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La povertà “mestruale”: Quando non si hanno due sterline per gli assorbenti

Traduzione dell’articolo di Frances Ryan pubblicato sul Guardian con il titolo “Period poverty is leaving women such as Kerry isolated and ashamed” (5 ottobre 2017) e parte della serie Hardworking Britain.

«Se devo scegliere fra elettricità, merenda per i bambini e gli assorbenti… anche quelle 2 sterline alla fine del mese sono importanti» dice Kerry, di Aberdeen.

Questa trentacinquenne sta crescendo da sola tre adolescenti – una figlia e due bambini autistici. Non deve spiegare cosa viene sacrificato nella scelta fra cibo, riscaldamento e altre cose fondamentali per i bambini e i prodotti sanitari per lei.

Un tempo Kerry aveva un salario – faceva l’assistente domiciliare per le persone disabili e anziane – ma quattro anni fa ha dovuto rinunciare al lavoro per prendersi cura dei figli. Mentre, fra mille difficoltà, faceva domanda per i sussidi, i suoi problemi economici si sono ingigantiti sempre di più. Avere le mestruazioni è diventato un altra spesa che non poteva permettersi.

Per un anno, per riuscire pagare le bollette, Kerry è andata avanti senza nessun tipo di prodotto sanitario. Ogni mese s’infilava della carta igienica nelle mutande. Spesso, rimaneva a casa senza mai uscire. «Sai, per stare vicina al water», spiega.

L’unico motivo per cui Kerry adesso ha degli assorbenti è grazie a un banco alimentare locale, l’Aberdeen City Food, dove ha iniziato a lavorare come volontaria lo scorso Natale – distribuendo pacchi alimentari nelle zone più povere della città. Una delle organizzatrici le ha chiesto discretamente se per caso avesse bisogno lei stessa di «cose da donna».

Non ha idea di come avrebbe fatto altrimenti. «Come fai a dire a qualcuno che non hai 2 sterline per gli assorbenti? Come lo verbalizzi?»

La “povertà mestruale” è il lato nascosto della disuguaglianza britannica: donne e ragazze di una delle società più ricche della storia che s’infilano calzini nelle mutande o che sono costrette a rimanere in casa ogni mese.

Non è difficile capire perché i prodotti sanitari sono spesso fuori portata. Delle ricerche dimostrano che gli assorbenti costano alle donne circa 13 sterline ogni mese. Aggiungi altre 8 sterline per della nuova biancheria e quasi 5 per gli antidolorifici. Questo significa che le donne devono trovare più di 300 sterline ogni anno per le mestruazioni – l’equivalente di due settimane di affitto.

Il problema non è nuovo. Anche da adolescente Kerry si era trovata a non avere accesso ai prodotti sanitari, e perdeva giorni e giorni di scuola mentre aspettava, a casa, che le finissero le mestruazioni. Ma, «vent’anni dopo, è sempre la stessa storia». Con i salari che si riducono, i tagli ai sussidi e il costo della vita che si alza, la “povertà mestruale” sta tornando a diffondersi. Sempre di più i banchi alimentari segnalano che le donne arrivano e hanno bisogno di donazioni, quindi vengono portate in una stanza appartata piena di scatole di assorbenti.

Associazioni di volontariato che solitamente si occupano di donare assorbenti al Kenya adesso vengono chiamate a Leeds; gruppi di ragazze saltano la scuola perché i loro genitori non si possono permettere gli assorbenti. Il fenomeno è così diffuso che il Labour, la scorsa settimana, ha promesso di destinare 10 milioni di sterline per mettere fine alla “povertà mestruale” nelle scuole. La Scozia sta già provando a offrire prodotti sanitari gratuiti alle donne e alle ragazze, con la stessa modalità con cui se li procura Kerry.

Ma la “povertà mestruale” è solo una piccola parte dell’insieme. La “povertà igienica” – ossia quando le famiglie non possono permettersi prodotti essenziali come shampoo e deodoranti – si sta silenziosamente diffondendo. L’indigenza cresce e la dignità è diventata un bene di lusso. Una sola organizzazione di beneficenza, In Kind Direct, nel 2016 ha distribuito prodotti per l’igiene per un totale di 20,2 milioni di sterline – più del 70% dell’anno precedente. Lo studio svolto dalla Trussel Trust con l’Università di Oxford ha scoperto che più di metà delle famiglie che questa estate hanno visitato i banchi alimentari della loro rete fanno fatica a permettersi articoli per l’igiene personale.

C’è qualcosa di palesemente simbolico in tutto ciò. Macchie di sudore. Capelli sporchi. Sangue sulle mutande. Marcano certe persone, con la povertà che penetra loro nella pelle.

Quando il Labour ha annunciato il proprio impegno per finanziare l’accesso ai prodotti sanitari per gli studenti a basso reddito, questo non ha rappresentato solo un somma di denaro. Era un messaggio che diceva chiaramente che per le donne avere accesso ai prodotti sanitari per le mestruazioni non è opzionale ma è assistenza sanitaria di base; che, quando l’austerità inasprisce le difficoltà per i più poveri, è compito dello Stato fornire una rete di sicurezza per i bisogni di base degli esseri umani.

L’aumento della povertà in Gran Bretagna è debilitante: isola, umilia ed è destinato a durare. A qualsiasi politico che non reputa necessario affrontare il tema, dico di ricordare le parole con cui mi ha salutata Kerry: «Tutto questo ti lascia con un’ansia addosso. Anche quando hai accesso a quello di cui hai bisogno, hai paura che accada di nuovo. E le conseguenze di questo impatto emotivo rimangono con te».

(Foto di copertina: Getty)

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