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M5s, Cancelleri “nomina” il quarto assessore e prepara il piano per conquistare gli indecisi

Di Mario Barresi |

CATANIA – «Per me vincere in Sicilia è molto difficile». Domenica pomeriggio il “Dibba” s’è lasciato scappare una frase che ai piani alti del quartier generale grillino non hanno gradito. Ospite di In mezz’ora in più, il deputato dei 5stelle ha parlato anche di Regionali: «Noi facciamo paura quindi tutti si uniscono contro di noi. Noi siamo la prima forza politica in Sicilia e nel resto d’Italia anche se per me vincere in Sicilia è molto difficile. Obiettivamente è difficile quando ci sono centinaia di candidati contro», ha detto Alessandro Di Battista. I guru della comunicazione grillina hanno poi subito provato a ridimensionare la portata dei timori di una sconfitta in Sicilia. «È un nostro modo di esprimerci – è la versione che trapela dal tour nel Siracusano – e Ale voleva soltanto dire che è dura».

Ma il problema si pone. Nello Musumeci è in vantaggio (in taluni casi notevole) in tutti i sondaggi e adesso il rischio di arrivare secondi si materializza ogni giorno di più. Anche a causa della solitudine dell’unica lista, quella griffata 5stelle, a sostegno, con candidati che tirano molto meno di Giancarlo Cancelleri. Dall’altra parte una corazzata di liste e centinaia di candidati che determinano un chiaro effetto-trascinamento.

E adesso che si fa? «Bisogna fare corsa su Musumeci, è lui l’avversario», è il diktat dei leader grillini. Il che è anche la scoperta dell’acqua calda. Pochi attacchi a Fabrizio Micari, tutte le attenzioni sono rivolte all’avversario del centrodestra. Che Cancelleri ha sfidato anche ieri: «Invito a Musumeci a partecipare al confronto organizzato dall’associazione Pmi il 13 ottobre all’Ars per confrontarci sul tema delle imprese e sui programmi». Ma l’ex presidente dell’Antimafia dell’Ars non si confronterà con Cancelleri. Né il 13 ottobre, né mai. In tutta la campagna elettorale. Si considera la “lepre” e non vuole creare occasioni di recupero per gli inseguitori.

Allora scatta il piano B dei grillini: attaccare Musumeci sulla questione morale. «È nervoso, su questo tema scoppia», è il pensiero diffuso nello staff di comunicazione del movimento, rafforzato nel frattempo dal supporto dei guru romani. Per questo motivo, ieri, Cancelleri ha sferrato l’attacco più duro al rivale: «Tutti i siciliani devono sapere che razza di gente si porta dietro pur di raccattare qualche voto in più», dice nel video su Facebook in cui elenca i presunti “impresentabili” nelle liste del centrodestra. «Diffondetelo al massimo, ci conto», arringa il popolo dei social.

E qui c’è il senso del primo piano: erodere parte del voto d’opinione di cui certamente gode Musumeci, «massacrandolo sul tema dei candidati che vuole nascondere». Non a caso, sul blog di Beppe Grillo, ieri, è apparso con grande evidenza il messaggio di un “musumeciano pentito” postato sulla pagina Fb di Cancelleri. «Ero fermamente convinto di votare Musumeci, ne apprezzavo e ne apprezzo la serietà e la capacità. Ma dopo i famosi inconvenienti delle alleanze scomode mi sono disgustato», scrive Giuseppe Librizzi. Che aggiunge poi: «Di contro ero fortemente critico coi Cinque Stelle, sentendo radio tv giornali eccetera mi ero fatta l’idea di una Raggi inutile, di un Di Maio ignorante e arrogante, ecc ecc. Niente di più falso».

Ecco, questo è l’incrocio che porta al secondo piano. La partita in Sicilia non si vince con lo zoccolo duro degli attivisti e neanche con il loro apostolato elettorale. «Giancarlo devi presentarti come il presidente della Regione», è il mantra che i big ripetono al candidato. Che ora, quasi sempre in giacca e cravatta, gira l’Isola per «rassicurare i moderati e il ceto medio».

Pressing su Musumeci per i candidati chiacchierati e caccia al voto d’opinione non 5stelle. «Parlando con tutti, ma soprattutto ascoltando tutti». E soprattutto: «Facendo vedere che non siamo esaltati o integralisti, ma persone di buon senso». La via democristiana al grillismo di governo. Con il corollario di incontri, senza puzza sotto il naso, nei quali sono stati avvistati anche pezzi della vecchia classe dirigente del passato recente e remoto. E poi la morbidezza su alcuni temi scivolosi: non soltanto gli abusivi (gaffe poi corretta dalla designazione di Angelo Cambiano assessore), ma anche con precari degli enti locali e forestali. La liturgia grillina della lotta ai fannulloni diventa un «votateci e poi ne parliamo». Così come la falciatrice dei burocrati risparmia molte eminenze grigie dei palazzi. Gli aspiranti grillini di governo hanno un dialogo aperto, ad esempio, con l’ex ragioniere generale Totò Sammartano e con il dirigente della Programmazione, Vincenzo Falgares. Ma anche con altri, fra i quali un ex spin doctor cuffariano: Salvatore Taormina, da anni inabissatosi.

Rassicurare, rassicurare, rassicurare. Anche con la scelta della squadra di governo.

Avviene on the road la presentazione del quarto nome. Si tratta di Salvo Corallo, designato assessore regionale delle infrastrutture e della mobilità. La presentazione è arrivata in diretta Facebook, durante uno spostamento in auto, sulla Siracusa-Gela. L’assessore designato fino all’agosto scorso ricopriva la carica di assessore comunale ai Lavori pubblici di Ragusa. Il 1° agosto le dimissioni dall’incarico per stare al fianco di Cancelleri, al quale è legato da un forte rapporto di amicizia.

«Ci vuole più tempo a organizzare un appalto che a svolgere i lavori veri e propri», spiega l’assessore designato. Che annuncia: «Porteremo avanti un’azione che ridurrà i tempi e farà un’azione di sburocratizzazione».

Mentre Cancelleri annuncia: «Mi rivolgo agli imprenditori e alle imprese che devono presentare montagne di documenti e devono aspettare molto tempo per una gara». Cancelleri spiega che pensa a una sorta di “accreditamento” per gli imprenditori «che potranno depositare la busta con l’offerta” e “solo dopo verranno aperte le buste allo scadere della consegna stabilita dal bando». Il tutto «concordato con l’Anac secondo il Codice degli appalti».

Siamo a quota quattro. Oltre a Corallo e Cambiano, l’imprenditrice Federica Argentati e il deputato Giampiero Trizzino. Quest’ultimo sarà forse l’unico grillino doc fra gli assessori designati (in ballo solo Francesco Cappello, ma con quotazioni in ribasso). E dunque via alle consultazioni extra moenia. Con altri nomi pronti in pista di lancio. A partire da quello di Gianni Bocchieri, ragusano trapiantato a Milano dove dirige la Formazione della Regione Lombardia. Il prossimo, forse. Ma non l’ultimo. Di una lunga serie. Di donne e uomini «rassicuranti», prima ancora che competenti.

Twitter: @MarioBarresi

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