Anna_Falcone1

Anna Falcone: fascismo non compatibile con la Costituzione

Il punto di leu di oggi è sui fatti di Macerata, su cui sono intervenuti Pietro Grasso che è stato a Macerata, in giornata, tra gli altri, Anna Falcone, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza, Pippo Civati.

Anna Falcone si rivolge direttamente a Matteo Salvini che aveva dichiarato che l’Islam non sarebbe compatibile con i valori della Costituzione: “Caro Salvini è il fascismo a non essere compatibile con la Costituzione repubblicana. E’ il vergognoso tentativo di scaricare sulle differenze di razza, di cultura, di religione lo sfacelo economico e sociale prodotto da più di vent’anni di politiche di destra, e di governi di cui ha fatto parte anche la Lega, che hanno mortificato la Costituzione e la centralità della persona umana. Salvini deve anche assumersi la responsabilità di creare con queste dichiarazioni, ormai quotidiane, un clima di crescente insicurezza e diffidenza tra le persone e nel Paese. L’Islam è una religione di pace, il cristianesimo è una religione di pace, credenti di ogni fede vivono in pace nel nostro Paese. Gli italiani sono stanchi di essere presi in giro da chi pensa di governarli con la paura, invece che con soluzioni concrete e innovative per i problemi più urgenti del Paese: lavoro, lotta alle diseguaglianze, salute e istruzione. Per tutti”.

“E’ Salvini incompatibile con la Costituzione”, ha detto Nicola Fratoianni nel corso di in una iniziativa di LeU a Torino. “Ieri Salvini – ha ricordato – in Toscana ha insultato la memoria di Sant’Anna di Stazzema e delle vittime di quell’eccidio nazista, con la battuta sull’anagrafe antifascista e quella canina. Oggi definisce l’Islam incompatibile con la Costituzione. Mi pare che il limite venga superato ogni giorno di più. Se c’è qualcosa di incompatibile con la nostra Costituzione  sono le sue parole e la sua politica”.

Pietro Grasso stamane ha incontrato a Roma Alessandra Mastropaolo, la madre di Pamela Mastropietro. Grasso si è poi recato a Macerata per fare visita ai feriti dell’attentato fascista e razzista compiuto da Luca Traini. Il leader di LeU era accompagnato da Filippo Miraglia, vice presidente dell’Arci e candidato nelle liste di Liberi e Uguali.

Scrive Grasso sulla sua pagina Facebook : “Pretendo giustizia per mia figlia e non vendetta”. Mi ha detto così Alessandra, la mamma di Pamela Mastropietro. Sono parole coraggiose, che volano sopra l’odio di questi giorni, e che ho portato con me a Macerata. Dopo l’incontro a Roma con Alessandra sono stato in visita all’ospedale dove sono ricoverati Wilson e Jennifer, due delle sei persone vittime dell’aggressione terroristica, fascista e di stampo razzista di Luca Traini. Ho ritenuto importante esserci per testimoniare la ferma volontà di opporsi alla violenza fascista e razzista”. “Quanto alla scelta di vietare la possibilità di manifestare sabato prossimo a Macerata, dico che è un errore pensare di mettere sullo stesso piano fascismo e antifascismo. L’antifascismo è un valore fondante della Repubblica italiana e della nostra Costituzione e dobbiamo difenderlo in ogni modo”.

Bisogna opporsi alla violenza fascista e razzista, dice Grasso: “Chi semina odio poi raccoglie violenza“. Grasso: “Sono venuto a Macerata proprio per testimoniare la volontà di opporsi alla violenza e alla violenza fascista e razzista”. Per il presidente del Senato non si possono mettere sullo stesso piano “una manifestazione fascista e una antifascista. Lo Stato non lo può permettere, perché l’antifascismo è un valore fondante della Repubblica italiana e della Costituzione“.

Noi, in maniera paritaria – prosegue Grassosiamo andati dai familiari della vittima e siamo venuti qua a dare solidarietà e vicinanza anche alle vittime di questa aggressione che ha una caratteristica terroristica, perché rivolta in maniera indiscriminata verso persone, ma con una caratteristica fascista di stampo razzista, riconosciuta anche dall’imputazione. Vedere la bandiera italiana che avvolge una persona che spara indiscriminatamente contro delle persone inermi, questo fa male”.

E’ inaccetabile il divieto di manifestare sabato a Macerata per Roberto Speranza, Nicolas Fratoianni e Pippo Civati che si sono rivolti al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro degli Interni Marco Minniti: “La scelta che avete fatto di vietare la possibilità di manifestare sabato prossimo a Macerata è sbagliata e pericolosa. Quello che è successo a Macerata ha un nome preciso: si tratta di un atto di terrorismo. Una tentata strage, le cui ragioni hanno una matrice precisa: fascismo e razzismo”. Speranza, Fratoianni e Civati sottolineano di non essere d’accordo con il sindaco di Macerata, “che chiede di evitare le manifestazioni in nome di un silenzio rispettoso della città, e delle sue ferite. Non tutte le manifestazioni sono uguali” e dunque “chiediamo che l’annunciato divieto a manifestare non venga messo in atto. Perché manifestare l’antifascismo, celebrare la nostra religione civile, la nostra Costituzione è sempre giusto. E necessario“.

Sulla cancellazione della manifestazione antifascista in un primo tempo prevista per sabato prossimo a Macerata, interviene anche Giulio Cavalli, candidato di Liberi e Uguali alla Camera in Lombardia: “E’ avvenuta – dice – la normalizzazione del fascismo come opinione. La bandiera dell’antifascismo viene ammainata proprio mentre soffia, forte, un vento neofascista. A Macerata è stata cancellata una manifestazione necessaria ad affermare i principi fondamentali della democrazia su cui, non andrebbe mai dimenticato, si basa la Costituzione. La stessa che viene difesa nelle dichiarazioni e offesa nei fatti“. “In molti – prosegue Cavallisostengono che siamo in campagna elettorale, come se fosse una giustificazione credibile. Ma essere antifascisti è un prerequisito da affermare sempre e ancora di più in campagna elettorale: l`antifascismo non è un orpello da sventolare quando il mare è piatto e non tira vento. Non può reggere nemmeno la richiesta di evitare disordini: lo Stato è chiamato a garantire il rispetto delle regole”. “In questa brutta vicenda – aggiunge – rientra anche un problema organizzativo: l’Anpi ha ‘sospeso’ una manifestazione convocata in maniera autonoma, generando una confusione che ha portato la Prefettura a ‘vietare’ qualsiasi manifestazione. Così ecco il risultato: non si manifesta l`antifascismo, in Italia, nel 2018. La normalizzazione del fascismo come ‘opinione’ contraria è riuscita”.

 

 

Commenti