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Mafia, Dell’Utri è uscito dal carcere: ora domiciliari nella casa del figlio

Di Lorenzo Attianese |

Si è lasciato alle spalle le porte del carcere di Rebibbia visibilmente commosso, a passo lento e reggendo una busta in mano. L’ex senatore Marcello Dell’Utri da oggi è agli arresti domiciliari nella casa del figlio a Roma, dopo che il Tribunale di Sorveglianza della Capitale ha deciso di concedergli il differimento della pena per gravi ragioni di salute.

L’ex senatore – condannato a sette anni per concorso esterno a Cosa nostra – è uscito dal carcere riabbracciando i parenti: è apparso dimagrito, con un camicione verde su cui erano infilati di traverso gli occhiali da sole, scarpe da ginnastica e una busta in mano. Affaticato ma felice di partire verso un luogo familiare, via dalla cella.

La detenzione nell’abitazione del figlio è prevista fino al 28 settembre, data in cui è stata fissata l’udienza per discutere la perizia sullo stato di salute del condannato, che dovrebbe comunque scontare ancora circa un altro anno e mezzo. All’ex senatore sono state comunque imposte una serie di restrizioni, ad esempio, nelle comunicazioni con l’esterno, ma sarà comunque libero di uscire di casa, informando le forze dell’ordine, per sottoporsi ad accertamenti e cure sanitarie. Soddisfatti i legali e i familiari di Dell’Utri, che tirano un respiro di sollievo dopo gli allarmi lanciati per le «preoccupanti condizioni cardiache» dell’ex politico ormai quasi 77enne. Ad essere «felice per la svolta positiva della vicenda Dell’Utri, «che ha subito una carcerazione con una afflittività tanto pesante quanto sproporzionata alle sue condizioni fisiche», è anche il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa.

Ma c’è anche tanta amarezza, espressa da Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili: «Non è certo la prima volta che un condannato lascia il carcere e torna a casa perché i tribunali ritengono stia male – ha detto – eppure anche per mancanza di giustizia, i nostri sopravvissuti alla strage di via dei Georgofili hanno una vita difficile, fanno ogni giorno il conto con la causa effetto di 277 chili di tritolo e tanta solerzia intorno a noi non la vediamo, neppure tanti dottori preposti, disposti a capire oltre ogni ragionevole dubbio che la strage terroristica eversiva lascia segni indelebili».

Giulia Sarti del Movimento Cinque Stelle, presidente in commissione Giustizia alla Camera, commenta il caso Dell’Utri dicendosi sempre più convinta «della necessità di intervenire per dare maggiore sicurezza ai cittadini, garantendo tempi più rapidi dei processi e una disciplina controllata delle misure premiali».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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