parlavano tutte in romano, ed è successo questo!».

 


L’incontro con lui è stato presentato come un’intervista, ma quando gli chiedi se preferisca invece fare una chiacchierata, fa un sorriso grande così e dice chiaramente che gli piacciono di più le chiacchiere. L’esordio (col botto) è stato a soli 4 anni col fortunato spot Edison al fianco di Gerry Scotti: da allora tra spot e foto ne ha fatti una montagna, ma A casa tutti bene è la sua prima prova da attore. «Fare un film è più faticoso di una pubblicità, perché è più lungo. È come una pubblicità ripetuta, e durando di più il divertimento si moltiplica».
Ma chi è Vittorio? «Un bambino sveglio e simpatico che appartiene a una famiglia molto allargata. Non ho detto molte battute, ma c’ero in moltissime scene e ho fatto molto, molto di più di una comparsa», dice. Lo tocca così uno dei punti qualificanti del film che ha «bloccato», un po’ come accade nella trama del film, una montagna di attori ad Ischia: Muccino ha lavorato come un direttore d’orchestra per raccontare la convivenza forzata tra i componenti di una famiglia affollatissima che si ritrova a festeggiare le nozze d’oro dei nonni e viene bloccata lì da una mareggiata. Lui il film non lo ha ancora visto: la pellicola, presentata alla stampa il 2 febbraio a Roma, debutterà domani sera, con una proiezione ad invito, al The Space, sempre nella capitale che Christian, la mamma Anna Tebaldi, il papà Maurizio e la sorella Andrea hanno già raggiunto. «Sono molto curioso, anche se il film non è proprio per bambini, e sono tanto emozionato perché potrò riabbracciare tutti». 


SETTE SETTIMANE sono tante, e Christian le ha passate sull’isola assieme alla mamma: «Papà mi è mancato tanto, ma non ha la pazienza che serve in questi casi. E mi è mancato tanto giocare con Andrea, perché adoro farla arrabbiare per poi farmi inseguire», dice Christian. Sul tavolo della cucina c’è la pagella di fine primo quadrimestre: è un trionfo di 9 e 10. E come hai fatto sull’isola? «Avevo una maestra, anzi due, che era in contatto con le mie maestre di scuola e che mi ha fatto andare alla pari della classe. Era lì per me ma anche per le due Elene, le altre due attrici piccole del film».
Una volta tornato a scuola non sono mancate le domande dei compagni: «La più frequente è stata se la Giulia Michelini, quella di Rosy Abate, è bella, e lo è davvero. A me, però, è piaciuta tantissimo la Sabrina (Impacciatore, l’ attrice che nel film è la madre del piccolo Vittorio) perché è molto dolce e simpatica, e poi Pierfrancesco (Favino, che dà il volto a uno degli zii di Vittorio, ndr) perché ci ho giocato tantissimo anche nel film e per questa scena qua», dice mostrando le foto che il fotografo di scena Andrea Maddaluno gli ha regalato. 
A esperienza conclusa non ha dubbi: «Farò l’attore, anche se non sono sicuro al 100 per cento, diciamo che lo sono al 70 per cento e penso ad altri lavori per il 30 per cento», dice il baby attore già «in carico» all’agenzia Piccolissimo me. «Prima del film avrei detto poliziotto oppure spia, Adesso attore, meglio però con i bambini, e film di avventura o commedia», dice serio.


TI HANNO CHIESTO gli autografi, a scuola o fuori? «No! Che cosa sono?», dice. «Soprattutto dopo la pubblicità mi fermavano per strada per chiedermi se il bambino della Edison ero io e se Gerry Scotti è davvero così grande. Ma cosa sono gli autografi?».
Glielo abbiamo spiegato, integrando la spiegazione con informazioni sulla dedica. Poi la prova sul taccuino degli appunti: «Mi sono divertito moltissimo a raccontarti la mia avventura a Ischia, spero ti sia divertita anche tu a chiacchierare con me». Già, meglio la chiacchierata dell’ intervista! 

 

Paola Dalli Cani

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