Per arrivare al Santuario di Maria Rosa Mistica e al Monastero di San Bartolomeo Apostolo, seguendo la Provinciale che taglia Ferrere bisogna svoltare nella strada più stretta che porta alla frazione Gherba fino a quando si trova l’incrocio per Bricco Calosso. Una carreggiata strettissima: si sale con fatica, incrociando le dita che non arrivi qualcuno in senso opposto a sbarrare il cammino. Forse è una metafora, perchè scomoda e tortuosa è anche la via che sta percorrendo chi sta in cima: Domenico Fiume, o padre Gabriele come si fa chiamare, 38 anni, origini calabresi, un passato tra Torino e Udine.

«Quella è una cascina»

In paese la sua presenza è tollerata: «Secondo noi - spiega il sindaco Silvio Tealdi - quello non è un luogo di culto, ma semplicemente una cascina ristrutturata». Aspetto di una vicenda che in passato ha portato anche ad accuse di abuso edilizio. «Comunque - prosegue il primo cittadino - se non riconosciamo Fiume come sacerdote, al tempo stesso non lo abbiamo mai ostacolato. Anzi abbiamo pure fatto dei lavori di sistemazione del manto stradale, anche per aiutare le altre persone che vivono nella zona».

Manto stradale che era un po’ malconcio anche perché percorso molto spesso. Perché Fiume ha tanti seguaci e molti, anzi quasi tutti, arrivano da altre parti d’Italia e organizzano pullman per raggiungere il bricco astigiano. Il primo approccio non è semplice: i giornalisti non sono visti proprio di buon occhio: «Il padre non è qui» la prima risposta che arriva da un terzetto di persone che sta lavorando in cortile.

«Mi ha guarito»

Poi però a prendere il sopravvento è la voglia di provare a spiegare le proprie ragioni. E allora Fiume parla volentieri: «Non ho niente da nascondere, qui è tutto in regola», appoggiato da alcuni abitanti del posto. «Mi ero ammalato gravemente in un viaggio in Cina - ricorda uno di loro - e pensavo che sarei morto. Ma qui ho ritrovato la serenità e mi sono ripreso». E allora, con estrema cortesia, vengono aperte anche le porte del Monastero: «Lo vedete anche voi, i muri sono sbrecciati, noi viviamo in povertà, noi siamo qui solo per aiutare». [g. fo.]

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