La Lucania, o Basilicata, deve probabilmente l’origine del suo nome alla frase latina “lucus a non lucendo” (bosco che non è illuminato). Questa perlomeno è l’ipotesi che Carlo Levi formulò nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli”, e che in quella regione dimorò coattivamente per il confino di polizia a cui fu condannato dal regime fascista quando Mussolini e i suoi facevano cose buone, a parere di qualcuno.

Assai poca luce da Potenza è arrivata anche ieri, visti i poco brillanti risultati ottenuti dalla coalizione di centrosinistra alle elezioni regionali. Sicuramente c’è che trarrà da quel risultato motivo di ottimismo. Un 33 e passa percento in una regione in cui la reietta questione morale ha travolto esponenti e amministratori di primo piano del centrosinistra, potrebbe essere salutato con favore. Ebbene, io non sono tra questi. Capisco che il risultato del 4 marzo 2018 lasciava pochi margini di speranza nel veder confermata la guida di tutte quelle regioni e comuni persi in quest’ultimo anno, ma quelle percentuali confermano un aspetto secondo me preoccupante anche in vista delle prossime europee: i partiti, i movimenti del centrosinistra, i loro simboli, sono penalizzati. Per acquisire consensi occorre mimetizzarsi in qualche raggruppamento civico che ha un’attesa di vita di un bruco (ribadisco il concetto) senza la speranza di diventare farfalla.

In Basilicata Partito Democratico, Partito Socialista e Verdi raccolgono complessivamente poco più del 13%. Le altre liste a sostegno del candidato di centrosinistra, intorno al 20%. La più votata in assoluto, Avanti Basilicata, con il suo 8,7 %, lascia al palo il PD che si attesta ad un misero e preoccupante 7,8%. Se scommettessi sul fatto che ci sarà qualcuno che non perderà nemmeno questa volta l’occasione per assolvere il senatore di Scandicci, adducendo la circostanza che è oltre un anno che non si occupa dei destini del PD, sarei un baro a cui piace vincere facile. L’incidente al reattore nucleare di Cernobyl è datato 1986 e i danni si scontano ancora, per dire. Ma, purtroppo, non sono i soli a bearsi del proprio ombelico.

Che dire di coloro che si interrogano se l’ineluttabilmente radioso futuro della sinistra dipende tutto dal fatto se Bersani e D’Alema possono o meno essere accolti alla tavola di Gentiloni, Giachetti & co.? Proviamo a metterla così, facciamo parlare un po’ più i numeri e un po’ meno le (solite) persone: come intercettare quel venti e passa percento di elettori che di questi partiti e movimenti non ne vogliono più sentir parlare? Pare che la corsa debba essere fatta su Salvini. Bene. Ma chi la fa e come? Ovviamente questa strategia presuppone che i 5S siano elettoralmente in via di estinzione, ed è un dato tutt’altro che confermato.

Generosità e, soprattutto, intelligenza politica, consiglierebbero di non limitare il tutto ad una somma del partito di Zingaretti, più il manifesto di Calenda. La Bonino pare preferirebbe la compagnia di Pizzarotti e Bonelli. Ciò che rimane di LeU forse andrà da sola ma forse no; sono ancora come tra color sospesi in attesa che Fratoianni fornisca nuove provenienti da Atene e Napoli. MDP è prossima ad una nuova assemblea congressuale. Sarebbe propensa ad una alleanza con il PD, Gentiloni permettendo, per allargare il fronte progressista ma non ci sono ancora segnali incoraggianti in tal senso.

Tra due mesi si vota e chi per un verso, chi per un altro, non pare disposto a rinunciare alla propria identità. Intanto la si testa, poi si vedrà. Mi viene in mente quel famoso sketch di Totò, prendeva ripetuti e dolorosi sganassoni e a chi gli chiedeva perché non reagisse in qualche modo, rispondeva: “voglio vedere questo dove vuole arrivare”. Ecco, a me sembra che la prospettiva sia proprio questa: verificare quante batoste prendere ancora prima di inventarsi qualcosa di politicamente sensato.

Per chi come me vive in Puglia, sembra che questa prospettiva abbia un orizzonte che va oltre le prossime europee e si spinga fino alle amministrative del 2020. Il centrosinistra governa questa Regione da quasi 15 anni e ritiene, probabilmente, che siano troppi e che sia il caso di regalarla di nuovo al centrodestra. Questo centrodestra, poi! C’è un governatore in carica e almeno un paio di esponenti del maggior partito di maggioranza che gli vorrebbero fare le scarpe, tentando di usare anche meritorie associazioni che, come dire, sostengono giuste e legittime cause sociali e politiche e che, credo e spero, vogliano anteporre queste alle persone. Da qui ad un anno vorrei che riflettessimo seriamente sulla circostanza che se si lavora affinché muoia Emiliano con tutti i filistei, magari i filistei sono proprio le forze e gli esponenti del centrosinistra. Mi sbaglierò, ma non ci vorrà molto per verificarlo.

Sono convinto di non sbagliarmi, purtroppo, sul fatto che tra due mesi saremo a commentare l’ennesima vittoria del centrodestra, la non scomparsa dei grillini e il fatto un dieci percento circa di elettori di sinistra non avranno eletto nessun europarlamentare.
Sarà quello il momento buono per sedersi intorno ad un tavolo, magari cambiando commensali, e decidere chi vogliamo essere e, soprattutto, cosa vogliamo fare da grandi?
Nemmeno su questo voglio scommettere e non perché sia un baro, ma perché temo di perderla la scommessa.

Foto in evidenza: Uno scorcio di Matera

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