Diffondere la parola di Dio, facilitando l’accesso alla Bibbia nelle lingue più diverse, anche attraverso i social. È il richiamo del Papa che stamani ha ricevuto una delegazione dello United Bible Societies. «È vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti. Siamo servitori della Parola di vita eterna, e crediamo che non solo di pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce della bocca di Dio. Quindi, con l’aiuto dello Spirito Santo - ha ammonito il Pontefice - dobbiamo nutrirci alla mensa della Parola tramite la lettura, l’ascolto, lo studio e la testimonianza di vita. Noi dedichiamo tempo a coloro che amiamo, e qui si tratta di amare Dio, che ci ha voluto parlare e ci offre parole di vita eterna».

«Siamo servitori della Parola di Dio potente che illumina, protegge e difende, guarisce e libera. “La parola di Dio non è incatenata!”. Per essa molti dei nostri fratelli e sorelle sono in prigione e molti di più hanno versato il loro sangue come testimonianza della loro fede in Gesù Signore», ha ricordato Bergoglio. Quindi il monito: «Camminiamo insieme affinché la parola si diffonda. Preghiamo insieme perché “sia fatta la volontà del Padre”. Lavoriamo insieme affinché si compia in noi ciò che il Signore ha detto. Siamo servitori della Parola di riconciliazione, anche tra cristiani, e desideriamo con tutto il cuore che “la parola del Signore corra e sia glorificata”».

Il Papa, che ha recentemente lasciato alle conferenze episcopali nazionali la traduzione in lingua dei libri liturgici, ha concesso udienza oggi alla United Bible Societies Relations Committee, una organizzazione presente in duecento paesi che rappresenta 146 società bibliche che lavorano insieme «per consentire a tutti di accedere alla Bibbia», perché «crediamo che la Bibbia sia per tutti».

Impegnata ad «aiutare le persone ad accedere alla Bibbia nella loro lingua madre», come spiega sul sito Alexander M. Schweitzer, nel 2016 l’organizzazione ha assistito il completamento della traduzione in 61 lingue parlate da 428 milioni di persone. Attualmente 648 lingue parlate da oltre 5,1 miliardi di persone hanno una Bibbia e altre 1.432 lingue, parlate da 657 milioni di persone, hanno il Nuovo Testamento. «Ciò lascia 434 milioni di persone con solo una porzione di Scritture» e altri 253 milioni di persone senza Scritture tradotte nella loro lingua. Per questo United Bible Societies «è impegnata a raggiungere il giorno nel quale tutti potranno accedere all’intera Bibbia nella lingua di loro scelta» e sta attualmente lavorando alle traduzioni in 400 lingue, oltre che nelle lingue per persone non vedenti e persone con difficoltà visive. L’organizzazione ha «la più grande biblioteca biblica digitale del mondo». L’ultima società biblica che si è unita alla federazione è quella del Sud Sudan nel 2011.

Nata nel 1946, l’associazione «lavora con tutte le Chiese cristiane e molte ong internazionali» e ritiene, si legge ancora nel sito internet, che «nel XXI secolo, essere una società globale ci permette di rispondere con una voce ad altre organizzazioni globali comprese le Nazioni Unite e la Chiesa cattolica romana».

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