Il via libera del Senato allo scostamento di bilancio e al Def è arrivato senza incidenti. Servivano 161 voti, la maggioranza assoluta richiesta dalla Costituzione, che sono stati ampiamente raggiunti. Il documento è stato infatti approvato con 181 sì, tra i quali anche i voti dei 16 senatori di Mdp, che erano apparentemente l’ago della bilancia. In realtà, come dimostrano i numeri, anche senza il voto del “Movimento democratico e progressista” sarebbe arrivato il via libera al documento.

Con questo voto l’aula di Palazzo Madama ha dato l’ok alla relazione con cui il governo ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione allo scostamento dal programma di rientro dal deficit: la correzione strutturale indicata ad aprile era dello 0,8% e ora è stimata allo 0,3%. Mdp non ha invece partecipato al voto sulla risoluzione di maggioranza alla Nota di aggiornamento al Def, per la quale bastava la maggioranza semplice, ampiamente raggiunta. Tra gli impegni richiesti nel testo della maggioranza, oltre allo stop totale alle clausole di salvaguardia per il 2018 che è comunque già previsto, c’è quello di sostenere le famiglie e il calo demografico potenziando gli assegni per i figli a carico, sostenere gli investimenti e la decontribuzione per i giovani neoassunti, ridurre al 10 per cento la cedolare secca sugli affitti abitativi e infine rivedere il sistema del super ticket.

Su alcuni di questi temi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha lasciato una porta aperta: «Il sistema sanitario è l’ambito in cui andranno valutate misure di miglioramento e efficientamento», ha spiegato intervenendo al Senato. Ma per la capogruppo di Articolo 1-Mdp, Cecilia Guerra, le parole del governo non sono sufficienti: «La disponibilità nella risoluzione di maggioranza non basta se non c’è una vera disponibilità del Governo - ha detto in aula - disponibilità su cui non sono ancora arrivati segnali veri». Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al termine delle votazioni al Senato si è comunque detto soddisfatto e ha parlato di un «voto all’insegna di responsabilità e stabilità». Nel tardo pomeriggio è atteso il voto della Camera, ma qui i numeri sono ampiamente a favore dell’esecutivo.

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