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LeU prova a farsi partito e a confrontarsi con il Pd un po’ meno renziano per affrontare le sfide e i rischi di un bipolarismo a trazione Lega-5Stelle

L’Italia rischia di avere un governo con lo sguardo rivolto a destra come mai era accaduto in passato. Sullo sfondo si profila anche una sorta di nuovo bipolarismo imperniato sull’alternativa Lega-Cinquestelle con la sinistra che sta guardare. O peggio (come avvenuto in questi giorni) con una parte di essa che tifa per questa soluzione di governo. Il tutto all’indomani di un’elezione politica nella quale escono con sconfitte cocenti sia la sinistra di governo che quella radicale.

Questo il quadro dal quale è partito Roberto Speranza nella relazione alla riunione nazionale di Articolo 1-MDP, Restart, naturalmente dopo aver chiesto scusa ad elettori e militanti, non tanto per il risultato modesto ottenuto nelle urne, quanto per il silenzio prolungato del gruppo dirigente all’indomani di esso. Il rischio che oggi è dinanzi a LeU ma non solo, è dunque quello di un bipolarismo senza la sinistra in un quadro politico nel quale non si contrappongono solo destra e sinistra, populisti ed europeisti, ma Nord e Sud, ricchi e poveri, centro e periferie. Ma la frattura più grave è quella che si è manifestata evidente tra la sinistra e il popolo che essa vuole rappresentare.

Che fare dinanzi a questo quadro sconfortante? Prima di tutto, è la tesi di Speranza, bisogna ripensare a una lettura critica del capitalismo partendo dalle sconnessioni tra economia reale ed economia finanziaria. E in questo quadro va recuperata la parola “socialismo“. Per fare questo ci vuole una sinistra a identità forte che non abbia paura di contrapporre a destra e populisti la sua concezione sociale dalla sanità pubblica alla progressività fiscale, ben sapendo che è inutile pensare ad una crescita senza investimenti pubblici.

Sul piano organizzativo la lista LeU, che ha avuto quasi un milione e duecentomila voti, ha il dovere di provare a farsi partito: del resto questo obiettivo era stato fatto ben presente agli elettori. Per questo il prossimo appuntamento sarà un’assemblea nazionale delle forze che hanno dato vita a quella lista, già fissata per il 26 di questo mese che dovrà avviare una rapida fase congressuale e costituente. In quell’assemblea si verificherà anche se tutte e tre le componenti che hanno partecipato alla lista unitaria sono pronte e in caso contrario tutto lascia intendere che Mdp articolo 1 andrà comunque avanti.

Naturalmente la formazione del partito o quanto meno l’avvio di questa fase non preclude il dialogo con un Pd sempre meno a trazione renziana o comunque con alcune sue componenti. All’assemblea sono intervenuti anche esponenti della minoranza Pd: Orlando, Cuperlo, Peppe Provenzano. Il quale è sembrato in buona sintonia con alcuni argomenti di Speranza. Ha anche spiegato che “non abbiamo perso perchè ci siamo divisi, ma ci siamo divisi perchè avevamo già perso“, aggiungendo, pur rivendicando la sua permanenza nel Pd, che non è vero, come dicono alcuni nel suo partito, che hanno sbagliato gli elettori, ma “abbiamo sbagliato noi“.

Insomma, qualcosa si muove anche dall’interno del Pd. Ci vorrà tempo e non sono da escludersi tensioni e passaggi dolorosi. Visto che le ferite sono ancora recenti. Ma a richiamare le sinistre a parlarsi è lo stato delle cose. Hanno fatto notare prima Enrico Rossi e, subito dopo Vasco Errani, che anche quelle che per anni sono state considerate Regioni rosse potrebbero in futuro non esserlo più. Per questo la sfida al Pd deve essere anche questa: mentre voi continuate a guardare al centro, magari pensando di ripararvi sotto l’ombrello del Macròn di turno, volete rischiare anche di perdere anche quelle regioni? Perchè proprio le elezioni del 4 marzo hanno dimostrato che le sfide elettorali la sinistra non le vince guardando al centro. Il successo di Lega e Cinquestelle dimostra che quello schema è definitivamente saltato. Al tempo stesso la sinistra anche radicale non può lasciare campo libero alle destre “per non rischiare di sporcarsi le mani“.

L’assemblea ha approvato all’unanimità la relazione di Speranza la quale passerà il 26 maggio prossimo alla prova di quella più composita di LeU. Non è detto che non ci siano impostazioni diverse da parte dei rappresentanti di Sinistra italiana ed di Possibile. Fratoianni, intervenuto per Sinistra italiana alla riunione di Articolo 1, è stato accolto calorosamente. Naturalmente ogni decisione è rimessa alla riunione del 26 maggio. Ma i tempi ormai stringono e il quadro politico generale non dovrebbe indurre ad alcun attendismo. Da una parte il sempre più incombente governo Lega-Cinquestelle, dall’altro il rischio non ancora scongiurato di elezioni anticipate anche molto ravvicinate.

Foto in evidenza: Roberto Speranza durante l’intervento di apertura dell’iniziativa di Articolo 1 – MDPRestart

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