Ha parlato degli «scarti», così come li chiama Papa Francesco, il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti, a margine della funzione religiosa svolta oggi a Pompei in occasione della tradizionale supplica che ogni anno per due volte - l’8 maggio, alle 12 in punto, e la prima domenica di ottobre - raduna centinaia di migliaia di fedeli provenienti dall’Italia e dall’estero. Anche oggi erano presenti circa 50mila persone sul sagrato del Santuario per partecipare alla recita corale di questa preghiera solenne tradotta in decine di lingue e recitata contemporaneamente in diverse parti del mondo.

Lo stesso Papa Francesco vi si è unito al termine dell’Angelus recitato in Piazza Maggiore a Bologna, dove è in corso la sua visita pastorale. «Ci uniamo spiritualmente ai fedeli convenuti presso il Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica alla Madonna del Rosario, presieduta oggi dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Bassetti».

Il porporato, in un incontro con i giornalisti svolto alla presenza dell’arcivescovo prelato di Pompei, Tommaso Caputo, ha risposto a chi gli chiedeva il suo punto di vista sulle problematiche dell’attualità: «Gli scarti non sono una “categoria” sono i giovani che rischiano di arrivare all’età pensionabile senza mai conoscere la cultura del lavoro, sono gli emarginati, sono i migranti. Sono i soggetti che crea un sistema iniquo», ha detto. Aggiungendo: «Gli scarti sono prodotti dalla globalizzazione della finanza gestita da pochi a discapito della globalizzazione della solidarietà che dovrebbe essere di tutti».

Nella sua omelia durante la celebrazione della Supplica, il cardinale ha citato le parole pronunciate da Benedetto XVI durante una visita a Pompei: «La forza della carità è irresistibile: è l’amore che veramente manda avanti il mondo...», per poi denunciare che «i poveri i malati, i bimbi che non hanno una famiglia sono la carne straziata di Gesù».

«Preghiera e carità sono il messaggio della Pompei di oggi», ha poi aggiunto il cardinale. «Mentre dalla cenere antica ritornano lentamente in superficie i monumenti della città romana che fanno di questo luogo un centro culturale ormai noto in tutto il mondo, per altro verso da sotto la coltre del peccato e delle miserie umane, per la grazia di Dio e l’intercessione della Beata Vergine Maria, tantissime anime tornano alla luce e alla bellezza della vita cristiana».

Esiste dunque un parallelo tra la città turistica e quella a vocazione religiosa, secondo Bassetti, che ha parlato di una «nuova Pompei» quale «terra che parla al Vangelo e nel linguaggio che il Vangelo predilige: quello delle opere». Pompei «come tante altre città, è luogo di problemi reali, di lavoro che manca, di giovani che lo cercano e fanno fatica a trovarlo; di tensioni sociali che stentano a comporsi», ha osservato il numero uno dei vescovi italiani, «è un posto, purtroppo, dove soprusi e violenza non sono ospiti sporadici. Ma anche un luogo di conversione».

Tuttavia, ha concluso, «questa terra, più di ogni altra, è terra di speranza, perché è la casa di Maria, e il Santuario a lei dedicata è ritrovo amato di un popolo che ha la preghiera e la fiducia in Dio ben radicate nel cuore».

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