C’è un «nuovo orizzonte» nel quale collocare la «rinnovata Pontificia Accademia per la Vita», e il Papa lo ha spiegato prendendo la parola davanti all’assemblea generale che si tiene in Vaticano.

Francesco ha detto che il rinnovamento dello sguardo e dell’approccio, rispetto al passato, è innanzitutto richiesto dal mutato contesto in cui viviamo: la «potenza» delle biotecnologie, che mai come prima nella storia dell’umanità hanno dato all’uomo la possibilità di intervenire e di manipolare la vita, sostituendosi in qualche modo a Dio; ma anche le sfide rappresentate dal tentativo di «neutralizzare la differenza sessuale», come nel caso del gender. E questo richiede all’Accademia di non limitarsi alle «specifiche situazioni di conflitto etico, sociale o giuridico». Serve, invece, un approccio diverso, e complessivo «in rapporto alla vita, al suo senso e al suo valore».

La cultura individualista e a tratti «egolatra» nella quale siamo immersi porta non una maggiore libertà ma a quell’alleanza tra l’economia, la finanza e la tecnica «che tratta la vita come risorsa da sfruttare o da scartare in funzione del potere e del profitto». Non è dunque un’immagine rosea o edulcorata della situazione, quella che Francesco propone. Non c’è alcun buonismo nella diagnosi. A cambiare, nell’indicazione del Papa, è l’approccio: «La fede cristiana ci spinge a riprendere l’iniziativa, respingendo ogni concessione alla nostalgia e al lamento».

Di fronte a prospettive monotematiche e riduzionistiche, Papa Bergoglio ricorda: «La passione per l’accompagnamento e la cura della vita, lungo l’intero arco della sua storia individuale e sociale, chiede la riabilitazione di un ethos della compassione o della tenerezza per la generazione e rigenerazione dell’umano nella sua differenza». Difendere la vita, promuoverla, aiutarla, è qualcosa che non è racchiuso soltanto nelle iniziative riguardanti la fase pre-nascita, o il fine vita. «Si tratta – spiega Francesco - di ritrovare sensibilità per le diverse età della vita, in particolare per quelle dei bambini e degli anziani. Tutto ciò che in esse è delicato e fragile, vulnerabile e corruttibile, non è una faccenda che debba riguardare esclusivamente la medicina e il benessere».

In una società dove tutto, persino la vita, può essere manipolato, comprato o venduto, «la testimonianza della fede nella misericordia di Dio, che affina e compie ogni giustizia, è condizione essenziale per la circolazione della vera compassione fra le diverse generazioni. Senza di essa – avverte il Papa - la cultura della città secolare non ha alcuna possibilità di resistere all’anestesia e all’avvilimento dell’umanesimo». Questo è il «nuovo orizzonte» nel quale si colloca «la missione della rinnovata Pontificia Accademia per la Vita».

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