«Io non ho niente da nascondere» esordisce Domenico Fiume e mostra i documenti: ci sono quelli in cui viene ufficializzata la sua nomina a vescovo della Chiesa ortodossa, ma anche la carta di identità nella quale alla voce professione compare la parola «Vescovo». «Ci sono la consacrazione episcopale che prende validità dalla fede apostolica di Antiochia - spiega Domenico Fiume che ha più volte chiesto di essere incardinato senza mai ottenerlo - e anche la vidimazione della Procura della Repubblica. Quindi sono a posto in tutti i sensi, sia da quello della Chiesa che da quello giuridico». «E poi c’è la dichiarazione “nomine Iesus”, firmata da Papa Ratzinger, nella quale si recita sostanzialmente che anche le Chiese che non sono in perfetta comunione con quella cattolica, restano comunque unite per mezzo di vincoli molto stretti come la successione apostolica e la valida Eucarestia. E quindi anche in queste chiese particolari è presente la Chiesa di Cristo sebbene manchi la piena comunione con quella cattolica».

Tutto in regola quindi?

«Dal mio punto di vista sì. Io riconosco il Papa, ne seguo gli stessi dogmi. Quello che mi differenzia dalla Chiesa cattolica è il modo di amministrare le cose. Loro non fanno più nulla di spirituale, ma antepongono la politica a qualunque altro discorso».

Quindi contesta la scomunica?

«Con tutte le mie forze. In questo periodo storico non c’è alcun senso nello scomunicare una persona come me che non ha mai fatto nulla di male. E’ l’elefante che vuole schiacciare la formica».

Difficile però sostenere che la scomunica non abbia valore.

«E invece lo ribadisco. Perché non è fondata su nulla di concreto. Cristo non ha mai scomunicato nessuno, oppure, al contrario, anche Gesù e gli apostoli sarebbero dovuti essere scomunicati».

Però la accusano per l’attività e le funzioni che tiene a Ferrere e per come si pone verso chi la segue...

«Ma secondo me il cattolicesimo non è abitare un luogo o far parte di una istituzione. Non basta entrare in una chiesa per dimostrare di avere davvero fede. Ma al contrario il cattolicesimo esiste dove c’è la vera fede in Gesù. E questo può avvenire ovunque, anche nel mio monastero: qui facciamo solo del bene, aiutiamo tanta gente in difficoltà».

E’ stato accusato anche per gli esorcismi che praticherebbe...

«E anche qui devo dissentire totalmente. Gesù diede tre compiti agli apostoli: annunciare il Vangelo, pregare per i malati, ma anche scacciare i demoni. E si devono seguire tutti e tre».

Ha qualcosa di rispondere a Monsignor Ravinale?

«No, credo che parleranno ancora gli avvocati. Anzi, però una cosa vorrei dirla: un Vescovo non può scomunicare un altro Vescovo».

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