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Esplorazione limitata nel merito e nei tempi: possibile una maggioranza tra Centrodestra e 5Stelle su un nome condiviso?

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato alla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati il mandato di verificare se ci sono le condizioni per una maggioranza parlamentare tra Centrodestra e Movimento 5 Stelle che si ritrovi anche sull’indicazione di un nome condiviso per la presidenza del Consiglio. Un’esplorazione, quindi, limitata nei tempi (Casellati dovrà tornare al Quirinale per riferire entro venerdì, quindi prima del voto del Molise, sui risultati raggiunti), ma anche nel merito e nel percorso che riguarderanno soltanto le forze politiche di Centrodestra e il movimento grillino. In pratica si tratterà di capire se permane il veto su Forza Italia e Berlusconi da dei 5Stelle, e, se al tempo stesso, questi sarebbero disponibili sulla candidatura del leader leghista Salvini.

In questo modo il presidente della Repubblica da una parte concede altri due giorni ai partiti per uscire dallo stallo nel quale si sono collocati con i reciproci veti, seguendo prudentemente la più limpida e tradizionale procedura istituzionale: incarico esplorativo alla presidente del Senato, che, peraltro proviene da Forza Italia, ma è stata appena eletta anche con i voti grillini. Dall’altra, però, non scopre le sue carte, aspettando ancora una volta che siano le forze politiche che hanno avuto il maggior successo elettorale ad aprirgli la strada alla soluzione della crisi. In pratica il capo dello Stato, attraverso l’esploratrice, vuole ancora una volta far capire ai suoi interlocutori che il tempo sta davvero scadendo e che, se in queste ore non si supereranno i reciproci sbarramenti si potrebbe passare a quello che Marzio Breda, il quirinalista del Corriere della sera definisce “uno schema libero, con maggiore spazio di manovra per iniziative discrezienali”. Come dire che in quel caso Mattarella si sentirebbe nelle condizioni di allargare ad altri il campo di gioco, visto che la prospettiva di un immediato ritorno alle urne risulta molto complicata,dal momento che aprirebbe anche un problema di intervenire sulla legge elettorale rivelatasi fallimentare e probabilmente attesa al vaglio della Corte costituzionale.

Al momento, però, le posizioni dei 5Stelle, di Berlusconi che reclama spazi e visibilità, restano ferme. E lo stesso Salvini non nasconde che anche la sua pazienza è in via di esaurimento. Intanto anche se tra distinguo e rallentamenti qualcosa potrebbe muoversi altrove: la posizione del segretario reggente del Pd Maurizio Martina è sembrata segnalare una certa disponibilità ad uscire dallo splendido isolamento imposto da Renzi come reazione alla dura sconfitta elettorale del 4 marzo. Un atteggiamento accolto favorevolmente anche in campo grillino. A sua volta Bersani, ieri in televisione, pur non aprendo alcuna linea di credito, si è detto pronto ad offrire ai cinque stelle quella disponibilità a far partire, sulla base di pochi punti programmatici, un governo formato da loro ed altri.

Pochi e non luminosissimi segnali dunque, che tuttavia potrebbero aprire, in caso di fallimento della prima esplorazione, la possibilità di un’altra fase della crisi. Da giocare “a schema libero“. Anche per evitare quel governo di tutti e con tutti, al quale, secondo interpretazioni probabilmente malevole, potrebbe puntare Berlusconi. E magari anche i più ostinati renziani del Pd.

Foto in evidenza: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affida l’incarico esplorativo al Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati

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