Ancora una volta è Facebook il «sensale»: il sessantenne, piccolo imprenditore alessandrino nel settore dell’autotrasporto, arrestato giovedì per prostituzione minorile, aveva aperto un profilo che era stato il tramite con cui aveva conosciuto una studentessa alessandrina delle superiori. Minorenne. Le aveva dato appuntamento, l’aveva incontrata, l’aveva portata in un camper di sua proprietà e, dopo, l’aveva pagata.

Nell’interrogatorio di garanzia, avvenuto ieri per rogatoria davanti al gip Tiziana Belgrano di Alessandria (su delega del pm inquirente Marco Sanini della procura distrettuale di Torino, competente a indagare su questo tipo di reati), avrebbe ammesso i rapporti sessuali con la giovane. Era presente il suo difensore Giuseppe Lanzavecchia che non lascia trapelare nulla se non l’intenzione di chiedere che il suo cliente venga ascoltato, in maniera approfondita, anche dal pubblico ministero che coordina l’inchiesta.

L’autotrasportatore alessandrino avrebbe ammesso gli incontri con la ragazza, intercettata appunto tramite i social, e di essersene invaghito, mentre avrebbe negato di aver abbordato e avuto frequentazioni intime con altre studentesse. Forse le ha conosciute, ma soltanto in quanto amiche della sua «preferita».

I fatti per cui si indaga, avvenuti tra il 2015 e il 2017, sarebbero arrivati sul tavolo della procura distrettuale non per uno sfogo o una reazione liberatoria di una studentessa, ma perché qualche insegnante attento avrebbe notato tra le allieve una disponibilità di denaro non giustificata dal tenore di vita delle famiglie. Professori così, che alzano anche gli occhi dai libri di testo e scrutano nel profondo, ce ne sono.

Trapela anche che una ragazza - o «la» ragazza prescelta? - a un certo punto avrebbe manifestato l’intenzione di interrompere quella frequentazione sessuale, pur ben pagata (pare finanche 600 euro). Il sessantenne, per tenerla legata, avrebbe minacciato di svelare particolari imbarazzanti sui social (su cui era presente in modo assiduo e compulsivo). Come avrebbe fatto, esponendo la minorenne e tutelando al contempo se stesso, non si sa.

L’imprenditore è in carcere ad Alessandria; la difesa si riserva, nell’avanzamento delle indagini, di richiedere misure alternative.

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